domenica 8 giugno 2014

LA PASQUA ROSADA



Senza voler rubare il mestiere ai biblisti e soprattutto ai teologi la festa di oggi ci offre uno spunto “quasi” personale. Mentre la gente costruiva la cosidetta torre di Babele gli prese quello che ogni tanto succede a Marineo: la certezza di raggiungere, eguagliare e “toccare” Dio. Più volte succede ciò sia a esponenti cattolici che atei unendoli in una spasmodica corsa che li confonde finendo nella geenna (per rimanere in tema). A Babele Dio non era ancora cosi permissivo e nel punire quei “muratori” gli fece dono della possibilità di confrontarsi in diverse lingue e quindi culture. Quello che a prima vista sembrò un castigo invece subito dopo apparve per quello che era :un dono. Tranne per quei due marinesi il mondo si arricchì. Tempo dopo , questa volta Suo figlio, una mattina , mentre ci faceva dono dello Spirito Santo (non si gasino i carismatici era per tutti) avvenne quello che era successo a Babel ma questa volta in positivo: cioè tutti parlavano la lingua degli altri mentre che a Babel non si capivano qui invece dialogarono per miracolo. Salvo quei due marinesi , uno perché forse si era appeso per via dei trenta danari l’altro perché cristiano e quindi nemmeno un miracolo avrebbe potuto salvarlo.

La Pasqua Rosada. Intanto si chiamava cosi perché si celebrava a Maggio, cosiddetto mese delle rose, quel giorno, appunto di Pentecoste, sia al tempo di Re Artù che di Carlo Magno qualsiasi cavaliere di razza, religione, casta fosse poteva partecipare al torneo indetto, forte di un salvacondotto . E cosi come più volte descritto dai nostri poeti maggiori (Ariosto, Boiardo ecc.) la sera la sala si riempiva di gente che parlava mille lingue , di costumi diversi e soprattutto di idee e abitudini quasi opposte. Per darvene una idea concreta ripassatevi il film Guerre stellari nella scena iniziale del bar dove tutte le specie animali sono presenti a cominciare dall’uomo in una armonia e naturalezza incredibili.

Noi si organizzava sotto tono (tutti i soldi servivano alle infami  famiglie di certi politici) questa Pasqua Rosada che durò sino a quando commisi l’errore di portarla qui nella mia Atene ideale. Il resto è storia recente dove bisogna imparare ad avere nemici ignoranti con cui non puoi competere e amici infidi che se li guardi non si differenziano per nulla dai nemici.

Ora al modo di Re Artù e Carlo Magno festeggiamo la Pentecoste , per noi Pasqua Rosada, in mezzo a una infinità di gente di altra cultura, lingua, abitudini diverse, ma siamo nella stessa sala alla stessa tavola. Qui dove una volta l’arabo dialogava con il normanno, l’ebreo con il cristiano , il greco con l’etiope e il musulmano con l’ortodosso. Qui dove bastano due politici per infangare tutto il resto della comunità.


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