lunedì 21 ottobre 2013

PER SEBASTIAMO TUSA : VINCENZO TUSA A MARINEO


"Archeologi" al lavoro
Vincenzo Tusa sedeva dietro una grande scrivania e mentre si alzava per venirci incontro vidi che osservava i pantaloncini corti che Giovanni ed io portavamo con quella sicurezza  tipica degli archeologi e il suo sorrisetto sotto i baffi lasciava intuire qualcosa che ci sfuggiva. Seppimo dopo che “in contemporanea” Marineo gli aveva portato via un suo giovanissimo allievo falciato a Rocca Bianca di sera da un camion troppo sicuro di se e nel contempo gli veniva sostituito con qualche altro giovate, cosi il destino quadrava i conti .
Imbarazzatissimi all’inizio , poi messi a nostro agio demmo libero sfogo a tutta la nostra “sapienza” sfociando in una nuova archeologia :quella della fantasia . Eravamo i figli di Padre Calderone e di Heinrich Schliemann . Proprio in quegli anni usciva il mitico Civiltà Sepolte (ancora oggi sempre ristampato) che noi alternavamo con Le Antichità Siciliane . Per metterci alla prova Ciru Giastella il grande mi chiese a bruciapelo il significato della parola “ubertosa “ che mi ero annotato da chiedere al professore certo che si trattasse di un termine tecnico scatenando l’ilarità oltre che del “ciro il grande” degli altri che giornalmente ci attorniavano bramosi di trovarci in fallo.
Spiegai al professore che seguendo le Antichità Siciliane cosi come fece lo  Schliemann a Troia noi indagavamo su una certa “Ancyra” certi che si trovasse nel sito della Montagnola (teoria durata sino a pochissimi anni fa quando una tegola stravolse, senza provarla, questa teoria ). Dissi allora che una tegola non fa primavera e che necessitassero altre prove , come minimo quella dell’argilla . La cosa fini lì perché pur di oscurare il nostro massimo storico gli stava bene spostare di almeno 100 km una città da un punto all’altro della Sicilia.
Lo convinsi a venire a Marineo e così ce lo vedemmo davanti il circolo Omnia un primissimo pomeriggio e non lo lasciammo andar via sino a quando non ci “catalogò” tutti i pezzi da noi ritrovati sino a quel giorno.  Quei pezzi furono poco dopo esposti nella mostra “archeologica” che allestimmo alle anime sante nel 1957 preceduta da un intervento di Padre Tuzzolino e da un mio resoconto “degli scavi”.
Il nostro rapporto con Vincenzo Tusa rimase come una pietra miliare e fu Giovanni a ricordaglielo in successive visite fatte a Marineo.
Ieri leggendo della presenza del figlio Sebastiano a Marineo mi sono ricordato questo episodio ,forse sconosciuto al figlio. Quella è stata una “primavera marinese” ricca di tantissimi altri episodi   .


Ps.Ho chiesto un parere all’Ass. alla Cultura Ciro Spataro sulla serata e soddisfattissimo del risultato mi ha segnalato  l’idea di Giovanni Perrone (Bravo Giovanni !)di distribuire la fotocopia del Grusiteru distribuita e poi letta nella serata. Già altra volta abbiamo distribuito una fotocopia del Grusiteru al castello e la serata fini che la  lady dei patronati allora mi definì “vastasu” perché volevo che i beni culturali collegabili a Marineo qui ritornassero . La fotocopia mi fu buttata in faccia assieme a qualcos’altro ! Questa era la cultura in quell’epoca dove il castello era uso privato non dei Beccatelli ma dei cafoni !  

2 commenti:


  1. Caro Onofrio, ho letto con piacere quanto hai scritto nel tuo blog sui nostri incontri con l’archeologo Tusa. Mancavi tu alla serata, ma ti abbiamo pensato.
    Il professore Tusa (figlio) si è commosso nel leggere uno scritto di suo padre e nell'ascoltare il racconto dei nostri primi incontri e dell'attenzione donata dal padre all'opera dell'Omnia. Inserirà l'articolo di suo papà nella raccolta degli scritti che sta preparando.

    Cordialmente

    Giovanni

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    1. In una comunità dove tutto ciò che riguarda il passato viene infangato da una cricca di pseudo intellettuali cresciuti nell'odio e nell'invidia anch'io mi sono commosso nel leggere il tuo messaggio. Purtroppo sino a quando questi sono in circolazione non ci è concesso di andare in "pensione" e i giovani sono tutti eredi dei difetti dei loro genitori perchè non siamo stati abbastanza cattivi. La nostra è stata una primavera bellissima e irripetibile . Mi è mancato discutere con il prof. Sebastiamo di archeologia marina perchè a quei tempi era inisestente e quando negli anni recenti è diventata scienza mi sono tuffato su tutti gli scafi recuperati da Cipro a Comacchio (Spina)ricevendo le stesse emozioni di allora. Vedo che a Marineo la cultura ,lentamente si riprende, e spero non finisca come prima con la presentazione di libri che danno lustro solo a bibliotecari (che poi non li acquistano nemmeno per la loro biblioteca, e ad assessori che vogliono riempire spazi che meritano ben altro. Non si faccia l'errore di prima che veniamo considerati pubblico per dar lustro a cafoni ...
      Alzare la mano chi ha letto il libro... bisognerebbe chiedere...

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