MARINESI MOZARABICI
Non ci è dato
sapere chi sia questo signor Paolo fra gli otto spericolati seduti in quel
famosissimo fotomontaggio. Saputo che si tratta di un fotomontaggio la cosa
riveste meno importanza e ci manca solo sapere di che anno o secolo stiamo
parlando per avere una idea chiara dell’argomento. L’attento biografo dei
mozarabici marinesi in America ci
descrive quei compaesani emigrati, con stile di regime, elogiandoli quasi tutti
e quando incontra qualche personaggio di cui andrebbe sottolineata la sua negatività lui la
fa passare per “presunta santità” distorcendo quelle biografie di personaggi un
po’ discussi. Quasi mai pesca personaggi che occuparono la cronaca non rosa rendendo
così la sua fatica di ricercatore, zoppa. Insomma la carrellata di nomi che ha
proposto sono quasi tutti da fedina penale immacolata o corretta …stile La Rocca . E’ questa la
cultura dominante. Ora questa ultima che ci presenta del Mastro Paolo è da
manuale. Un marinese simile a centinaia,
grande lavoratore e…basta, trova posto
nella sua galleria senza che ci trovi un motivo che possa differenziare l’uomo
dagli altri. Scorrendo questa breve biografia mi domando cosa fece mastro Paolo
di cosi eccezionale da trovare posto nel Pantheon del nostro panchinaro più
famoso. Letta e riletta, soprattutto da chi lo conosce, ci si arrende sconfitti
e delusi. Nemmeno “l’editore suo” ci sa chiarire , ma proprio da li parte la
nostra reazione ! Ecco che gli investimenti fatti dai genitori per
“specializzarti” alla fine tornano utili. Ci vuole l’antropologo per
interpretare lo scritto. E’
l’autobiografia del nostro, dentro la biografia di un altro. Altro che
Machiavellico ! Il nostro non scende dall’aereo a Punta Raisi o a Boccadifalco
e bacia la terra sua natale rivista dopo tanti anni ! No bacia la terra
americana …che gli ha dato tanto, facendo finta di inciampare…,maledendo il
suolo natio … Mastro Paolo-Ciro in
pratica si ritrova al suo paesello e viene rigettato o meglio rimandato
indietro dai suoi indimenticati paesani , di solito, prima si godono regali e
regalucci dell’ingenuo americano per poi rifiutarlo (i locali non perdono la
tirchieria nemmeno dopo cinquantanni d'America ) . Mastro Paolo non sapeva che il rito
marinese dopo aver spolpato americani (sangue del loro sangue) per generazioni
finiscono sempre per essere allontanati con disprezzo. Ora questo succede più o
meno a tutti solo che c’è chi ha la
forza del mastro Paolo (di scuotersi la polvere di dosso) mentre altri vanno e
vengono attendendo una beatificazione che possa rivalutarli. Questa doppia
biografia altrimenti non si giustifica perché il rispettabile mastro Paolo mai
pensava che la sua vita meritasse una biografia e si è rassegnato tornando
nella sua “vera” patria americana che gli ha dato salute, benessere e affetti
frutto della fatica che i suoi compaesani non hanno mai fatto . Questi nostri
fratelli americani si aspettano sempre “incensamenti” che non sempre ricevono e
quindi mentre mastro Paolo ha capito al volo e ha fatto una scelta chiara e
precisa molti altri tornano sperando sempre in un bacio dal sindaco di turno ,
rito collaudato dal più grande baciatore di tutti i tempi, il quale non ha
capito che alla gente basta una stretta di mano . La lezione di Giuda non paga
più . L’epoca che gli americani portavano bijoutteria è finita mentre rimane la
riconoscenza per le “grandi opere” che loro possono realizzare senza passaggi
burocratici, pur dovendo pagare sempre una tangente meschina. Gli ultimi
americani contemporanei non ne vogliono sapere di passare la pensione sulle
rive dell’Eleuterio preferendogli quella America che gli fa scordare persino la lingua natia.
Quindi dobbiamo avvisare il mio amico arch. Fiducia di modificare il progetto
del cimitero utilizzando diversamente la zona delle tombe faraoniche (si parla
di minibar, sdraio, ombrelloni, majorettes…) previste per gli americani …di
ritorno. Altrimenti chi li potrebbe comprare questi loculi ?
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