LA PASQUA ROSADA
Senza voler rubare il
mestiere ai biblisti e soprattutto ai teologi la festa di oggi ci offre uno
spunto “quasi” personale. Mentre la gente costruiva la cosidetta torre di
Babele gli prese quello che ogni tanto succede a Marineo: la certezza di
raggiungere, eguagliare e “toccare” Dio. Più volte succede ciò sia a esponenti
cattolici che atei unendoli in una spasmodica corsa che li confonde finendo
nella geenna (per rimanere in tema). A Babele Dio non era ancora cosi
permissivo e nel punire quei “muratori” gli fece dono della possibilità di
confrontarsi in diverse lingue e quindi culture. Quello che a prima vista
sembrò un castigo invece subito dopo apparve per quello che era :un dono.
Tranne per quei due marinesi il mondo si arricchì. Tempo dopo , questa volta
Suo figlio, una mattina , mentre ci faceva dono dello Spirito Santo (non si
gasino i carismatici era per tutti) avvenne quello che era successo a Babel ma
questa volta in positivo: cioè tutti parlavano la lingua degli altri mentre che
a Babel non si capivano qui invece dialogarono per miracolo. Salvo quei due
marinesi , uno perché forse si era appeso per via dei trenta danari l’altro
perché cristiano e quindi nemmeno un miracolo avrebbe potuto salvarlo.
La Pasqua Rosada. Intanto si
chiamava cosi perché si celebrava a Maggio, cosiddetto mese delle rose, quel
giorno, appunto di Pentecoste, sia al tempo di Re Artù che di Carlo Magno
qualsiasi cavaliere di razza, religione, casta fosse poteva partecipare al
torneo indetto, forte di un salvacondotto . E cosi come più volte descritto dai
nostri poeti maggiori (Ariosto, Boiardo ecc.) la sera la sala si riempiva di
gente che parlava mille lingue , di costumi diversi e soprattutto di idee e
abitudini quasi opposte. Per darvene una idea concreta ripassatevi il film
Guerre stellari nella scena iniziale del bar dove tutte le specie animali sono
presenti a cominciare dall’uomo in una armonia e naturalezza incredibili.
Noi si organizzava sotto
tono (tutti i soldi servivano alle infami
famiglie di certi politici) questa Pasqua Rosada che durò sino a quando
commisi l’errore di portarla qui nella mia Atene ideale. Il resto è storia
recente dove bisogna imparare ad avere nemici ignoranti con cui non puoi
competere e amici infidi che se li guardi non si differenziano per nulla dai
nemici.
Ora al modo di Re Artù e
Carlo Magno festeggiamo la Pentecoste , per noi Pasqua Rosada, in mezzo a una
infinità di gente di altra cultura, lingua, abitudini diverse, ma siamo nella
stessa sala alla stessa tavola. Qui dove una volta l’arabo dialogava con il
normanno, l’ebreo con il cristiano , il greco con l’etiope e il musulmano con
l’ortodosso. Qui dove bastano due politici per infangare tutto il resto della
comunità.
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