martedì 12 marzo 2019

VINCENZO E SABASTIANO TUSA

Una sera tornava a casa un camionista dopo una giornata di lavoro. Credo che fischiettava come fanno di solito i papà che tornano a casa ! Credo che fosse anche un fine settimana ! Ora non conosco i dettagli ma resta il fatto che la stessa strada era percorsa da un gruppo di studenti. Erano guidati dal prof. Vincenzo Tusa ! L’appuntamento era con il destino che aveva deciso di far incontrare il camionista con il gruppo di studenti. Non occorre dire altro ma in quegli anni cinquanta, successe quello che più o meno succede ancora oggi per le nostre strade ! I carabinieri per lungo tempo non riuscirono ad arrestare il camionista fuggiasco e la madre continuava a fare la spola fra Marineo e Palermo sperando che prima o poi “l’omicida stradale” (presumo né drogato né sotto alcolici) venisse assicurato alla giustizia ! Come succede spesso da noi il maresciallo del tempo si trovava ad un bivio : eseguire l’arresto lasciando due bambini peggio che orfani o “allungare” la cosa sperando che la mamma si addolcisse lasciando che la cosa si evolvesse da sola. Come non saprei dirvi ma so che la mamma una sera mise in pratica quel “cerche la famme” che ha permesso a tantissimi poliziotti di diventare famosi. Noi avevamo già avuto in paese esempi di donne con le palle (basta ricordare la mamma del bambino caduto nel tombino a lu chianu che la mamma non accettò che fosse morto sino a convincere qualcuno ad entrare nel lungo tombino, o quella che ci sono ancora le foto in giro che vestitasi da uomo si mise in cerca del figlio rapito e non torno a casa se non dopo averlo trovato, ecc.ecc.). Quindi quella mamma non fece altro che una sera passare dalla caserma e invitare il maresciallo a seguirla sino a casa del camionista che stava appunto cenando a casa sua con la famiglia !
L’incidente di Bolognetta lasciò tutti esterrefatti perché quando ad un professore gli muore un alunno fra le mani vi prego non lasciatemi descrivere come si dovettero sentire tutti gli altri.
Poco tempo dopo scortato dal mio amico inseparabile dopo aver segnalato al Comune (Sindaco Fragale) quello che stavamo tentando di fare alla Montagnola decidemmo di “avvisare personalmente” la Sopraintendenza e ci presentammo entrambi a Palermo. Due adolescenti con i pantaloncini corti certamente non è che furono immediatamente ricevuti ! Sino a quando il Sopraintendente esce dall’ufficio e rimprovera il piantone (tranquilli non era quello di Marineo che un giorno sarebbe diventato sindaco !) : dove sono quelli di Marineo ! Disse davanti a noi, sbalordito di trovarsi davanti due ragazzini in pantaloncini corti !
Cosi conoscemmo il Prof. Vincenzo Tusa il papà di Sebastiamo caduto assieme ad altre 150 persone .
Dopo convincemmo Vincenzo Tusa che passò un pomeriggio con noi al circolo Omnia a datare tutte le ciamarite da noi raccolte e questo ci permise di fare la mostra a la “chesa di li mastri” . Mi stupì che Vincenzo Tusa ci accarezzasse in modo particolare. A Marineo aveva perso un suo alunno e ne aveva trovato una dozzina.
Ora chiuderei con Giovanni Perrone che in un recente incontro con il Prof. Sebastiano ospite a Marineo gli ricordò quanto sopra. Il Professore divenuto intanto famoso come il padre chiese a Giovanni copia dell’articolo firmato dal padre nel nostro giornale Lu Grusiteru che aveva sostituito l’Omnia e il resto della documentazione

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