L’UOMO CHE Dà UN ANIMA ALLA PIETRA
In questi giorni dove in
varie forme e modi l’uomo si è inchinato alla donna rendendole omaggio
si sono sprecati complimenti , la maggior parte ipocriti. Per fortuna le
donne iniziano a capire meglio che questo non è rosario per loro. Ma
restando in campo indigeno possiamo partire dal Papa che ne fa dei robot
eroici a Franco Virga che ce le mostra con il velo in mezzo a corvi
bianchi mai visti prima. Ci è
mancato il parere del Benanti di solito sensibilissimo al tema della
donna mentre il Taormina non rinunzia a parlare di donne tramite le sue
esclusive pubblicità. Ora ho intravisto nella mostra qualche opera
dedicata alla donna mentre mi stavano sfuggendo le maestose opere di un
certo Mario Pecoraro , professione scultore, hobbista barbiere, schivo e
riservato. Credo che avendo “scolpito” capelli per tutta la vita alla
fine scolpire la pietra gli sia venuto spontaneo. Le sue opere ti
richiamano alla mente quella “pietà rondanini “ di Milano che
Michelangelo non ha finito e si è fermato dopo avergli dato un anima.
Tutte le opere esposte del Pecoraro portano la sofferenze delle donne o
meglio delle madri e ne vedi l’anima e ne senti il grido che emanano, ne
cogli la delicata bellezza e ti immaggini lo scultore che con scalpello
e mazzuolo grida dando colpi decisi che uno dopo l’altro danno forma
alla pietra. E mi è sembrato . come abbiamo visto in un film, come
Michelangelo davanti ad un enorme blocco informe di marmo , dentro un
parallelepipedo vedesse già la sua opera finita. Cosi fu con la Pietà
cosi fu con Mosè. Questa è un'altra massima eccellenza marinese, certo
non scoperta da me ma che merita ben altra risonanza. E spesso ti poni
la domanda come sia possibile che queste eccellenze non emergono . Me lo
sono chiesto spesso e malgrado più volte abbia trovato la risposta mi
sono rifuggiato dietro “non hanno il coraggio”! Ma conosco le verità che
fa male nel saperla. Senza scomodare il “nessuno è profeta in patria” ,
da noi regna il “ma quello non è il figlio del carpentiere ?”. Questa
frase è l’unica cosa che è nel nostro Dna : non riconoscere le
eccellenze che la nostra terra produce. E i nostri uomini pubblici non
sono esenti da colpe quando , novelle meritrici, osteggiano e vessano
queste persone anteponendo il loro ruolo al dono artistico che Dio , e
non un assessore qualsiasi, gli ha dato.
Già
imprimere nella pietra viva l’anima è un miracolo e per questo siamo
grati a Mario Pecoraro il quale ha assolto pienamente al compito di
trasmetterci significati che si stavano perdendo …come…”su questa
pietra”…. Chi può scagliare la prima pietra”… “la pietra d’amgolo
scartata…”… per finire alla pietra miliare con cui l’uomo misura il suo
cammino…
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