Una delle due icone greche in legno e dipinta in oro da me commissionate ad un artista greco negli anni '70.
San Ciro …no San Giovanni Bosco…
Un “povero” emigrante devoto soprattutto al San Ciro “puvureddu” che ha
programmato il suo “venerdi di passione per San Ciro” rischia di venire
coinvolto in qualcosa di inspiegabile e soprattutto più grande di lui.
Partiamo da l’altro ieri…
Seguendo le tracce di un personaggio femminile eccezionale, Ipazia, nei giorni che il corpo di
San Ciro veniva trasferito nella Biblioteca di Alessandria dando spunto
alla plebaglia di scatenarsi ,appunto, contro questa donna bella
oltremisura (da lì la mia infelice battuta, da incredulo,se fosse
possibile per una donna essere bella e nello stesso tempo intelligente
oltre misura…) tramandandoci una delle più raccapriccianti scene di
“femminicidio” che la storia ricordi. La diatriba se fosse il vescovo
(annoverato fra i sapienti dalla Chiesa) il mandante o il romano
ponziopilato di turno è ancora accesa e troppo difficile da schiarire. O
meglio ci siamo imbattuti su quel San Ciro “grazioso” ,nel suo tempo,
segnalando una pagina sfuggita ai copiaincolla suoi biografi ufficiali e
locali. Non fosse per il calendario (31 gennaio) molti non
ricorderebbero il martirio del Santo, ma è proprio il calendario che ci
penalizza perché è difficile al 31 gennaio trovare la ricorrenza di San
Ciro “letteralmente” sfrattato dalle new entry alla Padre Pio
spalleggiati dai cattolici della teologia della liberazione cancellatori dei riti devozionali e del culto delle reliquie. Ora non vogliamo con questo dire che chi è preposto ,per
esempio, alla custodia della memoria ,confraternite ecc., anzicchè
occuparsi solo di luminarie avrebbe fatto sua la battaglia “della
memoria del rito” , venerdi prossimo non avremmo festeggiato San
Giovanni Bosco…ma…
Sono
stato svegliato di soprassalto , tipo secchio d’acqua in faccia, a
rischio imprecazione blasfema da un San Ciro arrabbiato tenuto a freno a
malapena da due delle sue compagne e da quel San Giovanni di Edessa a cui andava il posto del San Giorgio usurpatore marinese. “Eudossia tu
prepara il caffè e tu metti in ordine! E tu Titta apri le finestre ”
.Come suo solito , abituato per professione a dare ordini, non ascolta
nemmeno la replica del Titta che precisa che lui non è il Battista ma il
semplice seguace , ex militare, di Edessa . Sempre come al solito lui
è di poche parole (il suo motto è sempre stato: c’è un tempo per i
miracoli ed uno per le parole,oggi…). Vuole conto e ragione da me perché
di calendari che citano la ricorrenza del suo martirio in pratica non
se ne stampano più. Lo invito a fare la domanda al suo clan di corso dei
mille , al parroco , ai suoi biografici, ai suoi confrati al suo
Superiore (sic) ! Cerco di difendermi portando a mio favore il titolo di
“fedele non autorizzato” e
basta. “E’ dai tempi del mio biografo antropologista che nessuno si
occupa di me in modo “intellettuale”. Roba da far sbiancare tutti i
Superiori precedenti. E’ arrabbiatissimo. Tento una mediazione,
certamente non dovuta. Guardi il nostro è il primo caso in una
confraternita in pratica gestita dalle donne. Il loro voto conta il
doppio: prima alle votazioni e poi a casa dove ,conoscendole, sappiamo
quanto contano i loro mariti. Apparentemente spolverano l’urna a tutte
le acchianate e scinnute , ma come dice il proverbio: non c’è urna che
si muove se consorete non vuole . Insomma , senza che il clan abbia mosso un dito , San Ciro è sparito dai calendari. Ma per far posto a chi ?
2- continua