Chiarito il
presupposto che tutti abbiamo bisogno di correzione e che spesso non vediamo i
nostri difetti, Fra Felice si è soffermato sul fatto che i coniugi essendo
ministri del sacramento del matrimonio portano la grazia fra di loro proprio
attraverso la correzione fraterna. Oggi si sottolinea sempre di più il ruolo
dei laici nella Chiesa e del matrimonio come la via verso la santità. Passando
così tanto tempo l’uno accanto all’altra si vedono molto bene i limiti e le
fragilità dell’altro e dell’altra e proprio perché i due si amano desiderano il
bene reciproco, cioè progredire e avvicinarsi sempre di più al progetto che ha
Dio su di noi: essere capaci della carità per cui siamo stati creati. I preziosi consigli di Padre Leo permettono di
perfezionare ciò che avviene spontaneamente nelle famiglie. Ci guidano ad
essere più attenti perché la persona corretta non si senta umiliata, che la
correzione avvenga veramente a tu per tu (quante volte ci capita di riprendere
la nostra dolce metà davanti agli ospiti e raccontare i suoi male fatti),
perché non sia solo uno sfogo nostro oppure un tiro al bersaglio.
Lo stesso
vale per il ruolo di genitore e persino nel posto di lavoro. A questo proposito
non mancano i riferimenti biblici: nel Vangelo di Luca troviamo il racconto di
Gesù che a 12 anni si è perso ma quando l’hanno ritrovato nel Tempio e l’hanno
portato a casa “cresceva in sapienza
e obbedienza”. Anche la Madonna ha imparato il suo ruolo di disecepola.
Anche il
dibattito è stato vivace. Un punto forte è stata la correzione non accettata
oppure chi in famiglia si approfitta del nostro perdono. Qui vale la regola
d’oro di San Francesco: “La miglior strada per migliorare gli altri è
migliorare se stessi”. Prezioso è anche il consiglio di non reagire subito né
quando si fa la correzione fraterna né quando si riceve. Poi è molto importante non parlare con nessun
altro del problema che abbiamo individuato. E’ proprio il contrario del
pettegolezzo che non dimostra il coraggio di dire le cose all’interessato per
poi parlare alle sue spalle. E’ un male grande perché offusca la ricerca della
strada giusta della correzione.
Don Antonio
Todaro, vicario episcopale per il sesto vicariato, ha detto in conclusione che
questo libro si può considerare “il frutto dell’anno di misericordia” poiché
correggere chi sbaglia è un atto di misericordia. Padre Giacomino Ribaudo ha
detto giustamente che lasciarsi correggere è una grazia e che il valore di una
persona sta proprio nell’ accettare la correzione prima di farla.
Il disegno
della copertina fa vedere le pietre che si rompono come il nostro cuore di
pietra con le onde di carità fraterna che ci portano ad una vita rifiorita con
la correzione fatta con amore. L’autrice
del disegno, Maria Rita Quartararo ha lavorato non solo con le forme ma
soprattutto con i colori.
Grazie don
Leo per questo bel regalo di Natale.
Marineo, 12.12.2016
Růžena Růžičková
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