sabato 25 febbraio 2017

QUEL CHE MI è RIMASTO DE L’ORA DELLA FINE DEGLI ANNI CINQUANTA




La lettera giunse alla Tabaccheria di Don Cicciuzzo. Chi la ricevette fra lo spaventato e avendo altro a cui pensare in quel periodo me la consegnò. Decisi di andare a Palermo e accettare l’invito. Mi accompagnò l’inseparabile Giovanni Perrone. Chi altri se no ? Gli intellettuali del tempo “vegetavano” al circolo culturale in Corso dei Mille e quelli attuali ancora erano allevati dalle balie a due per volta. Facemmo non poca anticamera perché il portiere in Piazzale Ungheria non ci ritenne degni di essere annunziati visto che avevamo pantaloncini corti. Dopo un po’ scese Cimino brontolando sulla “non puntualità dei provinciali”. Ovviamente quando seppe che eravamo lì da oltre un ora sgrido il portiere per la sua negligenza. Ci fece accomodare nel suo ufficio e imbarazzatissimo non sapeva da dove cominciare perché si aspettava due “adulti” e si trovava invece due preadolescenti del tempo. Il suo obiettivo era vendere il giornale in provincia e quindi puntò sulla nostra giovanile inesperienza e irruenza. Infatti spesso mi correggeva gli articoli perché “non si può dare dello scemo” al tizio o definire un prete “arrivista” e via cosi. Erano gli anni che la politica era peggio di oggi. In quei giorni Padre Tuzzolino “ci abbandonò” per dedicarsi alla “carriera di sindaco “  (spopolava Don Sturzo al tempo…)cosa che riportai in un articolo che fece epoca (a Marineo) e costrinse la nostra “guida archeologica” a rinunziare alla poltrona di Sindaco. I nostri scavi alla Montagnola , dopo un primo scatenarsi di critiche, prendevano piede ed avemmo  due grandi successi: il primo la visita del Prof. Tusa a Marineo ( che ci ricordò la trecagedia mortale del suo studente investito a Rocca Bianca), il secondo la visita dell’inviato speciale de L’Ora Roberto Ciuni che spopolava con i suoi reportage  dai vari paesi della Sicilia a cui dedicava il paginone centrale del giornale. Quel giorno che venne a Marineo io ero assente e quindi “quello che volevamo far sapere agli altri su Marineo…”  
Per Marineo avere un corrispondente de L’Ora fu straordinario e il giornale arrivò a vendere a Marineo 30 copie al giorno contro , oggi, le 50 del Giornale di Sicilia. Fu una meravigliosa Primavera che purtroppo presto fini con il mio trasferimento a Milano. “ Mi fai una presentazione per Milano ?”  chiesi a Cimino prima di partire. Allargò le braccia sconsolato. “dimmi tu come faccio ? a Milano ci sono i giornali della Curia e poi iòl Corriere della Sera il Corriere di Informazione , La Notte, Il Corriere Lombardo , Il nascente Giorno ecc.ecc. L’unico a cui posso presentarti è … L’Unità … Conservo ancora in qualche cassetto quella lettera che mi permise di entrare all’Unità in Piazza Cavour dove prestavo servizio dalle nove di sera a finire… Smisi quando l’Unità si trasferi nel palazzo da un “miliardo per l’Unità” ed io avevo bisogno di un lavoro che mi consentisse due pasti sicuri al giorno. Rimpiansi a lungo quella decisione perché quegli anni all’Unità mi insegnarono tante cose grazie ad un paio di persone meravigliose. Il destino volle che quando iniziai il Guglielmo lo stampammo proprio nello storico impianto rotocalco di color rosso di Piazzale Ungheria e vi trovai “esseri umani” di quel tempo per noi unico e irripetibile…   

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