mercoledì 7 febbraio 2018

CONTRO I TARLI ! IN DIFESA DI ANITA !



“Sanicola, il tuo mi sembra sempre più un caso di analfabetismo di ritorno. Infatti, oltre ad aver dimenticato come si scrive in lingua italiana, dimostri, ogni giorno di più, di non capire quello che leggi!”

Quando uno riceve un simile messaggio non può ignorarlo. Siccome non solo non sono capace di “mantenermi” con il copia incolla debbo andare a verificare  la veridicità dell’accusa (che non è nuova …) .Per il lettore non comunista chiariamo. Nel blog “del nostro” fra una vasta scelta di foto auto incensanti si offre una lettura su Anita Garibaldi. Il nostro parla sempre per sentito dire o per attingere in una sconfinata collezione di blog da “minculpop” di sovietica memoria. E’ raro che mostri sue idee ben definite , ma una serie infinita di copia-incolla rubati ovunque, ma mai usando quella pluralità che è dovuta. Una noia infinita la santificazione dei soli tre personaggi (Gramsci Pasolini Sciascia). Di cui sappiamo la qualsiasi. Cosi dal suo fornitore principale (il manifesto)  copia il risvolto di copertina presentando il volume su Anita Garibaldi uscito a novembre.
Debbo fare una breve premessa. Da circa trentanni tutti i cinque agosto mi reco a Mandriole per essere presente alla rievocazione storica dei giorni di Anita che seguendo il marito reduce dalla ultima battaglia in difesa della Repubblica Romana attraversò toscana e romagna inseguito dai papalini e soprattutto dagli austriaci. Questo da circa duecento anni viene chiamato “la trafila”. Già altra volta ne ho parlato. I compagni romagnoli prima di essere comunisti sono patriotti alla Don Camillo e Peppone dove si potevano scannare per la politica ma tornavano fratelli quando si parlava di “patria”. Era per me anche una occasione per “aggiornarmi “ su questo tragico periodo del Risorgimento dove potevo usare “lu crivu” per dividere farina e crusca. Questanno la novità più importante fu la presentazione di una rosa chiamata Anita ! Per fortuna vidi la casa e i luoghi dove si svolsero i fatti di Anita e oltre trentanni fa quando ancora la casa baronale non era stata  ristrutturata e la stanza dove la nostra eroina spirò aveva ancora il letto sgangherato (che era riprodotto su una copertina della Domenica del Corriere appesa al muro dove vedevi il Garibaldi accogliere il suo ultimo respiro). Ora sembra veramente una casa e un letto nobiliare dove la “conservazione” diventa manipolazione di qualche giovane architetto che copre la storia per lasciare il suo segno. Dopo trentanni di pellegrinaggio (vi ho portato molti marinesi) mi vedo segnalare un libro dove si tenta di dimostrare che Anita è frutto di un mito costruito dopo la sua morte…
La recensione proposta mi mise in allarme perché abituato alla sistematica demolizione di ogni mito che non sia un “eroe” a sinistra. Ora onestamente incazzato andai a comprarmi il volume e lo lessi per tre quarti partorendo le seguenti considerazioni. La prima parte cerca di ricostruire la biografia di Anita tratta da milioni di volumi a disposizione , ma quasi tutti su Garibaldi. La seconda parte è un manuale su come si costruisce un mito. Cioè un trattato alla Que Guerara, alla Castro alla Mao ! La povera Anita nei suoi nemmeno trenta anni di vita rimase legatissima a suo marito partecipando a pochi fatti eroici , ma tali da renderla una donna-mito degna di rispetto. Quindi un libro inutile dove si suggerisce che fu lo stesso Garibaldi (assieme alla propaganda risorgimentale) a costruire un mito ! E’ la teoria che ovviamente ha funzionato con i Santi e i miracoli per non parlare della Sindone dove qualsiasi reperto archeologico non viene mai messo in discussione , MA per la Sindone si chiedono milioni di controprove e cosi per i miracoli dei nostri santi.
Non possiamo dire che Anita sia ancora oggetto di discussione e quindi è un libro inutile che forse è servito solo alla autrice che non è riuscita nemmeno a spiegare la grande passione fra Lei e Garibaldi perché anche questo sentimento da fastidio ai dissacratori. A me ha fruttato l’insulto gratuito del censuratore di mestiere  cui anelo diventare “alunno” sia nella lettura che nel recupero degli anni scolastici perduti.     
Perduti perché in quegli anni quando un alunno veniva a dirti : no gli insegnanti voglio scegliermeli io era pura follia !
E cosi grazie a costui e costei mi sento accomunato ad Anita perché una cosa in comune l’abbiamo: io debbo rimediare all’incipit di questa nota e la povera Anita la cosa che viene segnalata nel libro con evidenza è che non sapeva né leggere né scrivere !


 http://ilguglielmo.blogspot.it/2018/01/non-posso-allontanarmi-da-marineo.html




1 commento:

  1. LA FRASE CHE HO RIPORTato è stata sicuramente copiata e incollata da qualche posto senza citarne la fonte. Cosi si usa ormai...

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