martedì 31 marzo 2015

LI MADONNARI


Cantata da Salvo Cassetti
Testo di Onofrio Sanicola
Santa Maria delle Grazie si trova a pochissimi chilometri da Mantova. La chiesa ospita una rara collezione di ex-voto in cartapesta quasi tutti di soldati scampati alla morte. Nella prima cappella a sinistra è sepolto l'autore del Cortegiano: Baldassere Castiglione. Nel grandissimo sagrato della chiesa si svolge tutti gli anni il "raduno dei Madonnari" . Questi artisti "senza patria" dipingono con i loro gessetti sul nudo pavimento le loro madonne . In una di queste manifestazioni è stato ospite il nostro Teatro dei Pupi ed in questa occasione abbiamo presentato la canzone . Ovviamente i madonnari sono sempre presenti nelle grandi città e i loro dipinti , durano quanto tiene il tempo. C'è sempre un berretto o una scatola che invita la gente a depositarvi una moneta . 

lunedì 30 marzo 2015

MARTEDI

 
LE BEATITUDINI
Cantate da Salvo Cassetti
Testo adattato da Onofrio Sanicola

MARTEDI'
"Cenere in testa e acqua sui piedi. Una strada, apparentemente, poco meno di due metri. Ma, in verità, molto più lunga e faticosa. Perché si tratta di partire dalla propria testa per arrivare ai piedi degli altri. A percorrerla non bastano i quaranta giorni che vanno dal mercoledì delle ceneri al giovedì santo. Occorre tutta una vita, di cui il tempo quaresimale vuole essere la riduzione in scala."
Pentimento e servizio. E' questa la chiave di lettura della Quaresima per il grande vescovo Don Tonino Bello. Un cammino di ri-conversione che partendo dal pentimento del primo giorno in cui la cenere cosparsa sul capo agisce violenta "come grandine" che scuote la quiete delle pie devozioni, e ci indirizza verso un cammino di cambiamento che conduce alla cena del Signore dove i piedi del prossimo divengono l'obiettivo del nostro andare per il mondo. Offrirsi come dono per gli altri mettendosi al servizio della comunità e, in essa, degli ultimi e dei più poveri.
(Nino Di Sclafani) 


