domenica 10 giugno 2012

CORPUS DOMINI :UNA VENA D'ESTRO FLOREALE


di Elle
L'Infiorata di Bolsena
La secolare tradizione della realizzazione delle Infiorate nasce a Roma nella prima metà del XVII secolo in occasione della ricorrenti feste barocche, simbolo della fastosità e della potenza della corte dei papi. Si dice che la tradizione di creare quadri con decorazioni floreali fosse nata nella basilica vaticana ad opera di un architetto e fiorista italiano, Benedetto Drei, responsabile della Floreria apostolica della Chiesa. Non si conosce molto della biografia di quest’uomo ma le poche notizie che abbiamo ci rimandano ad un individuo di umili origini la cui famiglia fu da più generazioni impegnata nei lavori presso la corte papale. Egli utilizzò i fiori sminuzzati come a voler realizzare un mosaico. Morto Drei, fu Bernini a succedergli e che rese possibile la divulgazione di quest’arte nel resto d’Italia. Le principali infiorate vengono oggi realizzate in molte località d’Italia in onore dei festeggiamenti per il Corpus Domini ma esse rappresentano più di una semplice forma d’arte. Ogni riquadro, immagine, iconografia presi in considerazione descrivono, in maniera più o meno esplicita, il significato profondo di determinate allegorie. La prima infiorata allestita per la festività del Corpus Domini risale all’infiorata di Genzano del 1778 (anno in cui vennero allestiti alcuni quadri floreali in via Sforza).  Questo l’inizio, gli albori di qualcosa che si è fatta spazio nel tempo e che oggi si impone come elemento da dover ogni anno rinnovare portando alla luce i messaggi più belli, quelli meno retrivi, vicini alla sensibilità moderna quanto possibile. La realizzazione delle Infiorate diventa così simbolo di una comunità, elemento caratteristico che distingue le città in cui vengono realizzate per stile, materiali utilizzati, scelte iconografiche e tempi di esecuzione. Anche quest’anno la nostra piccola Marineo vuole farsi valere con la propria creatività proponendo agli occhi dello spettatore un concerto di colori, sfumature, idee originali e altre già viste. La XVIII edizione dell’infiorata marinese, quest’anno realizzata anche con l’ausilio di un’ambasceria di Noto, appartiene alla quarta di quelle che sono avvenute nella sera e anche oltre. Tanti i baldi giovani indaffarati che si spostano ovunque al fine di cercare quel poco che manca per terminare il riquadro del proprio gruppo; teneri fanciulle con grande voglia di fare ma al tempo stesso pervase da un’ingenua indecisione; donne e uomini adulti che cercano di imporre, seppur con punti di vista diversi, la propria autorità; gli anziani molto legati alla vecchia tradizione perché sanno quanto splendore ha potuto essa donare; gente che siede e osserva; gente che si fa meraviglia; gente che, dimenticando il senso dell’infiorata, si adira per contrarietà. In uno scenario simile la moltitudine che proviene da ogni paese del circondario scorre ai lati mentre qualche controllare si assicura che nessuno intralci il operato di ogni equipe di lavoratori. In un così grande tappeto di fiori di ogni tipo si aggiunge inoltre l’uso di sostanze diverse ma pur sempre adeguate alla situazione. Quella di quest’anno ha dato vita ad un palco scenico fatto di gruppi sia religiosi che laici: quest’ultimi seppur, per certi versi, lontani dal tema della festività, erompono con messaggi positivi che provano ad infondere a tutta la folla che passa un messaggio di speranza. Il prodotto di tanta fatica ha lo scopo di rendere grazie al più grande mistero della religione cristiana, l’incarnazione del figlio di Dio nel pane, mezzo attraverso il quale entra in comunione con gli uomini. In tal senso l’evento si trasforma in un momento che si riveste di un’aurea profondità ma di soprattutto di un ampio significato che si accosta all’ineffabile di cui troppo spesso l’uomo si dimentica nell’affanno di voler competere a tutti i costi con gli altri. Una nota dolente questa ma quello che l’Infiorata per il Corpus Domini di Marineo rappresenta, rimane un patrimonio culturale e religioso  dal valore inestimabile che va conservato nel tempo con il rispetto dovuto.


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