Questa canzone l’ho scritta tanto tempo fa , quando portavo il teatro
dei pupi in giro per il mondo convinto di fare bene e spinto dalla disaffezione
di noi siciliani per le nostre tradizioni che richiedono impegno e fatica. Ero
sbalordito nel vedere alcune Congregazioni impegnarsi allo spasimo per “non
arretrare” o meglio non perdere “tutto”. Poi mi accorsi che tutte le Congregazioni
vivevano di “ rendita” sul lavoro di pochi. Poi vidi la “ferocia” dei giudizi
dei “passeggiatori e passeggiatrici” del corso e mi avvilii. Poi ricevetti il
colpo di grazia da un politico “cannibale” che divorava i suoi stessi
compaesani come ugolino fece con i suoi figli…
Poi assistei ad una serie di
funerali dove si trascinavano genitori dietro le bare dei figli… Poi ,l'altro giorno, mi fermò ,al mercato del giovedi, una signora. “Lo sa cosa
mi disse mio nipote durante lo spettacolo dei pupi quando lei lo faceva a
Monreale ? “ rimasi perplesso e imbarazzato. “ Stai zitta zia ! Mi fai perdere
il filo !” . Era il momento che Turpino giungeva a Roncisvalle e raccoglieva i
corpi dei Paladini morti mentre scorreva la canzone qui sotto riprodotta.
Era la zia di Alessio. Quel ragazzo che grazie a Piazza Marineo ci
viene ancora ricordato ogni giorno. Io non lo ricordo questo ragazzo, ma
ricordo lo strazio di un genitore che sopravvive ai propri figli. Uno strazio
senza età.
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