ALCUNE RIFLESSIONI SU PECCATO DI MAFIA DI ROSARIO GIUè




EDB, Bologna, 2015  , Pag.114 , Euro 10

Ho letto il libro di  Rosario Giuè: Peccato di mafia (Potere criminale e questioni pastorali) con molto interesse ma anche con molta trepidazione come mi succede di fronte ad ogni male. Erano i giorni in cui papa Francesco a Napoli il 21.03.2015 riprendeva le famose parole pronunciate dal papa Giovanni Paolo II ad Agrigento nel 1993: “Nel nome di Cristo, crocifisso e risorto, di Cristo che è via, verità e vita, mi rivolgo ai responsabili: convertitevi, un giorno arriverà il giudizio di Dio!” e le cambiò in “Convertitevi all’amore di Dio e alla giustizia.” Questo accento sulla giustizia mi sembrò importante nel sud d’Italia dove può succedere che si faccia confusione fra il peccato e il reato – come dice l’autore del libro.
Nello stesso giorno si è svolta la ventesima  giornata della lotta contro la mafia a Bologna guidata da  don Ciotti con l’Associazione ‘Libera’. A quella dell’anno scorso papa Francesco ha mandato le parole rivolte ai mafiosi (21 marzo 2014): “Per favore, cambiate vita, convertitevi, fermatevi, smettete di fare il male!” Non c’è bisogno di sottolineare più che, dal Pontefice della Chiesa cattolica vengono i messaggi chiari. 
Nella prefazione del libro troviamo invece l’affermazione: “La Chiesa italiana spesso appare come un’istituzione autoreferenziale, chiusa nelle proprie logiche di sopravvivenza, che lascia soli i martiri in terre di mafia.” Il giudizio mi sembra molto severo ma non conosco a sufficienza la situazione siciliana per poter esprimermi.  In seguito l’autore mi porta su un terreno ancora più incomprensibile alla mente umana – l’olocausto - quando dice:  “come non è più possibile fare teologia e pregare e passare sotto silenzio ciò che è accaduto ad Auschwitz, allo stesso modo oggi non è possibile essere Chiesa senza farsi carico del peso del dolore umano dei poveri e delle vittime”. Non voglio fare teologia ma voglio pregare anche se non capisco ciò che è successo ad Auschwitz e mi aiuta la risposta di un rabbino ebreo data alla domanda: “Dove era Dio ad Auschwitz” che diceva “Era con noi nelle camere a gas”. Similmente mi porta un po’ fuori strada l’autore quando interpreta diversamente da come lo capisco io il sacrificio di Gesù :“La logica sacrificale è stata utile anche a stabilizzare il dominio dei prepotenti, a giustificare o a non contrastare anche il potere mafioso”… nell’  “accentuata  spiritualità del sacrificio e della sopportazione in tanti riti e processioni sulla passione di Gesù.” Lo nota l’autore ma io ho partecipato a molti riti pasquali  in Sicilia e mi hanno aiutato a vivere profondamente questo momento cruciale del cristianesimo. Li ho apprezzato maggiormente perché quando ho vissuto nella Cecoslovacchia comunista eravamo privati di molte espressioni religiose che in Italia sono naturali. Sono delle vere ricchezze che sappiamo apprezzare solo quando ci vengono tolte?
Per quanto riguarda l’impegno politico della Chiesa l’autore deplora scarso interesse per i poveri, per la promozione umana e per le vittime della mafia. “Per decenni si è ritenuto di non doversi occupare delle questioni politiche, a meno che non fosse per la condanna del comunismo e della difesa della libertà religiosa e dell’istituzione ecclesiale.” I problemi del mondo sono sicuramente  numerosi  ed è vero che si devono condannare tutti i soprusi ma il comunismo minava l’esistenza stessa della Chiesa e la  condanna era doverosa e non sminuiva il male procurato dalla mafia. Mi succede spesso di incontrare in Italia la gente che ammira i principi del comunismo come molto simili al Vangelo dimenticando che un cristiano non può accettare la violenza come rimedio alla disuguaglianza sociale e soprattutto non può accettare l’ateismo militante dello Stato derivante dalla famosa frase di Karl Marx: ’ Religione è l’oppio del popolo’.  Per chi si vorrebbe fare un idea più precisa del periodo del comunismo posso raccomandare un libro appena uscito in italiano su un martire di comunismo Padre Josef Toufar “Come se dovessimo morire oggi” di Miloš Doležal, ed. La Casa di Matriona .
 “Per Gesù di Nazaret, la dignità e la libertà di ogni persona è importante.”  “Da lui si può imparare a resistere, con fiducia, al male. Resistere al male prodotto dalle mafie è prendere le distanze dal sistema circostante che lo causa e lo sostiene. Il potere politico-mafioso deve sapere con chi stanno i vertici della Chiesa, con chi sono i cristiani “impegnati” nella vita diocesana o parrocchiale.” La prudenza che all’autore spesso sembra eccessiva ci vuole in molti casi per non fare i danni maggiori. Inoltre penso che il cristiano sta sempre dalla parte del bene e che c’è un limite del compromesso che non può superare. Quando i comunisti  interrogavano i cattolici quasi si disperavano perché non riuscivano a far cambiare loro l’opinione, a farli collaborale o abbandonare la loro fede. Credo che così è anche nei confronti della mafia. Oltre un certo limite il cristiano non può accettare il compromesso.
L’autore esprime il suo dolore per la situazione in Sicilia con questa espressione: “Questo ‘Sud crocifisso’ è il segno dei tempi, l’appello di Dio al ministero ecclesiale e pastorale. ‘Deporlo dalla croce’ è il ministero fondamentale.” Lo capisco, anche il papa Francesco ha denunciato la corruzione e la disoccupazione soprattutto dei giovani come la privazione della dignità. Ma se vogliamo usare un’immagine così forte come il paragone con Gesù Cristo crocifisso dobbiamo anche accettare che Egli non è sceso dalla croce. Se accettiamo pienamente che Lui guidi la storia e noi siamo i Suoi strumenti , poi le cose cambiano ma non con i nostri tempi e non sempre con i nostri modi. Se permettete faccio ancora un paragone con la storia dell’Est europeo. Noi che ci vivevamo avevamo davvero impressione che quel tipo di male non cesserà mai che durerà “fino all’eternità” come leggevamo sui striscioni. Dopo 40 anni del deserto è arrivata la desiderata libertà. Potremmo aprire un altro capitolo chiedendoci se la sappiamo usare. Oggi ci troviamo sulla stessa barca con gli stessi problemi,  con la corruzione e la mafia, magari con le origini più recenti ma non meno aggressivi. 
24.03.2015                                                                            Růžena Růžičková


