Ditemi
un solo motivo che spinga un politico locale a “pensare”. Da parte loro
sono convinti del bene che fanno alla comunità e se ne vantano con
mogli e figli descrivendosi come semieroi, anzi lamentandosi del mancato
riconoscimento della comunità. La maggior parte di loro sono cresciuti
nella mangiatoia del denaro pubblico e non si sono resi conto che questo
sistema sta cambiando. Questi figuri che siedono sopra i fondi dello
stato a cui hanno accesso in modo diretto e indiretto trovano ancora
qualcosa da mungere altrimenti eventi come gemellaggi , premi di poesia
nella forma in cui si svolgono sarebbero da tempo in discarica. Loro
cercano fra i rifiuti ancora qualcosa da spolpare e appaiono come zombi
puzzolenti. Nessuno di loro è capace di far funzionare una cosa senza
abbuffarsi di fondi pubblici che poi rendono conto in modo illeggibile o
del tutto non leggibile.
Ora
ci si ripresenta il problema acqua. Fallita la ditta che la gestiva ne
subentra un'altra in attesa che la regione versi altri 8 milioni di
euro. I 41 comuni che hanno aderito ricordano molto la Coinres dove si è
toccato il fondo senza trovarvi mai nulla. In questo caso acqua. Ora
lungi da noi il pensare che l’acqua loro la intendono come bene pubblico
e non come risorsa economica da farci busniss. Ma dove vogliamo
attirare la Vostra attenzione è che “nessuno dei 41 comuni” è in
condizione di gestire in proprio il bene acqua. E qui barcolliamo. Fior
fiore di funzionari e tecnici pubblici, super laureati, che non solo
sanno tutte le leggine e i cavilli non sanno gestire il problema acqua.
Quale momento migliore per almeno “provarci” se non ora che almeno
abbiamo le chiavi della saracinesca in mano ? Abbiamo l’uomo giusto che
conosce a tutti i livelli le leve da muovere, abbiamo un super
funzionario, abbiamo tecnici “pensanti” e soprattutto abbiamo una
clientela che “paga” le bollette che in parole povere significa “abbiamo
i clienti”. Quindi affacciamo delle ipotesi. La Prima in alternativa
alle altre. Siamo nelle mani di incapaci che dove non ci sono soldi da
sperperare non si applica. La seconda, Gestire l’acqua in proprio è come
fare un premio di poesia o un gemellaggio “in proprio” : senza toccare
fondi pubblici non è possibile. Che gestire l’acqua è una cosa cosi
complessa che solo quelli di città lo sanno fare e quindi aspettiamo che
“tutti i tecnici” usciti dalle nostre università restituiscano la
laurea. Il discorso vale per la differenziata , per l’acqua e per tutto
ciò che i tempi richiedono. O almeno ce lo dicano che in quanto a
capacità valiamo pochino.
Nessun commento:
Posta un commento