Si può fare di più |
Ci sono vari tipi di carnevale. Mi ricordo
quello di Milano (che dura di più sino a sabato) quando preparavi il tuo
costume (molti lo affittano ) e la sera anzicchè andare in piazza prendendo stradine e vicoli
andavi a destinazione e incontrando altre maschere come te scambiavi commenti e
saluti. In particolare ne ricordo uno quando ci demmo appuntamento alla fermata
del tram più vicina, e venimmo recuperati dal tram che ,appositamente noleggiato,
e ci divertimmo a vedere le facce di chi aspettava alla fermata mentre
li invitavamo a salire nel tram dove ben due gruppi musicali accoglievano gli ospiti tutti rigorosamente mascherati.
C’è quello di Venezia ormai riservato ai giovani che sfuggono la riservatezza e
se non sono almeno gruppi di cento non sanno stare al mondo e quindi crollano .
Poi ricordo quello nelle marche che si
svolge casa per casa e vedere quelle maschere ti senti come comparsa in un film
in costume. Ora da qualche anno il buon Taormina in tempi reali ci rifila le foto del nostro
carnevale locale. Più di una volta ho analizzato quelle foto, le ho ingrandite
ne ho cercato altre e alla fine mi sono rifiutato qualsiasi commento. Sciatteria.
Nessun costume. Stracci addosso taroccati da costume. E’ l’alibi
dell’aggregazione forzata. Della mancanza del buon gusto, camuffata da aridità
mentale e organizzativa. Si vuol fare in qualche giorno quello per cui altri
dedicano mesi e settimane. Tralasciamo i carri. Si potrebbero giustificare con
la mancanza di fondi. Tipico l’esempio dello scorso anno quando
l’amministrazione comunista affidò al solito Salvino Di Sclafani un paio di migliaia di
euro riuscendo in quella farsa (appunto
) di riuscire in mezza giornata a deliberare il tutto anche ad uffici chiusi.
Ma la sciatteria è tipica di chi non vuol fare nulla senza nulla, oppure o
tutti con il costumino di zorro o con una pentola in testa. Ora non cerchiamo
paragoni con Venezia o Milano , ma vivaddio , almeno uno su cinquanta ci
dovrebbe essere…
Questo è un evento che si ripete tutti gli
anni e quindi visti in parrocchia sempre le stesse facce che ci gratifichino
iniziando a produrre costumi in “proprio” o almeno che qualche mese prima
“affidino “ alle famiglie l’incarico di almeno un costume su dieci a regola
d’arte.
Questi fatiscenti organizzatori hanno qualche
attenuante. Se quelli della San Ciro in decenni (o meglio secoli) non sono
riusciti a creare-acquistare-realizzare nemmeno un costume l’anno per la
dimostranza come si può pretendere che
la struttura della parrocchia possa avere menti pensanti in tal senso. Fatta
eccezione per la squadra di calcio (li si che ci vuole organizzazione) in nessuna altra attività
vediamo sprecare l’uso del cervello. Eppure si raccolgono i fondi (si parla di
budget mediamente di circa 20-30.000 euro)
mai da nessuno controllato (speriamo che almeno il parroco lo faccia) e
in mezzo a questo turbinio di danaro non si possono investire 2.000 euro l’anno
per i costumi ? Basta toglierli dal budget milionario dei fuochi d’artificio … Del
resto anche le famiglie o per meglio dire i privati non ne sentono il bisogno …
ma di grazia si può sapere cosa interessa la collettività ?
Nessun commento:
Posta un commento