“Sanicola, il tuo mi sembra sempre più un caso di analfabetismo di
ritorno. Infatti, oltre ad aver dimenticato come si scrive in lingua italiana,
dimostri, ogni giorno di più, di non capire quello che leggi!”
Quando
uno riceve un simile messaggio non può ignorarlo. Siccome non solo non sono
capace di “mantenermi” con il copia incolla debbo andare a verificare la veridicità dell’accusa (che non è nuova …)
.Per il lettore non comunista chiariamo. Nel blog “del nostro” fra una vasta
scelta di foto auto incensanti si offre una lettura su Anita Garibaldi. Il
nostro parla sempre per sentito dire o per attingere in una sconfinata
collezione di blog da “minculpop” di sovietica memoria. E’ raro che mostri sue
idee ben definite , ma una serie infinita di copia-incolla rubati ovunque, ma
mai usando quella pluralità che è dovuta. Una noia infinita la santificazione
dei soli tre personaggi (Gramsci Pasolini Sciascia). Di cui sappiamo la
qualsiasi. Cosi dal suo fornitore principale (il manifesto) copia il risvolto di copertina presentando il
volume su Anita Garibaldi uscito a novembre.
Debbo
fare una breve premessa. Da circa trentanni tutti i cinque agosto mi reco a
Mandriole per essere presente alla rievocazione storica dei giorni di Anita che
seguendo il marito reduce dalla ultima battaglia in difesa della Repubblica
Romana attraversò toscana e romagna inseguito dai papalini e soprattutto dagli
austriaci. Questo da circa duecento anni viene chiamato “la trafila”. Già altra
volta ne ho parlato. I compagni romagnoli prima di essere comunisti sono
patriotti alla Don Camillo e Peppone dove si potevano scannare per la politica
ma tornavano fratelli quando si parlava di “patria”. Era per me anche una
occasione per “aggiornarmi “ su questo tragico periodo del Risorgimento dove
potevo usare “lu crivu” per dividere farina e crusca. Questanno la novità più
importante fu la presentazione di una rosa chiamata Anita ! Per fortuna vidi la
casa e i luoghi dove si svolsero i fatti di Anita e oltre trentanni fa quando
ancora la casa baronale non era stata ristrutturata e la stanza dove la nostra
eroina spirò aveva ancora il letto sgangherato (che era riprodotto su una
copertina della Domenica del Corriere appesa al muro dove vedevi il Garibaldi accogliere
il suo ultimo respiro). Ora sembra veramente una casa e un letto nobiliare dove
la “conservazione” diventa manipolazione di qualche giovane architetto che
copre la storia per lasciare il suo segno. Dopo trentanni di pellegrinaggio (vi
ho portato molti marinesi) mi vedo segnalare un libro dove si tenta di
dimostrare che Anita è frutto di un mito costruito dopo la sua morte…
La
recensione proposta mi mise in allarme perché abituato alla sistematica
demolizione di ogni mito che non sia un “eroe” a sinistra. Ora onestamente
incazzato andai a comprarmi il volume e lo lessi per tre quarti partorendo le
seguenti considerazioni. La prima parte cerca di ricostruire la biografia di
Anita tratta da milioni di volumi a disposizione , ma quasi tutti su Garibaldi.
La seconda parte è un manuale su come si costruisce un mito. Cioè un trattato
alla Que Guerara, alla Castro alla Mao ! La povera Anita nei suoi nemmeno
trenta anni di vita rimase legatissima a suo marito partecipando a pochi fatti
eroici , ma tali da renderla una donna-mito degna di rispetto. Quindi un libro
inutile dove si suggerisce che fu lo stesso Garibaldi (assieme alla propaganda
risorgimentale) a costruire un mito ! E’ la teoria che ovviamente ha funzionato
con i Santi e i miracoli per non parlare della Sindone dove qualsiasi reperto
archeologico non viene mai messo in discussione , MA per la Sindone si chiedono
milioni di controprove e cosi per i miracoli dei nostri santi.
Non
possiamo dire che Anita sia ancora oggetto di discussione e quindi è un libro
inutile che forse è servito solo alla autrice che non è riuscita nemmeno a
spiegare la grande passione fra Lei e Garibaldi perché anche questo sentimento
da fastidio ai dissacratori. A me ha fruttato l’insulto gratuito del
censuratore di mestiere cui anelo
diventare “alunno” sia nella lettura che nel recupero degli anni scolastici
perduti.
Perduti perché in quegli anni quando un alunno veniva a dirti : no gli
insegnanti voglio scegliermeli io era pura follia !
E cosi grazie a costui e costei mi sento accomunato ad Anita perché una
cosa in comune l’abbiamo: io debbo rimediare all’incipit di questa nota e la
povera Anita la cosa che viene segnalata nel libro con evidenza è che non
sapeva né leggere né scrivere !
http://ilguglielmo.blogspot.it/2018/01/non-posso-allontanarmi-da-marineo.html
LA FRASE CHE HO RIPORTato è stata sicuramente copiata e incollata da qualche posto senza citarne la fonte. Cosi si usa ormai...
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