A vedere le decine di operai con
quelle scale lunghissime ingombrare strade , incroci, marciapiedi e
carreggiate ti viene da chiedere :”ma di quale festa stiamo parlando ?” .
Maggio con tutte le sue feste mariane ? Il 2 giugno è festa (sic) laica
? Sarà il compleanno del paperon-manumanca ? No ! Niente di tutto
questo . O meglio tutto di tutto questo. Il nostro Super Superiore Pesco
ha avuto la brillante idea di iniziare a prepararsi “in tempo” per la
sua festa “principe” del Corpus Domini”, facendola partire dal primo
giorno dopo la quaresima sino alla vigilia di San Ciro. E’ un super
organizzato e la gente ha fiducia in lui e non gli fa mai mancare i
sostegni economici necessari perché lui sa tenere i conti. E’ l’unica
congregazione che ha conti “visivi” e soprattutto si vede che li
spendono tutti e bene. La gestione pesantemente dubbia di alcune altre
congregazioni su questo tema lascia molto a desiderare anche perché
eventi precedenti hanno dimostrato dubbia gestione economica. Il Pesco
quest’anno ha da farsi perdonare l’inquinamento dello scorso anno (si
doveva ribellare alla mascalzonata della carne senza sapore, dell’uso
simoniaco della carne). Doveva “gridare” che lui non entrava nel losco
gioco , abbinato con arte, al suo Corpus Domini. I quasi oltre duecento
chili di filetto usati al castello e poi “distribuiti” in buste di
plastica ai “fedelissimi” con aggiunta di sostanziosi caddozzi di casa
pupiddu (l’unico che non si è lamentato della festa della carne)e una
quota parte delle prelibatezze ordinate “fuori paese” e mai giunte ai
cittadini, il cuoco pagato oltre 15.000 euro per una cena riservata alle
famiglie dei “gerarchi” che ingioiellate e abbigliate dalla stilista di
regime poi avrebbero girato e sfilato in tutte le altre manifestazioni
in gruppo o “branchetto” , uniche spettatrici di eventi “piscia soldi
dallo stato”. Questa festa della “carne” abbinata al Corpus Domini è
stato un capolavoro della strategia di chi è uso a “ingrassarsi” con la
carne del popolo. Il Pesco che in autodifesa sancisce che “si trattava
di due cose separate e che a lui interessava solo la sua di festa” ha
subìto l’invasione difendendosi alla marinese: a mia chi minni futti di
l’autri ! Intanto durante la sua festa girava quell’osceno (quasi porno)
manifesto di carni e sapori e soprattutto quel “contratto bolscevico”
che la amministrazione manumanca stilava e che sarebbe diventato una
supposta da oltre 120 mila euro per la futura amministrazione. Una delle
tante supposte lasciate e che sino ad oggi la giunta Rarbaccia subisce
senza lamentarsi “per amore della pace” o come diremmo noi per puro
masochismo.
Ora
speriamo che il parroco ci risparmi deleghe educative a certi
avvelenatori “ufficiali” per spiegarci altre interpretazioni della
nostra religione. Che poi guarda caso sono gli stessi che stanno zitti
davanti ad aggressioni indecorose , non provate, ma convalidate e
condivise. Come dire che c’è sempre un Giuda a piede libero …
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