Contro la rima
E' stolto
l'ostinarsi a questa rima
usare
come penna antica piuma
il
naufragar non m'è dolce in questo mare
gli
scogli irsuti del metrico poetare
aggrapparsi
allo scoglio sillabico
cavalcare
l'onda del verso strabico
è' questo
l'orizzonte del mio mare
uccidere
la rima e poi nuotare
che
libera si renda la mia lingua
che il
metro rigoroso si estingua
mi
abbagli quel solare imperativo
di
uccidere la rima e restar vivo
raggiungere
una metrica moderna
svuotare
di parole una cisterna
le misi
tutte in rima al mio cospetto
pensando
procurassero un effetto
mi
affranco da un arcaico verseggiare
che rese
questa lingua incenerita
la fiamma
che la mise a bruciacchiare
fu quella
di una rima scolorita
si
attinga dal moderno un nuovo tema
che possa
il vecchio metro ribaltare
comporre
in libertà senza lo schema
che mise
le catene al mio poetare
Non so cosa abbia a che fare la poesia di qui sopra. So solo che sono andato più volte da Silvio e Silvana per acquistare la "raccolta" che si presenta questa sera al Castello e non mi è stato possibile, forse perchè questa sera verranno distribuite gratis... E allora mi giunge a proposito questo "contro la rima" di Ezio Spataro che , se fossi stato presente ne avrei sollecitato il commento approfittando dei "luminari" presenti". Alle volte mi domando come sia possibile fare un commento senza il testo e quindi un povero cristo si arrampica... ma gli altri non osino discutere i commenti se non vieni messo in condizione di farli. Basta vedere le facce dei presenti per capire che chi presenta un libro parla a "ignari" che si vuol far passare per "ignoranti" !
(approfitto del natale per moderare il linguaggio....)
Questa raccolta la si potrebbe chiamare "nuovi amori". La locandina non riporta il nome di Nuccio Benanti , uno dei primo sponsor della La Sala, anzi il più "continuo e assiduo" che ha seguito la Signora sin dalla sua nascita artistica. Non riporta nemmeno il nome di Franco Virga, uomo nero della poesia locale... Insomma se togliamo lo Spataro e la Lo Faso troviamo un bel gruppo di jesman convocati apposta per un elogio concordato. Non è la prima volta che la poesia locale risconosce la sua origine anargira...
Auguro di tutto cuore che non finisca come il Simposio aperto solo ai parenti ...
Si lo ammetto i marinesi sono refrattari alla cultura e sopratutto alla poesia , ma anche noi non li aiutiamo...
Forse dopo quanto sopra si sveglieranno e mi smentiranno e riempiranno la sala al Castello cantando poesie...
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