Ps. Quanto sopra chiamano  due osservazioni non da poco. La prima è del Cardinale di Praga Duka quando afferma che “gli anni cinquanta al lettore italiano ricordano Peppone e Don Camillo. Ma nel blocco sovietico la lotta tra il comunismo e la chiesa non fu altrettanto divertente”.
E anche altrettanto doloroso constatare che a Marineo il libro di Rosario Giuè  non si trova nelle librerie.

LUNEDì

Si è appena spento il clamore della domenica. Una domenica di giubilo, di grida festanti, di confusione per il figlio di David che entra in Gerusalemme a cavallo di un asino. Frusciare di palme, inni di acclamazione, mantelli che si stendono a terra prima del suo passaggio. E folla che gioisce ed accoglie il Messia. Peccato, però, che dopo pochi giorni quella stessa folla sceglierà, tra altrettanto vociare, Barabba inviando alla croce Gesù. Quanto è mutevole la nostra volontà, quanto siamo suscettibili al variare delle mode e dei tempi. Le gioie fuggevoli di un momento sono presto divorate dal fuoco da cui, come fenice, un'altra passione risorge, continuamente per donarci un altro provvisorio istante di ebbrezza. La vera letizia, la coerenza estrema, l'adesione totale alla felicità inestinguibile più che per l'ingresso di Gerusalemme passa per il Golgota.
(Nino Di Sclafani)

DIAMO A TRENTACOSTI QUELLO CHE è DI ...TRENTACOSTI !



Nulla di nuovo sotto la Rocca. Delle cose buone se ne appropriano tutti delle altre siamo sempre innocenti. Giunge il caso di un signore ex assessore di una giunta formata da quasi tutti brave persone (se si esclude chi li guidava e pochi altri) e si mette a fare quello che spettava fare alla presente amministrazione. Telefona si agista fa sopralluoghi e infine decide di fare una petizione raccogliendo prima un duecento firme e la chiude protocollandola a circa 400. Pungola il Sindaco di Santa Cristina, chiama il Commissario Provinciale, stimola il Comune di Marineo , che nel frattempo sono presi dal problema acqua e dal problema castello e quindi non se ne possono occupare. Si è vero che lui fa parte di quelli che debbono usare la Strada Provinciale Marineo-Santa Cristina , ma è anche vero che in primis se ne debbono  occupare gli enti. Insomma dopo aver bussato a tutte le porte ottiene che il Commissario Provinciale intervenga e cosi sabato mattina davanti a un bel gruppo di interessati la ruspa crea una deviazione quanto basta affinchè si torni a transitare seppur con precauzione. Fatto sta che la Strada Provinciale ha anche cambiato nome e ora si chiama Sp Santa Cristina Marineo perchè il Sindaco di Santa Cristina non si è dimostrato indifferente.
E’ chiaro che tutti ora sono i “salvatori della Patria” ma per una volta siamo corretti e diamo a Cesare quello che è di Cesare.
Il ripristino è dovuto al Signor Trentacosti . Diciamolo subito prima che il solito assessore vada in giro a dire che è merito suo…       

domenica 29 marzo 2015

NESTOS E LADRUNCOLO DI IDEE !




