STORICO PER CASO
Se non fosse per la monotonia dei temi che siamo costretti a trattare, “l’appello” lanciato dallo smarrito arch. Pier Giuseppe Sciortino ,
già altre volte apprezzato per motivi umanitari non meriterebbe
commento. Primo perché in altri luoghi a cominciare dall’assessore alla
cultura per finire ai due blog interessati avrebbero aperto un minimo di
dialogo in una comunità dove persino la cultura è relegata sempre a
badanti da trentanni pedanti vestali e chierichetti ritardati. Al nostro
arch. Che avrebbe dovuto invitare al referendum quella Corleone che
permise la presa di Palermo con la “trappola” tesa dal “miliardario
Garibaldi” al “corrotto secondo esercito del mondo”. Ora l’aver letto
qualche libretto “contro” ci fa diventare studioso un architetto che
esce dal seminato cosi frettolosamente riprendendo quella recente
teoria del “massone” Garibaldi che deve pagare l’affronto della presa
di Roma “ridimensionando” il potere temporale dei papi o della Chiesa.
Questa tesi è portata avanti da qualche anno da Angela Pellicciari (vedi
I panni sporchi dei mille e Risorgimento da riscrivere e altri). Un
altro negli anni settanta (1972 Carlo Alianello La conquista del Sud
Rusconi) rimpiange quello che non gli appartiene per non parlare del
diario del Cappellano don Buttà che segui il peregrinare dei reali
borboni in una drammatica testimonianza e ancora più recente Claudio
Fracassi Il( romanzo dei Mille della Mursia) per non parlare delle oltre
1000 pagine in tre volumi delle Memorie di Giacomo Margotti. Citazioni
più appropriate di quelle del Manzoni e dei suoi bravi o dei mafiosi che
dovunque li metti ci stanno sempre bene. Per non parlare di quella
scatola vuota della Ficuzza mai citata da nessuno testo di architettura
che si rispetti, proprio nel campo del nostro promulgatore di
referendum. La storia , questa storia, si può scrivere in mille modi
cioè più o meno come hanno fatto i mille di Garibaldi. Se può aiutare il
nostro a trovare pace gli ricordo che a Calatafimi morirono “solo sette
garibaldini” mentre noi siciliani eravamo sulle alture a guardare come
andava a finire…. E quando il “bandito Garibaldi” passò da Marineo i
nostri vecchi gridarono viva la calia perché non sapevano cosa fosse
Viva l’Italia. A Bronte come in altri posti si è verificato quello che
successe con il fascismo , il nazismo e i bolscevichi. Per non parlare
di inquisizione e via andare indietro. Cosa voglia dimostrare il
promotore del referendum ci sfugge e ci saremmo aspettati da lui
risposte a certi quesiti che riguardano il suo lavoro a cui mai nessuno
ha dato risposta mentre lui pretende “verità” storiche che dopo 150 anni
aspettano chiarimenti “logistici” di come avvennero i fatti. Questa
meraviglia economica del regno del sud
è ancora tutta da dimostrare e se sono bastati 1000 sbandati con
camicia rossa a far fuori la seconda potenza del mondo temiamo che
questa potenza era composta da certi storici avventati, sino ad oggi a
noi sconosciuti, ma che aspettiamo di apprezzare non come lettori di
libretti ma proponendoci tesi discutibili. Dubito che ciò sia possibile
in una comunità dove la cultura è gestita da “una mentalità mafiosa”
ridotta a prostituzione. Dai architetto visto che ha aperto le danze ora
organizzi il veglione
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