Non
so chi abbia portato il culto di Sant’Antonio di Lisbona a Marineo. Ne
abbiamo una bella chiesa in un quartiere decoroso con un bel piazzale
antistante. La omonima via al n. civico 150 ci ricorda la casa di Padre
Calderone autore delle Antichità di Marineo e a quanto pare dopo i
battezzati sotto la protezione di San Ciro ci sono subito dopo quelli di
Sant’Antonio. Di solito i comuni agricoli sono più devoti all’altro
all’Abate al protettore degli animali e la scelta del Santo di Lisbona e
di Padova tradisce una certa scelta culturale. Fu contemporaneo di San
Francesco e le sue reliquie riposano a Padova nella enorme basilica dove
risiede la multinazionale a lui dedicata. Decine di volte ho visitato
questa basilica e le sue ossa, il suo saio e posto la mano sul sacello
elencando le mie angosce. Basta attraversare Prato della Valle e ci si
trova nella chiesa dove sono custodite altre reliquie altrettanto
prestigiose ma poco visitate: quelle di San Luca. La Basilica del Santo
ti appare con le sue linee ben definite, con le sue cupole
orientalizzanti e nulla ci toglie dalla testa che qualche architetto
arabo-normanno della cerchia di Federico II vi abbia messo mano. Padova è
una città d’arte, fortemente razzista ma cosmopolita e ricca di storia.
Senza scomodare Antenore (che viaggio doveva essere il suo al ritorno
dalla guerra di Troia) basta pensare alla sua Università (strepitosa
quella di oculistica), al suo Palazzo dei Signori(diverso seppur simile a
quelli di Verona Treviso Vicenza ecc.) a Piazza Erbe ( mai visto un
mercato cosi “silenzioso”) ad Arquà Petrarca (Là mangiai per la prima
volta polenta bianca e ocei). Non bisogna essere Forrest Gump per
rispondere a certi coglioni che nella loro vita non sono mai andati
oltre le caldaie di Nuova York…
Dicevo
che se Sant’Antonio ha deciso di straripare e superare gli argini (come
il po’ una volta nel polesine ve lo ricordate ?) deve aver perso la
pazienza. E poi mi aspettavo che qualcuno di questi sapienti di storie
patrie che sanno tutto sulla merda americana e locale ci raccontassero
la storia di questo torrente che attraversato il paese (dal piano dove
sembra sorge da una grotta tuttora esistente) sino e oltre la balata.
Come passa “sotto “ il paese rumoreggiando impetuoso, come un giorno
travolse un bambino (ancor oggi vivente) dato per morto ma resuscitato
dalla disperazione della mamma e dall’audacia di un …audace, come fece a
portarsi via un quarto di paese rendendo Marineo “il paese della
frana”. E tante altre storie… Forse un giorno chi da decenni è sempre
presente nella vita politica del paese, dopo aver scialacquato centiania
di milioni in gemellaggi e premi (fate il conto dei costi in questi ultimi 40 anni) forse un giorno ne dovrà rendere conto alla giustizia…
Si
questo è un paese di dura cervice ! Si vede che Sant’Antonio vista la
fine che la sua Congregazione ha fatto fare a San Ciro ha voluto
reagire. E se non fosse che quelle due macchine che si è trascinato
dietro erano abbandonate si potrebbe avviare una pratica di “calamità
comunale”. Se è vero che sia stato visto l’assessore alla cultura
navigare sul torrente in cerca di naufraghi da salvare mentre
l’assessore alla protezione civile in questo caso abbigliata alla
crocerossina accoglieva i naufraghi… Ovviamente dopo che l’unico
funzionario del comune “addetto a tutto” aveva dichiarato quello che
l’altro assessore aveva immaginato.
Ve la ricordate la Canzone….
Sant Antonio a lu disertu si diceva le orazioni…
Satanassu-assessore pi dispiettu
Ci tiretti na sassata
Sant’Antonio lo prende per il collo
E lo mette con il culo a mollo (…al torrente Sant’Antonio)
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