giovedì 23 marzo 2017

PRIMA LA POESIA CON LA MURATORE, POI LA MEDICINA CON POMARA E INFINE LA CUCINA DA...

Sono confuso e non so come definire la giornata di ieri. Soprattutto dal pomeriggio in poi. Già sono confusionario di mio e quindi mi scuso in anticipo e vi invito a mettere ordine nella descrizione. Alla Fondazione alcuni corsi iniziano alle ore 16 e francamente anche se posso capirne i motivi ,per me è un orario impossibile. In pratica appena finisci il pranzo devi correre perché se il relatore è puntuale (direi puntualissimo e non con la cafonaggine del vengo quando voglio…). Ho assistito alla lezio precedente di cui vi ho già parlato e sono rimasto colpito. Dovevamo assistere alla proiezione di un filmato che ci avrebbe condotto su Leopardi e su questo non so dirvi altro perché l’aula adibita alle proiezioni serviva per l’incontro successivo. Il gruppo iscritto al corso della professoressa Maria Cira Muratore ha deciso che essendo oggi la “giornata della poesia” si sarebbe parlato di poesia. Ora in un paese che conta più o meno un centinaio di poeti “riconosciuti” e mezzo migliaio di poeti in “provetta” mi aspettavo una massiccia presenza di “mestieranti” a lezione. Per mia fortuna c’era un solo poeta presente che definire costante e coraggiosa è riduttivo: la Signora Zuccaro che ammiro per una delle sue migliori qualità: è una testimone del suo tempo e lo fa in poesia chiara e sempre toccante. Fotografa ma non adula e lo fa con amore, quello stesso amore sviscerato che ha per la sua terra . La Muratore ci ha portato in una lunghissima passeggiata sulla poesia siciliana dalle origini ad oggi, elencando e analizzando una cinquantina di poeti se non tutti siciliani molto vicini alla Sicilia se non altro per i contenuti. Quando uno cita Stesicoro o Veneziano e l’uditorio non dissente ma commenta credo che sia la risposta migliore a quello che gli antichi chiamavano simposio o convivio. E questo è possibile solo se “il conduttore” sa veramente di cosa parla e i partecipanti non sono “cruciverbari”. Due orette non sono bastate e te ne accorgi che chi deve andare a “ritirare” i bambini da scuola tenta di pescare il marito o un sostituto perché non vuole lasciare il gruppo “proprio adesso”.
Il successo di questo corso è proprio che i grandi assenti sono i soliti saccenti a matula.
Senza spostarmi passo nell’aula accanto perché un altro grande ci terrà altre due orette e siccome la materia è pesante e difficile mi aspetto un elenco interminabile di termini tecnici ed una enorme quantità di domande per "conto terzi". Abbiamo non solo uno dei più grandi specialisti della materia “urologia e dintorni” ma anche un affabulatore unico che sa trasformare la parte più difficile della medicina come se studiassimo le tabelline mentre stiamo parlando di equazioni di non so quale grado. Il tema in pubblico è strettamente riservato ma il Dottor Pomara Giuseppe (auguri dottore) lo tratta come se parlassimo di un banale raffreddore, a tal punto che domande “intime” poste per conto terzi capisci che ti riguardano personalmente. Non solo ma alla fine ricevi anche “spiegazioni” come fare per trovare il medico giusto per te. Certo anche che il Dottor Antonetto Provenzale (pari ca un ci curpa !) sa condurre non solo i suoi ospiti ma li sceglie ad altissimo livello.
Quando pensi che la serata è conclusa ti trovi coinvolto in una festa di compleanno insolita e accattivante. Odio le feste dove ci sono centinaia di invitati “singoli” dove nessuno parla con nessuna e alla fine si parla di Renzi o di certe parti del corpo della Boschi o del gol mancato di quel milionario dai piedi d’oro e puzzolenti. E trovarti in un discorso che spazia dal giorno che sei nato passando per le mille “stazioni” della tua vita ti ritrovi in ogni caso in una avventura unica e meravigliosa che è stata la tua vita. Ora non vi dirò le delizie della cena perché mi piace pensarvi arraggiati e invidiosi . Perché chi da le ricette o segnala un buon ristorante non ha mai capito nulla di cucina : ci sono cose che non vanno condivise e quindi non mi sono permesso di chiedere alla padrona di casa cosa è e come è nato quel piatto di cui mi sono servito per ben tre volte .

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