Mentre
da un lato la congregazione cerca una certa riabilitazione dopo l’affare Enel e
la bufala di san Ciro giunge in soccorso la Proloco che ancora non riesce a
uscire dall’ambito di “oratorio” dove si è cacciata da sola, arriva questa
mostra partita come concorso fotografico abortito, si è trasformato in mostra
fotografica volontaria. A cui hanno aderito oltre mille fotografie. Sarebbe
stato opportuno inaugurarla sotto San Ciro “puvureddu” ma evidentemente fallito
anche l’annunziato convegno di Novembre pomposamente anticipato sulla scia del
viaggio a Roma. Non abbiamo notizia se gli artèfici di tutti questi insuccessi
della congregazione abbiano partecipato, aderito e ottenuto misericordia dal
Giubileo della “spataryfamily” ( cosi come definito dal Cuttitta-Vescovo expalermitano).
E sino a quando ciò non avverrà noi li consideriamo ancora non in stato di
“grazia”. Dopo aver arruolato fra le sue file Cowboy e elettricisti , la
dimostranza che ha tentato un salto di qualità in questa versione alla fine non
ha ottenuto un pur minimo giudizio critico se si pensa che persino il suo
regista si è rifiutato di mettere in discussione il suo lavoro rifiutando una
intervista critica. Siamo alle solite a Marineo. Nessuno accetta critiche
soprattutto se si è sotto l’ombrello della potente Congregazione che a sua
volta è sotto la “loggetta” ...
Affidiamoci
alle immagini , ha detto un confrate, perché quelle almeno non parlano…
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