Un amico mi invita a “essere pio” perché siamo sotto Pasqua. Dedico a lui la canzone inserita ieri nel blog. Ma non posso dire messa se non sono nemmeno catechista !
Una popolare “striscia” televisiva al suo nascere mostrava prosperose ragazze che portavano dei fogli (allora in carta velina) ai redattori e quindi chiamate appunto veline. Il termine nasce dall’uso ,almeno sotto tutte le dittature prima e continuato anche in democrazia di “passare” delle veline che infine si traducevano in veri e propri ordini. Chi avesse la bontà di andarsi a leggere il GdS di Venerdi 27 marzo 2015 troverebbe la bella foto del nostro castello   circondato appunto dal contenuto della velina trasmessa dal nostro assessore alla cultura ad una giovane bella promessa del giornalismo. E’ chiaro che dove tutto è gestito dalla mentalità mafiosa nessuno riesce a farsi strada con le proprie forze e quindi come usa “tu sei lì perché ti ci ho messo io!” e cosi l’articolo uscito in anteprima sul blog di Pino Taormina è uscito il giorno dopo sul GdS. E’ un triangolo che si ripete e che per coprirlo, questo blog da un colpo al cerchio (manumanca) ed uno alla botte (Spataro). L’articolo purtroppo non ha nemmeno citato che la botte non si è mai visto nelle trattative con il Sopraintendente, ha dimenticato che chi costantemente ha tenuto legato il filo è stato il Pulizzotto (quello dell’antropologico) che può contare su una corsia preferenziale. Ignorato. More solito , sempre il bottaio , uso a appropriarsi di meriti altrui dimentica persino che il ritorno dei nostri beni archeologi e artistici sparsi non so dove non è una sua campagna di guerra e che l’operazione “Nestos” si deve proprio al nostro giornale e che lui se ne appropria cose è uso fare (vedi Giardino dei giusti) che a noi costarono un invettiva (vastasu) e lui se ne appropria . Gli diamo atto che conosce tante di quelle persone che gli forniscono dalle notizie, alle scoperte in Biblioteche che lui poi presenta come proprie. Ora quello che conta è il risultato ma ad una persona di “tanto nomine” un “cuffuni” di deontologia in più non guasterebbe .
Si è vero che lui è il nostro fontaniere, idraulico, scrittore, collocatore, spalatore di neve, salvatore della patria , ma non ci faccia credere che sia un topo di biblioteche quando sono gli altri che portano a lui le veline.
Nessuno è mai riuscito a moderarlo costringendolo a non inquinare tutto quello che fa. Veramente l’unico che c’era riuscito è stato il manumanca , che in partenza ci ha riempito di speranza grazie anche a collaboratori di grande qualità ma poi li ha persi uno per uno per strada, vuoi castrandoli vuoi “estinguendoli”,  superando in onnipotenza il nostro assessore mai eletto . Ora non si appropri più di meriti altrui e torni “uno fra pari” o vada a fare il portaborse al manumanca a Roma.
Stia nei limiti perché se è anche coperto da “grandi conoscenze” , Curie e Curiali ogni giorno che passa distrugge quello di buono che ha fatto in passato grazie ai suoi amici di allora. E noi siamo stanchi della sua fatua arroganza.

sabato 28 marzo 2015

APPUNTAMENTO DI AGGIORNAMENTO



Ciclicamente la Soat di Mezzojuso-Godrano organizza degli incontri atti a “informare” le variue categorie ad essa riferite. Abbiamo partecipato ad alcuni di questi incontri e possiamo confermarvi che sono di ottima qualità grazie a relatori preparati e noi che appena distinguiamo un melo da un ulivo siamo rimasti affascinati per l’esaustività dei temi trattati. Ci vorremmo soffermare su qualche aspetto che potrebbe migliorare i prossimi incontri. Il primo punto è che spesso sindaci e autorevoli esponenti regionali non si presentano per “contrattempi istituzionali” come se tutti gli altri fossero sfaccendati. Questo sistema oltremodo maleducato allontana spesso gli invitati o interessati agli incontri. Ma anche quest’ultimi, rendono spesso vani questi “corsi” partendo dal presupposto che loro sanno già tutto. Infine rimasi sorpreso quando ci accorgemmo che molti degli interessati non conoscevamo l’evento e che la stessa Soat non disponeva né di telefono ne di compiuter.
Spero che Arnone nel frattempo abbia alzata la voce a livello regionale perché persino il contadino senza la zappa non può certo zappare e se si vuole “arrivare” agli interessati ci si arriva o tramite il passa parola personale, tramite comunicazione postale e, oggi, tramite posta elettronica ovviamente costruendo nel tempo un archivio mail.
Intanto partecipiamo lunedì a questo incontro perché la parola “so già tutto” la conoscono solo i saccenti che di solito ….non sanno nulla.