Santa Kaus degli slavi a Milano |
Sono passati una trentina d’anni quando passai la settimana prima della
Settimana Santa fra Grecia e Turkia. Arrivava
la sera e soprattutto in Turkia se non facevi parte del giro ortodosso eri “straniero”.
Più facile in Grecia perché lì conoscevo più gente dal punto di vista religioso
e cosi un amico mi segnalò una chiesa per seguire i riti di una lunga quaresima
che gli ortodossi rispettano totalmente. Mi sedetti fra le prime file e
assistetti ad un alternarsi di “cantori” che seduti nel coro avrebbero occupato
a turno il posto del cantore di turno. La cosa sarebbe durate tre giorni perché
in pratica era una via Crucis “cantata” da tantissimi cantori. Già la cantilena richiedeva attenzione non solo perché era in
un greco “ecclesiale” (tipo le nostre messe cantate) ma il passo cantato era in
un qualche modo recitato. Riuscivo , grazie a quel poco di greco moderno che
conoscevo, i vari passi aiutato dai nomi e termini citati . In un certo qual
modo mi ricordava i nostri canti della passione che si ripeteranno prossima
settimana e che verranno spiegati una di queste sere a cura di Franco Vitali. Allora
ho sentito il desiderio di ripescare quella sensazione avuta trentunanni fa e
sono andato a Mezzojuso e mi sono rituffato nell’atmosfera dei fratelli
ortodossi . Passare una giornata confrontando e riscoprendo i riti di questi
giorni è un esperienza che dovrebbe interessare chi ha prima la preparazione
dell’antropologo e poi il credente che
in questo caso si sostituisce all’antropologo nel voler approfondire i vari
riti e significati. E cosi venerdi sera tornerò a Mezzojuso per ascoltare , questa
volta in lingua , i loro canti della passione.
Non potevo non visitare il Monastero di San Basilio con l’annessa biblioteca
dove ho trovato un antico quadro dello Skandeberg (eroe nazionale albanese)
circondato da centinaio di volumi di argomento religioso in lingua greca. Poi ,
altra scoperta, il patrono di Mezzojuso è San Nicola di Bari di Mira e degli slavi. Meglio conosciuto
come Babbo Natale o Mikulash o Santa Klaus.
Vorrei chiudere ringraziando Matteo Cuttitta bibliotecario delicato ed
educato, esperto restauratore e, spero mi annoveri fra i suoi allievi,
Perniciaro Salvatore conoscitore prezioso dell’arte bizantina, dei significati
rituali e massimo dicitore della “logistica” dei riti, Vittoriano Buccola che dopo secoli
assicura continuità alla comunità albanese ed infine Dora Buccola che mi ha
promesso che mi permetterà di leggere la sua tesi ricca di almeno 20 pagine di bibliografia
arbreresh.
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