Oggi sono stata invitata nella Scuola
elementare di Marineo per incontrare gli alunni delle classi quinte e
affrontare insieme alcuni argomenti da non dimenticare. Lo spunto principale è
stato il fatto che io conosco personalmente la signora Helga Weissová-Hošková di cui abbiamo parlato nell’articolo dedicato
a Terezín.
Le maestre si sono documentate, hanno
trovato sull’internet i disegni della signora Helga e attraverso essi hanno
spiegato il destino degli ebrei durante la seconda guerra mondiale ai ragazzi.
Nell’introduzione ho riportato il
racconto della mia amica Helga che nella ‘selezione’ ha dichiarato di avere più
anni e così non è stata separata dalla sua mamma e ha potuto seguirla nel campo
di lavoro e non nel campo dello sterminio.
Le maestre ed io abbiamo cercato di non spaventare i bambini, non
abbiamo detto che i loro coetanei morivano più facilmente perché erano un peso.
Eppure nelle numerose domande si è ripetuta proprio questa: che sorte hanno
avuto i bambini separati dai genitori? Un’altra domanda intelligente è stata:
come ha potuto Hitler convincere tante persone della sua teoria della “razza
pura”. Qui abbiamo fatto un parallelo con i giorni nostri e abbiamo
sottolineato come la paura del diverso, anzi il rifiuto di chi bussa oggi alla
nostra porta, ha un germe in ognuno di noi, nel nostro orgoglio di sentirci
migliori degli altri.
Parlando del secolo scorso abbiamo affrontato anche un altro argomento da non dimenticare: la dittatura comunista nei Paesi satelliti e nell’Unione sovietica. Certo i lager c’erano solo in Siberia e le atrocità di Stalin erano magari limitate ma non vogliamo dimenticare che togliere l’iniziativa personale, la libertà d’espressione e soprattutto la fede in Dio imponendo l’ateismo di Stato, sono stati pure dei gravi crimini. Io ho invitato i ragazzi a tenere cara la loro libertà personale, di ragionare con la proprio testa e di non lasciarsi manipolare.
Devo fare i complimenti alle maestre perché
i ragazzi sono stati molto bene preparati – lo dimostravano le loro domande – e
concentrati per il lungo tempo. Altrettanto mi hanno stupito le moderne
attrezzature in dotazione della scuola. Io sono già 10 anni in pensione e
quando ho lasciato una scuola superiore di Milano non c’erano. Ringrazio per
l’invito della maestra Rosa Maria Danna che mi ha permesso di tornare in mezzo
ai ragazzi, questa volta grandi come due miei nipoti che non vedo molto spesso.
Spero di aver dato un contributo per non dimenticare.
Marineo,
02.02.2017 Růžena Růžičková
In un altro
articolo abbiamo raccontato la scuola australiana dove fummo colpiti dall’efficienza
globale di ogni classe e di tutto l’istituto e descrivemmo la scuola dei nostri
nipoti come “fantastica”. Intanto spaziosissima dove ogni classe aveva
addirittura a disposizione un piccolo orto gestito e curato dagli stessi
ragazzi. Poi il prof aveva la cattedra e poi una sua scrivania personale con
due compiuter, fax , stampante e scanner e televisore. Quasi sempre i ragazzi
ascoltavano le lezioni seduti per terra seguendo i docenti su un grande
schermo. Ogni ragazzo aveva una sua responsabilità di classe e per tutta la
giornata (tranne la ricreazione) non volava una mosca. L’ultima mezzora riunione
di istituto o delle varie sessioni. Pomeriggio un infinità di attività (sport,
danza, canto ecc.ecc). A fine lezione il prof man dava una mail a tutti i
genitori commentando la giornata. I genitori diventavano insegnanti di sostegno
dove fosse necessario o potevano seguire l’andamento delle lezioni o
partecipare agli incontri consapevoli che erano ospiti. Ma anche la nostra scuola, grazie ai docenti è sulla buina strada...
A nome di tutte le insegnanti di V ringrazio te , cara Ruzena ,per l'interessante testimonianza offerta ai nostri ragazzi riuscendo a "catturare" la loro attenzione per un'ora e mezza e favorire la riflessione su alcuni valori e diritti che ancora oggi (purtroppo) vengono calpestati. Grazie ancora e.. alla prossima !
RispondiElimina