Questa
descrizione ci pare più una “fotografia” che un commento.
Tutti i luoghi comuni
sui giovani sembra portino verso l’immaturità,
ma alla fine fra tanti arbusti
spicca sempre l’eccezione.
Per
nostra fortuna.
Questa sera nel sagrato della Parrocchia un interessante approfondimento guidato dal nostro Parroco che è riuscito ad accaparrarsi la presenza di Don Fortunato di Noto.
Noi vi proponiamo l'intervento di Eleonora Realmonte.
A questa sera alle ore 21.00
Noi vi proponiamo l'intervento di Eleonora Realmonte.
A questa sera alle ore 21.00
Ai giovani di
oggi non manca nulla: si vestono alla moda per non sfigurare con gli amici,
hanno tantissimo tempo da dedicare a sé stessi e possiedono parecchi beni
materiali come il computer, i videogiochi, il telefonino…
Nonostante ciò,
sono alla continua ricerca di nuove emozioni, di qualcosa che li renda unici e
li faccia sentire apprezzati dai ragazzi più grandi. A volte per gioco, a volte
per il solo piacere di provare, essi entrano a contatto con il mondo della
droga, dell’alcol e del fumo ovvero tre delle sostanze più dannose per
l’organismo, soprattutto per quello dei giovani. Inizialmente provocano un
senso di felicità falsa e illusoria, una felicità che va oltre ai limiti e
questo porta i ragazzi a fare cose pericolose e insensate talvolta anche mortali.
Il giorno dopo però si entra in una fase di depressione e stato di malessere che
i giovani cercano di far finire consumando sempre di più queste sostanze e
tutto ciò porta ad una vera e propria dipendenza. Dal punto di vista
scientifico, la droga danneggia i neurotrasmettitori e quindi altera la
trasmissione dell’impulso nervoso provocando gravi conseguenze quali: la
perdita della capacità di reagire agli stimoli, l’impossibilità di valutare e
controllare le proprie azioni e molte altre ancora. A livello fisico inoltre,
la droga colpisce tantissimi organi e molte volte provoca anche gravi tumori.
Un altro
problema alquanto diffuso che affligge i giovani è la tecnologia che, come la
droga, crea una dipendenza denominata “senza sostanza”.Videogames, computer,
telefoni, sono questi gli oggetti ai quali molti abbinano la parola “ragazzo”. Questo
perché gran parte dei giovani non riesce a partecipare ad una cena di famiglia
o più semplicemente ad un’uscita con gli amici senza guardare regolarmente il
cellulare per postare nuove foto nei social o aggiornare il proprio stato su
Facebook. Recentemente si sta diffondendo un gioco che aggrava ancor di più
questa situazione. Camminando per le strade non stupitevi se vedete dei ragazzi
che puntano il telefono intorno a loro: non sono pazzi. Stanno facendo tutti la
stessa cosa: giocano a “Pokemon GO”. Esso ricrea un mondo virtuale in cui il
giocatore deve camminare nella realtà e puntare il telefono intorno a sé.
Giungerà così in luoghi nella realtà virtuale dove troverà i Pokemon, esserini
immaginari con i quali sarà in grado di affrontare delle battaglie ed aumentare
il proprio livello nella classifica. L’idea di questo gioco è carina se vista
come un motivo in più per visitare posti nuovi. Però diventa una cosa orribile
quando i ragazzi la domenica sera non vanno più a prendere una pizza o a
divertirsi con gli amici ma sono in giro a cercare Pokemon. Gli argomenti di dialogo non sono più la
scuola o i programmi per le vacanze ma diventano quali e quanti Pokemon si possiedono
e i segreti per fare più punti durante una battaglia. Tutti i ragazzi sono
immersi nel loro mondo virtuale e, se per caso vanno a visitare un museo o una
città nuova, non guardano più i monumenti né sono
attratti da qualche forma di arte contemporanea
particolare ma sono tutti alla ricerca di Pokemon.
Le lunghe
passeggiate sulla spiaggia che prima servivano per rilassarsi adesso servono
per cercare Pokemon. Insomma tutto è finalizzato a questo gioco e nessuno si
accorge più delle bellezze che ci circondano perché ormai il mondo reale è
diventato noioso: tutti preferiscono quello virtuale. Questo è un problema
molto grave che si dovrebbe risolvere per riuscire a riscoprire la bellezza
della realtà vera o semplicemente per riuscire a gustarsi pienamente un gelato
con gli amici senza distrarsi e senza immergersi di nuovo in quella prigione
che tutti chiamano mondo virtuale.
Eleonora
Realmonte
(ha collaborato
Patrizia Domilici)
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