Caino |
Qualcuno
crede che i gesti non esaltanti ricadano su chi li fa senza influenzare gli
altri. Se è un privato potremmo accettare questo principio, ma se si tratta di
rappresentanti, amministratori, personaggi della cultura rifiutiamo questa ,
ormai consueta abitudine. Ma andiamo in ordine. Già tempo fa ci scusammo con
l’allora assessore alla Cultura perché ci esprimemmo in un modo che invadeva la sua vita privata. Mai visto un
simile gesto tranne quando ci scontrammo con il poeta che si esprime al meglio
quando tratta di certe espressioni o emanazioni del corpo umano. Ci scusammo i
due : mai visto un altro gesto del genere in una società così perfetta come la
nostra. Poi altri piccoli casi sino ad un altro recentissimo dove viene
coinvolto un (posso) amico, almeno da me stimato per la sua ilarità ,vena
artistica e vera capacità. Non avevamo finito di apprezzare il suo lavoro
(presentato questa estate) che l’amico cade in una imboscata. Nello stesso
tempo si esibisce in un canto un “po’ leggero” che colpisce la nostra
sensibilità di cattolici, di bigotti, di moralisti, di ritardati e cose del
genere. Tutti tacciono. Qualcuno avvia il recupero insultando il sottoscritto
per lesa maestà, per volgarità, per malizia. Qualche amico va oltre: fai schifo
sei in malafede. Sempre io. Grazie ma ho le spalle larghe. Tutto si sposta su
di me che mi sono permesso di segnalare la cosa… Come mi permetto? Sono l’unto del Signore e cretinate del genere. Ultimo episodio. Da
anni ormai lotto contro gli autori che vengono a conferenziare a Marineo
definendo la nostra comunità “mafiosa” e cose del genere, contro chi davanti il
sagrato della nostra chiesa madre
insulta il Papa e la
Chiesa. In presenza di ex preti, cattolici comunisti, atei di
testa e cose del genere. Spalleggiati dai nostri malati di cultura riformista,
di sapere malato, di asserzioni velenose. Sino a quando si discute ci sta bene,
ma quando queste cose si spacciano per verità allora ci ribelliamo. Abbiamo
invitato la signora Fiume a non
scagliarsi contro la nostra comunità non solo in quanto ospite ma perché ormai
i mafiosi si sono auto estinti per cretinaggine e sono ancora tenuti in vita
dagli stessi intellettuali che apparentemente, non avendo altri argomenti, li
combattono . Debbo ringraziare la signora Fiume e darle atto che il suo
intervento è stato chiaro limpido delicato e lineare. Riconosciamo in lei
totalmente tutte le cose positive che si dicono su questa docente – storica -ottima ricercatrice. Non
oserò certo io a qualificarla professionalmente. Ma aggiungiamo che vogliamo
scusarci se altri interventi che sono stati definiti prolissi (quando mai no) e
qualche modo scomposto da osteria della Casa del Popolo davanti a quattro gatti
venuti solo per rispetto alla Prof.ssa Fiume. Ci scusiamo se a fine serata è
stata abbandonata all’osteria all’angolo venendo meno a quel senso di
ospitalità di cui noi marinesi civili andiamo fieri. Questo nostro assessore
alla Cultura, che mi si accusa di attaccare sempre, se è stato capace di
organizzare, scrivere sul suo blog (con allegati chilometrici) poi non dice una
parola lasciando altri (non voglio giudicare il loro intervento) molto meno adatti. Anziché inviare commenti
cretini qualcuno provi ad analizzare i fatti e fare autocritica, cosi come faccio
io in ogni occasione. Totus non
può offendersi “dopo”, il dottor Benanti la smetta e torni “ degno uomo di
cultura”, agli altri non diciamo nulla perché questi “dirigenti” sono là non
per meriti ma grazie a degli errori commessi da altri dirigenti che c’erano prima. A lei ,
Dott.ssa Fiume non le succederà più di essere abbandonata perché nei mille
difetti di noi marinesi non esiste la scortesia. Spero che ci vorrà onorare un'altra volta e troverà le
nostre case aperte . Ci sentiamo un po’
come il bar Pedrocchi: senza porte .
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