martedì 21 gennaio 2014

MARINESI MOZARABICI



Non ci è dato sapere chi sia questo signor Paolo fra gli otto spericolati seduti in quel famosissimo fotomontaggio. Saputo che si tratta di un fotomontaggio la cosa riveste meno importanza e ci manca solo sapere di che anno o secolo stiamo parlando per avere una idea chiara dell’argomento. L’attento biografo dei mozarabici  marinesi in America ci descrive quei compaesani emigrati, con stile di regime, elogiandoli quasi tutti e quando incontra qualche personaggio di cui  andrebbe sottolineata la sua negatività lui la fa passare per “presunta santità” distorcendo quelle biografie di personaggi un po’ discussi. Quasi mai pesca personaggi che occuparono la cronaca non rosa rendendo così la sua fatica di ricercatore, zoppa. Insomma la carrellata di nomi che ha proposto sono quasi tutti da fedina penale immacolata o corretta …stile La Rocca . E’ questa  la cultura dominante. Ora questa ultima che ci presenta del Mastro Paolo è da manuale. Un marinese  simile a centinaia, grande lavoratore e…basta,  trova posto nella sua galleria senza che ci trovi un motivo che possa differenziare l’uomo dagli altri. Scorrendo questa breve biografia mi domando cosa fece mastro Paolo di cosi eccezionale da trovare posto nel Pantheon del nostro panchinaro più famoso. Letta e riletta, soprattutto da chi lo conosce, ci si arrende sconfitti e delusi. Nemmeno “l’editore suo” ci sa chiarire , ma proprio da li parte la nostra reazione ! Ecco che gli investimenti fatti dai genitori per “specializzarti” alla fine tornano utili. Ci vuole l’antropologo per interpretare lo scritto.  E’ l’autobiografia del nostro, dentro la biografia di un altro. Altro che Machiavellico ! Il nostro non scende dall’aereo a Punta Raisi o a Boccadifalco e bacia la terra sua natale rivista dopo tanti anni ! No bacia la terra americana …che gli ha dato tanto, facendo finta di inciampare…,maledendo il suolo natio …  Mastro Paolo-Ciro in pratica si ritrova al suo paesello e viene rigettato o meglio rimandato indietro dai suoi indimenticati paesani , di solito, prima si godono regali e regalucci dell’ingenuo americano per poi rifiutarlo (i locali non perdono la tirchieria nemmeno dopo cinquantanni d'America ) . Mastro Paolo non sapeva che il rito marinese dopo aver spolpato americani (sangue del loro sangue) per generazioni finiscono sempre per essere allontanati con disprezzo. Ora questo succede più o meno a tutti  solo che c’è chi ha la forza del mastro Paolo (di scuotersi la polvere di dosso) mentre altri vanno e vengono attendendo una beatificazione che possa rivalutarli. Questa doppia biografia altrimenti non si giustifica perché il rispettabile mastro Paolo mai pensava che la sua vita meritasse una biografia e si è rassegnato tornando nella sua “vera” patria americana che gli ha dato salute, benessere e affetti frutto della fatica che i suoi compaesani non hanno mai fatto . Questi nostri fratelli americani si aspettano sempre “incensamenti” che non sempre ricevono e quindi mentre mastro Paolo ha capito al volo e ha fatto una scelta chiara e precisa molti altri tornano sperando sempre in un bacio dal sindaco di turno , rito collaudato dal più grande baciatore di tutti i tempi, il quale non ha capito che alla gente basta una stretta di mano . La lezione di Giuda non paga più . L’epoca che gli americani portavano bijoutteria è finita mentre rimane la riconoscenza per le “grandi opere” che loro possono realizzare senza passaggi burocratici, pur dovendo pagare sempre una tangente meschina. Gli ultimi americani contemporanei non ne vogliono sapere di passare la pensione sulle rive dell’Eleuterio preferendogli quella America  che gli fa scordare persino la lingua natia. Quindi dobbiamo avvisare il mio amico arch. Fiducia di modificare il progetto del cimitero utilizzando diversamente la zona delle tombe faraoniche (si parla di minibar, sdraio, ombrelloni, majorettes…) previste per gli americani …di ritorno. Altrimenti chi li potrebbe comprare questi loculi ?

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