Volevo
iniziare con un “carissima Antonietta” dopo il bagno di folla della sua
accattivante famiglia. Ma il “tanto nomine” pone anche a me limiti di
rispetto. Questa sera Lei ha trosformato il “magazzino del grano
all’ammasso” gestito dal tanto stimato amico di suo padre nel
“Campidoglio di Marineo”. Ora possiamo dirlo con orgoglio che da noi a
Marineo si presenta un poeta al giorno, pensando soprattutto all’altro
pezzo da novanta di domani sera che è Padre Giacomino Ribaudo ! Una
serata diversa anche se gli attori erano gli stessi di sempre. Dobbiamo a
Marisa Palermo il merito di aver dato non solo un tocco femminile ma
soprattutto un linguaggio nuovo. Si il Sindaco Barbaccia sa toccare le
corde dei sentimenti pur se agitato dal comportamento dell’Eleuterio non
solo a secco ma anche in sciopero, la prof. Rampolla ha fatto bene il
suo mestiere di prof , il Di Sclafani sta migliorando non tenendo più
“lezio” ma umani commenti come sa fare solo lui in un paese dove sono
più gli allitrati che gli allitterati, Ciro Spataro non è commentabile
perché è testimone di tutto il “creato marinese”, il Benanti mio omonimo
si è trovato alla fine con “tutto quello che dovevo dire io lo avete
detto voi ! Ed io cosa dico ora ? Quante pagine ha il libro, il colore
della copertina, cosa è scritto nelle pagine pari e nelle dispari ?”.
Sin qui la Palermo dopo la dotta sua anticipazione iniziale è andata
benissimo. Ma al momento di leggere le poesie il meccanismo si è un po’
inceppato a tal punto che rivolto al più prolifico dei nostri scrittori,
a colui che ha fatto venir mal di testa e sclerosi al Camilleri , ma
che ha diffamato il suo paese orgoglioso di avere fra i suoi
concittadini sbirri e cascittuna, infami, mafiosi, delatori e rancorosi
ma mai Commissari !, mi ha candidamente risposto “è la loro festa se non
ti va vattene !” . Cosa impossibile perché mi sarei persa la vista
della Preside Muratore che ormai scende e sale a Marineo quattro volte
l’anno come San Ciro, colei che ha insegnato ai nostri figli oltre che
far di conto quell’inpiù che fa la differenza fra un uomo colto e il
sottoscritto ! Mi sarei perso il panorama di un pubblico selezionato !
Ma , gentile signora Antonietta , mi sarei persa la gioia di sentirmi
protagonista di una sua poesia inaspettata non improvvisata. Ma a questo
proposito non posso non dirle che questo suo gesto di dedicare una
poesia a figuri come me o a personaggi come Franco Virga, la
sminuisce. Continui a cantare u zu Pippinu, documenti gli investimenti
celesti degli Spatari, rubi il mestiere agli storici salvando dall’oblio
tanta storia marinese…
Ora
che Marineo, grazie a Lei , ha il suo Campidoglio dove incoronare poeti
buoni e quelli mediocri spero che noi giullari del tempo moderno
rimaniamo oggetto della vostra poesia perché. Carissima Antonietta,
questo immischiare acqua santa , cioè noi, e il beatificare i politici
non ci è molto piaciuto ! Ora non voglio fare nomi , ma come Turiddu verso Santuzza, se in Paradiso ci troviamo uno solo dei politici da te beatificati noi ci rifiutiamo di entrare !
Grazie
anche perché piano piano mi sto riconciliando con la poesia scoprendo
poeti del calibro di Antonietta Zuccaro, Ezio Spataro, Laura La Sala,
Franco Vitale , Antonino Di Sclafani che purtroppo permettono a chiunque
l’abuso del termine poeta senza né licenza né capacità !
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