giovedì 12 marzo 2015

NON SPORCATEVI LE MANI CON L'ACQUA

Ditemi un solo motivo che spinga un politico locale a “pensare”. Da parte loro sono convinti del bene che fanno alla comunità e se ne vantano con mogli e figli descrivendosi come semieroi, anzi lamentandosi del mancato riconoscimento della comunità. La maggior parte di loro sono cresciuti nella mangiatoia del denaro pubblico e non si sono resi conto che questo sistema sta cambiando. Questi figuri che siedono sopra i fondi dello stato a cui hanno accesso in modo diretto e indiretto trovano ancora qualcosa da mungere altrimenti eventi come gemellaggi , premi di poesia nella forma in cui si svolgono sarebbero da tempo in discarica. Loro cercano fra i rifiuti ancora qualcosa da spolpare e appaiono come zombi puzzolenti. Nessuno di loro è capace di far funzionare una cosa senza abbuffarsi di fondi pubblici che poi rendono conto in modo illeggibile o del tutto non leggibile.
Ora ci si ripresenta il problema acqua. Fallita la ditta che la gestiva ne subentra un'altra in attesa che la regione versi altri 8 milioni di euro. I 41 comuni che hanno aderito ricordano molto la Coinres dove si è toccato il fondo senza trovarvi mai nulla. In questo caso acqua. Ora lungi da noi il pensare che l’acqua loro la intendono come bene pubblico e non come risorsa economica da farci busniss. Ma dove vogliamo attirare la Vostra attenzione è che “nessuno dei 41 comuni” è in condizione di gestire in proprio il bene acqua. E qui barcolliamo. Fior fiore di funzionari e tecnici pubblici, super laureati, che non solo sanno tutte le leggine e i cavilli non sanno gestire il problema acqua. Quale momento migliore per almeno “provarci” se non ora che almeno abbiamo le chiavi della saracinesca in mano ? Abbiamo l’uomo giusto che conosce a tutti i livelli le leve da muovere, abbiamo un super funzionario, abbiamo tecnici “pensanti” e soprattutto abbiamo una clientela che “paga” le bollette che in parole povere significa “abbiamo i clienti”. Quindi affacciamo delle ipotesi. La Prima in alternativa alle altre. Siamo nelle mani di incapaci che dove non ci sono soldi da sperperare non si applica. La seconda, Gestire l’acqua in proprio è come fare un premio di poesia o un gemellaggio “in proprio” : senza toccare fondi pubblici non è possibile. Che gestire l’acqua è una cosa cosi complessa che solo quelli di città lo sanno fare e quindi aspettiamo che “tutti i tecnici” usciti dalle nostre università restituiscano la laurea. Il discorso vale per la differenziata , per l’acqua e per tutto ciò che i tempi richiedono. O almeno ce lo dicano che in quanto a capacità valiamo pochino.

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