Per fortuna la retorica sulla “festa della donna” si
va attutendo per giungere ad una analisi più posata. Stiamo superando il
confronto femministe-maschilisti per una migliorre analisi del nostro tempo.
Intanto ci stiamo liberando di un femminismo sdentato , sguaito e bavoso che cavalcava
una situazione non reale. I rapporti fra i due sessi sono diventati più
equilibrati malgrado il terremoto creato dai nuovi esperimenti sessuali. E’
toccato alla mia generazione pagare il prezzo totale della emancipazione della
donna, all’improvviso senza preavviso ne preparazione. Un salto epocale di
millenni in una generazione. Rimangono ancora sacche inspiegabili (India, quel Boko africano e buona parte dell’Africa
e del Mondo musulmano). Anche da noi stiamo superando l’assurdo livello di
guardia delle separazioni “a mano armata”. Più gli uomini che le donne hanno
capito l’assurdita del gesto , hanno capito che non ne valeva la pena, che alla
fine era come un boomerang… Quello che nel romanzo popolare ottocentesco erano
gesti frutto da passioni cieche ora anche l’uomo ha capito che l’aver investito
tutto sulla famiglia non sempre funziona , soprattutto se la sua partner non
dialoga o non condivide. Le stragi degli anni scorsi sono diventate sporadiche
e gli uomini hanno seguito Ludovico Ariosto (Corriere della Sera 6.3.2015 N.O.)
“Tutti gli altri animali che sono in terra/ o che vivon quieti e stanno in
pace/ o se vengono a rissa e si fan guerra /alla femmina il maschio non la face”
e più avanti “parmi non sol gran mal, ma che l’uomo faccia/ contra natura e sia
di Dio ribello/, che s’induce a percuoterla faccia / di bella donna, o romperle
un capello”, “ma chi le da veneno o chi le caccia /l’alma dal corpo con laccio
o coltello/ ch’uomo sia quel non crederò in eterno/ ma in vista umana uno
spirto de l’inferno”. Certo che non dimentichiamo le martiri dell’India e di
tutti quei posti al mondo dove esistono
ancora “spirti de l’inferno”. Noi prendiamo atto che da noi le cose sono molto
migliorate… E’ vero che ormai il nostro “pane quotidiano” è quello che certi
mascalzoni della Tv ci propinano giornalmente col permesso delle parti in causa
che non solo sono “vittime” di grande rispetto , ma che “hanno si perdonato da
bravi cristiani” ma solo in parte perché questo chiedere giustizia mediatica
non porta pace nemmeno alle vittime. E ci stiamo preparando a vivere situazioni
paradossali e ci fa rabbrividire quanto successo al marito della povera Ragusa
con il suo sorriso diabolico per averla spuntata contro i media che gridavano sangue
o come la ragazzina bergamasca che piano piano sembra sia salita “liberamente
sul furgone del mostro” e nessuno è capace di fermare questo “sanguinolento
pasto mediatico” che allo stato è costato miliardi col risultato di aver
incattivito le famiglie …
Che la giustizia vada avanti scendendo dal
palcoscenico dove ogni tanto ci sale compiaciuta da Catania con la piccola
vittima alla “galeotta per adesso innocente”di Camerina , al “soldato innamorato” di cretinaggine acuta e cosi
via. Si ci sono sempre le donne come protagoniste-vittime ma cinque casi in
cinque anni ci fanno capire che il vero “dialogo” con le donne sia appena
cominciato.
Diceva un maestro puparo, parafrasando l'Ariosto: “le donne non si colpiscono
nemmeno con un fiore…”
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