Questo non è il calendario della Proloco. |
RICETTA PER UN BUON “POLPETTONE” CULTURALE
Ingredienti:
1 evento culturale abbastanza interessante,
2 personaggi politici localmente rilevanti,
1 buona causa,
1 pubblico di potenziali elettori,
3 vassoi di dolci,
1 spolverata di veridicità.
Procedimento:
Prendere un evento culturale aromatizzarlo con un po' di sano, ma trito campanilismo, come l'inaugurazione di un calendario che scandisca i mesi con opere conosciute di alcuni artisti del luogo, farcirlo con una buona causa (è importante che sia reale e credibile), perfetta potrebbe essere, per esempio, quella di inviare il suddetto calendario agli emigrati marinesi nel mondo così da innescare “meccanismi di richiamo turistico”...e perché no, anche monetario. A questo punto la pietanza potrebbe essere gustosa di per sè senza ulteriori aggiunte, ma sarebbe troppo poco “condita” ai fini ultimi della buona riuscita del nostro piatto. Quindi immergerla nelle strategie di governo di 2 personaggi politici possibilmente rilevanti a livello locale, (mi raccomando, fondamentale lasciargli lo spazio di elogiare se stessi attraverso la causa) e girare il tutto in mezzo ad un pubblico di potenziali elettori che sappiano arricchire e far risaltare il gusto del prodotto, essenziali per il successo della portata. Infine cospargere il tutto con qualche vassoio di dolci ed un pizzico di veridicità per eliminare il fastidioso retrogusto amarognolo che talvolta può affiorare. Infornare per un'oretta e mezza circa finché il polpettone non risulti anche internamente cotto e servire ai convitati. Ricordiamo che una volta aver preso familiarità con gli ingredienti, il dosaggio può essere calibrato a piacere. Buon appetito!
Al di là dell'ironia e affinché la critica, come troppo spesso accade non risulti essere fine a se stessa, è opportuno fare alcune precisazioni: l'iniziativa della Proloco di un calendario-ponte che permetta agli emigrati marinesi di riconoscersi figli di questa terra, è: non solo ammirevole, ma sicuramente socialmente utile in quanto la valorizzazione del territorio passa anche attraverso questo tipo di iniziative. E' inoltre un pensiero gentile e generoso nei confronti di tutti coloro che per necessità hanno dovuto lasciare Marineo e da “stranieri” ricostruire la loro vita in un'altra nazione. L'identità natìa non si dimentica e con la madrepatria resta sempre un viscerale e sofferto senso di appartenenza, e in questo, anche un semplice gesto come quello del calendario può acquistare tanta importanza. Tuttavia viene sempre da chiedersi in queste situazioni dove finisca l'interesse spassionato per la promozione della propria cultura e dove inizi quello personale, sebbene ben venga il vanto se serve a produrre qualcosa che possa giovare al bene collettivo. Fatta questa opportuna puntualizzazione, il calendario mostra alcuni squarci del paese, luoghi filtrati attraverso il sentire dei pittori che hanno saputo rappresentare in modi differenti e personali l'anima del territorio. Sarebbe stato interessante coinvolgere nell'iniziativa i tanti giovani artisti che stanno sbocciando nel fertile sottosuolo marinese così da bilanciare vecchio e nuovo, favorendo e stimolando anche la crescita endogena dell'arte locale. Fortunatamente Marineo può vantare un attivismo culturale non indifferente che giustifica un orgoglioso senso di appartenenza a questo luogo.
Chiara Calderone.
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