DIES ACADEMICUS 2014/1
Chi frequenta
l’Ambrosiana sa che nell’Accademia Ambrosiana la Classe di Slavistica è
un fiore all’occhiello. Ora sotto il Prefetto Buzzi abbiamo visto un
mons. Braschi attivissimo e caricatissimo in questo ruolo. Due figure di
grandi viaggiatori e tessitori del mondo della slavistica , che sul
filo di eventi fondamentali intessono relazioni che ogni giorno portano
un grande arricchimento.
A
prima vista sembrava un asta di libri di Antiquariato: volumi e tomi
che si scambiavano e consultavano e a dir il vero c’era un filo di
“arricchimento” nell’aria. Gli scambi di edizioni pregiate che da oggi
andranno ad arricchire le varie biblioteche e soprattutto l’Ambrosiana.
Si è iniziato con l’emozione dell’atto accademico e consegna dei diplomi
ai neoaccademici. E li vedevi in ordine , come studenti alla laurea,
rispondere alla chiamata e gli leggevi l’emozione che provavano a essere
chiamati in una “classe” unica, rara. Pavel Ambros di Olomuc, Slavia
Barlieva di Sofia, Michail Bibikov di Mosca, Alexander Filonenko di
Charkiv Char’kov,Jitka Kresalkova di Milano e Praga, Ol’ga Sedakova di
Mosca,Konstantin Sigov di Kiev,Sergeius Temcinas di Vilnius.Il lettore e
gli interessati ci scuseranno se stiamo saltando accenti che storpiano i
loro nomi.E’ bene precisare che seppur grandi accademici di saggia età
non mancavano fra loro giovani professori.
Poi
Evermod Geiza Sidlovsky ha presentato e donato alla Ambrosiana il
prezioso evangelario della “unica” biblioteca Strahov luogo magico dove
gli amanti dei libri sono autorizzati a sognare. Axinija Dzurova di
Sofia ha descritto e raccontanto il prezioso “libro per varie
occorrenze” del paleolitico ambrosiano di cui se ne conoscono solo tre
copie. A me è sembrato uno di quei libri d’ore rinascimentali che si
usavano in viaggio incisi alla perfezione.
Bellissima
esposizione a opera del prof.Sergejus Temcinas di Vilnius “La
tradizione libraria in rus’ka mova nel Granducato Lituano e nel regno di
Polonia come modello di integrazione culturale” colmando e chiarendo
una lacuna che la sua esposizione ha esposto in modo dettagliatissimo ed
esaustivo. Aiutati da una precisa traduzione italiana abbiamo potuto
seguire la relazione in russo altrimenti per noi intelligibile.
Affrontando un vasto arco di tempo ha portato la sua tesi in mezzora
fitta di riferimenti storici e filologici …come usa fra loro.
Impossibile elencare accademici(l’immancabile console svloveno) e
autorità ma citiamo solo il Console Aletti e signora che gongolavano
felici vista la vasta presenza di studiosi cechi.
Gongolavano anche Buzzi e Braschi il primo per aver “acquisito” alla sua biblioteca preziosi volumi-lavori il secondo perché meglio non poteva andare il suo Dies Academicus 2014.
Abbiamo
gongolato anche noi che temevamo in ogni momento di essere allontanati
in quanto non titolati seppur possessori di una non disprezzabile
biblioteca e dobbiamo alla protezione della dolcissima signora Valeria
Aletti che con il suo sorriso ci proteggeva.
Domani
impegnatissimi dalle ore 9 alle 17.30 per onorare il titolo
dell’incontro “Libro manoscritto e libro a stampa nel mondo slavo (XV-XX
sec.).
DIES ACADEMICUS 2014/2
Si
è concluso il dies academicus 2014 con la intensa seconda giornata di
lavori. I Presidenti hanno dato un buon ritmo alle proprie sezioni
riuscendo a coprire , dove era possibile, la lentezza della materia.
Mons. Braschi dovrà correggere qualche
piccola
discrepanza che non ha danneggiato le due giornate ma migliorerà le
future. Tra la sala che ha un acustica pessima e i microfoni “a caso”
più che ascoltare dovevamo intuire. Se aggiungiamo che molti accademici
parlavano in italiano non essendo italiani si
ha un’idea del perché avevamo tutti l’orecchio rivolto alla presidenza
contorti sino a quando si capiva cosa ci veniva detto. I video alcuni
interessantissimi ed utili erano pressocchè intelligibili prima a causa
della prima finestra che “illuminava il video” e infine le luci si
potevano abbassare . Ottima la presenza del personale oltremodo cordiale
e premuroso. Degli interventi se possiamo scegliere andiamo da quello
del nuovo accademico Sergejus Temcinas di Vilnius (anche grazie alla
lunga scheda in italiano che ci ha permesso di respirare aria accademica
e quindi per noi il miglior intervento a quello della Prof.sa Pelusi
di Venezia da cui siamo stati in parte salvati da Kostantin Sigov di Kiev. Molti li abbiamo già incontrati durante il caso “Cirillo e Metodio” altri già famosi per i loro ruoli originali mentre con i cechi trovi sempre come rivivere gli ultimi cinquantanni della loro storia in parte vissuta assieme.
Questa
classe accademica produrrà ottimi risultati a beneficio della
slavistica con la speranza che non si raffreddi l’entusiasmo, passato
l’evento di Cirillo e Metodio.
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