DEDICATO A DUE AMICI CONFRATI CHE HANNO AVUTO IL CORAGGIO
DI DIALOGARE CON ME.
Questa volta sono stato convocato.
Ero agitatissimo e sorpreso. Sicuramente per quello che avevo scritto per il pellegrinaggio.
Mi sono detto che non è detto che per essere un confrate bisogna avere certi
requisiti … Insomma ero indeciso se andare o mettere delle condizioni. Perché qualche
confrate è più furbo che devoto, più linguacciuto che tollerante e cosi via. Poi
ho riflettuto che se San Ciro ti convoca tu devi andare senza se e senza ma…Quindi
camicia e cravatta e corri… Ho scartato il saio da penitente per non lasciare
dubbi. Mi sono augurato di non trovarmi in un improvvisato tribunale di
confrati e dopo il solito saluto “Salve martire San Ciro…” mi sono predisposto
all’ascolto con animo sereno. Non altrettanto fu Lui che mi aggredì in tono
violento che alla fine ebbi poco spazio per replicare. “Tu attacchi sempre e
solo i miei. Non trovi che difetti, denigri chiunque si occupi del mio
magistero,…” Tentai di fermarlo, ma fu impossibile. Allora mi ricordai di usare
la tattica insegnatami dal loro confrate più famoso e noto: non dargli la
soddisfazione di rispondere o di sentirti in difficoltà. Figuratevi se la
potevo applicarla su San Ciro e allora insistetti: la forza della nostra
religione è proprio quella del perdono e della chiarezza. Se questi confrati
mai hanno accettato il dialogo debbo credere che mi danno ragione. “Mi sentii
strattonato , spinto e …”.Io non avrei mai creduto che San Ciro fosse passato a
vie di mezzo… ed infatti non era lui ma le sue donne. E cosi lui mi spiegò
tutto quello che io avevo raccolto nella mia agenda come “rancore conservato a
futura memoria”. Mi spiegò che l’aver boicottato le “ipotesi su San Ciro” era
per salvaguardare il culto del Santo e per non destabilizzare la fede della
gente semplice, che la battuta sull’immobiliare San Ciro era pretestuosa in
quanto l’immobile è intestato alla Parrocchia, che … insomma mancava poco e mi
sarei trovato che sono prezzolato per denigrare i confrati e soprattutto alcune
consorelle. Poi mi resi conto che San Ciro non era marinese e quindi pur
essendo presente a Marineo da illo tempore il suo dna lo portava a credere a
tutto quello che il suo “personale” gli suggeriva. Ora iniziava il solito
sistema marinese del tu mi hai detto ed io ti rispondo che non avrebbe portato
a nulla perché sia a questa che alle altre confraternite manca la comunicazione
e l’umiltà in quanto intendono il fare come fare per se stessi. Convenni che
aveva ragione e lui subito propose di andarci a mangiare una pizza tutti
assieme. Gli feci notare che io ero marinese di nascita e faccio fatica a
barattare il mio rancore con una pizza. Mi avvicinai a Lui e le dissi in un
orecchio : guarda che la favola della destabilizzazione del culto con le
ipotersi su san Ciro è una bufala e “questi due figuri” tali rimangono sino a
quando non si scuseranno. Allora decidemmo che in tale attesa saremmo andati
solo Lui ed io a mangiare la pizza. Allora gli chiesi di portare almeno le
ragazze e cosi lui si presentò con Eudocia e le altre …
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