La lettera giunse alla Tabaccheria
di Don Cicciuzzo. Chi la ricevette fra lo spaventato e avendo altro a cui pensare
in quel periodo me la consegnò. Decisi di andare a Palermo e accettare l’invito.
Mi accompagnò l’inseparabile Giovanni Perrone. Chi altri se no ? Gli
intellettuali del tempo “vegetavano” al circolo culturale in Corso dei Mille e
quelli attuali ancora erano allevati dalle balie a due per volta. Facemmo non
poca anticamera perché il portiere in Piazzale Ungheria non ci ritenne degni di
essere annunziati visto che avevamo pantaloncini corti. Dopo un po’ scese
Cimino brontolando sulla “non puntualità dei provinciali”. Ovviamente quando
seppe che eravamo lì da oltre un ora sgrido il portiere per la sua negligenza.
Ci fece accomodare nel suo ufficio e imbarazzatissimo non sapeva da dove
cominciare perché si aspettava due “adulti” e si trovava invece due
preadolescenti del tempo. Il suo obiettivo era vendere il giornale in provincia
e quindi puntò sulla nostra giovanile inesperienza e irruenza. Infatti spesso
mi correggeva gli articoli perché “non si può dare dello scemo” al tizio o
definire un prete “arrivista” e via cosi. Erano gli anni che la politica era
peggio di oggi. In quei giorni Padre Tuzzolino “ci abbandonò” per dedicarsi
alla “carriera di sindaco “ (spopolava
Don Sturzo al tempo…)cosa che riportai in un articolo che fece epoca (a
Marineo) e costrinse la nostra “guida archeologica” a rinunziare alla poltrona
di Sindaco. I nostri scavi alla Montagnola , dopo un primo scatenarsi di
critiche, prendevano piede ed avemmo due
grandi successi: il primo la visita del Prof. Tusa a Marineo ( che ci ricordò
la trecagedia mortale del suo studente investito a Rocca Bianca), il secondo la
visita dell’inviato speciale de L’Ora Roberto Ciuni che spopolava con i suoi
reportage dai vari paesi della Sicilia a
cui dedicava il paginone centrale del giornale. Quel giorno che venne a Marineo
io ero assente e quindi “quello che volevamo far sapere agli altri su Marineo…”
Per Marineo avere un corrispondente
de L’Ora fu straordinario e il giornale arrivò a vendere a Marineo 30 copie al
giorno contro , oggi, le 50 del Giornale di Sicilia. Fu una meravigliosa
Primavera che purtroppo presto fini con il mio trasferimento a Milano. “ Mi fai
una presentazione per Milano ?” chiesi a
Cimino prima di partire. Allargò le braccia sconsolato. “dimmi tu come faccio ?
a Milano ci sono i giornali della Curia e poi iòl Corriere della Sera il
Corriere di Informazione , La Notte, Il Corriere Lombardo , Il nascente Giorno
ecc.ecc. L’unico a cui posso presentarti è … L’Unità … Conservo ancora in
qualche cassetto quella lettera che mi permise di entrare all’Unità in Piazza Cavour
dove prestavo servizio dalle nove di sera a finire… Smisi quando l’Unità si
trasferi nel palazzo da un “miliardo per l’Unità” ed io avevo bisogno di un
lavoro che mi consentisse due pasti sicuri al giorno. Rimpiansi a lungo quella
decisione perché quegli anni all’Unità mi insegnarono tante cose grazie ad un
paio di persone meravigliose. Il destino volle che quando iniziai il Guglielmo
lo stampammo proprio nello storico impianto rotocalco di color rosso di
Piazzale Ungheria e vi trovai “esseri umani” di quel tempo per noi unico e
irripetibile…
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