sabato 5 dicembre 2015

NON SPARATE SUL PRESEPE...

buona domenica
NON SPARATE SUL PRESEPE!
Da alcuni anni alla vigilia del Natale, spunta qualche dirigente scolastico o insegnante o genitore che, per un cosiddetto rispetto delle varie culture degli alunni, per un mal compreso concetto di laicità, per ricerca di protagonismo o d’altro, ostacola o addirittura vieta ogni riferimento al Natale cristiano e si affanna nell’inventare modi alternativi (dalla festa d’inverno, ai canti asettici, al vuoto totale). E’ di questi giorni finanche la ‘pregevole’ trovata di trasformare il Natale in una festa d’inverno, trasportata in altra data. Non so se le istituzioni scolastiche che operano queste scelte, cosiddette laiche, per coerenza, obbligheranno docenti ed alunni a saltare le vacanze natalizie e a fare scuola anche nella stessa giornata di Natale. Forse vieteranno agli alunni di transitare davanti alla chiesa del quartiere o li obbligheranno a turar le orecchie all’udir delle campane e delle nenie natalizie? Forse costringeranno gli alunni a cambiare i nomi che fanno riferimento ai santi? Forse daranno il bando ai tipici dolci natalizi, dichiarandoli tossici? Forse … ?! “Faccio deserto, quindi sono!” oppure “Faccio stramberie perciò la mia vita ha senso!”, si direbbe parafrasando Cartesio.
Il mio non è un discorso di fede, ma culturale. La fede è una scelta personale che va rispettata e valorizzata. La scuola, per sua natura, è luogo che tramanda e produce cultura. Non c’è scuola che può essere fecondo spazio culturale se non è incarnata nel territorio e se non aiuta ogni alunno a leggere e comprendere la cultura dell’ambiente ove è inserita. La comprensione dei fatti e dei fenomeni religiosi, lo sappiamo bene, fa parte integrante della maturazione culturale di ogni persona. I regimi che hanno, nello scorso secolo, tentato in ogni modo di estirpare le radici culturali, e perciò anche religiose, d’intere nazioni si trovano ora di fronte a generazioni che sono cresciute senza valori. Si va diffondendo, inoltre, l’usanza di sostituire presepi e stelle di Natale con alberi e babbi natale, “espressioni laiche”, mi diceva un collega. Nei giorni scorsi, in un’intervista televisiva, alla domanda “Quale evento ricorda il Natale?” il ragazzino intervistato rispondeva “La nascita di babbo natale”. Sic! E’ una folle e cieca opera di mistificazione e desertificazione. Le radici del Natale sono nella nascita di Gesù. Lo stesso calendario che utilizziamo è legato a questo storico evento. Così le principali feste occidentali sono legate alla cultura cristiana. Come i principali monumenti e la gran parte delle opere d’arte. Per non parlar d’altro. Anche in altri paesi europei e in altre parti del mondo, con la scusa della laicità, si manifestano velati o espliciti tentativi di sradicamento e desertificazione. Laicità non é tabula rasa; non è rendere persone ed istituzioni inodori, incolori ed insapori; non è storpiare, sterilizzare o omogeneizzare! L’esser laico deve denotare un atteggiamento positivo di rispetto e promozione delle persone e della cultura. La vera laicità, infatti, non è governata da logiche individualistiche, qualunquistiche o colonialistiche, ma dalla promozione del bene comune. Essa è un valore positivo: non è impedire o permettere tutto in modo da non dispiacere ad alcuno. Essa piuttosto promuove conoscenza, dialogo, discernimento, valorizzazione, pacifica interazione, uso responsabile della libertà. Ci sono accadimenti che debbono farci riflettere: il rifiuto di fare riferimento nella Costituzione europea alle radici cristiane, la pretesa di alienare o “laicizzare” feste e tradizioni tipicamente cristiane, svuotandole di contenuto e di senso, la carenza di educazione ai valori in molte famiglie e talora anche nelle istituzioni civili ed educative, l’arrogante cecchinaggio dei mass media nei confronti di valori fondanti per la persona e la società, il diserbamento culturale di cui tanti si compiacciono sono forme di desertificazione ed anche di castrazione culturale. Sembra quasi che ci sia l’ansia di sradicare secolari boschi per piantare caduche zucche, secondo i capricci della moda o del pifferaio di turno.
Non strappiamo le radici alle giovani generazioni! Fondiamo la loro crescita su forti radici, che naturalmente hanno bisogno di terreno fecondo e ben curato, nonché dell’adeguata potatura della pianta, perché ogni albero sia florido e dia buoni frutti. Non togliamo memoria e futuro ai nostri ragazzi, riducendoli OGM o polli da batteria, bene ingrassati per essere scannati. I terreni incolti vengono ben presto conquistati da spine ed erbacce portate dai venti di giornata; sono colonizzati da invadente gramigna. Aiutiamo noi stessi e i nostri ragazzi a fare memoria, a crescere supportati ed orientati da quei valori che esaltano la dignità di ogni persona e fondano la comunità, quali il dialogo, l’altruismo, la cooperazione, l’amore per la vita e per l’ambiente, la democrazia, la non violenza, l’essenzialità, la spiritualità, la giustizia, la misericordia …. Occorre far memoria per non dimenticare e per costruire un futuro migliore! Ad esempio, a cosa serve l’annuale ricorrenza natalizia se non aiutiamo noi stessi e i giovani, sin da bambini, a comprenderne il significato storico, culturale e religioso, i tradizionali segni e riti che la caratterizzano, il messaggio che ne proviene, i comportamenti più idonei a far vera festa ….? Cultura è intelligente comprensione, non ignoranza e pregiudizio! Il presepe, le recite e i canti natalizi non ci facciano paura. Siano presenti nelle scuole e nelle famiglie. Non sono un’offesa ai non cristiani, ma un aiuto a conoscere e rispettare la cultura del paese ove si vive. Naturalmente nelle scuole e nelle famiglie si favorirà anche la conoscenza di aspetti culturali caratterizzanti i vari paesi del mondo, specialmente i paesi di origine di coloro che – per vari motivi- vengono a vivere nella nostra terra. Ciò stimolerà il dialogo e la reciproca comprensione, nonché la ricerca di elementi comuni. Il vero dialogo tra le culture favorisce adeguata conoscenza, reciproco rispetto e valorizzazione: è arricchimento non impoverimento. Aiutiamo noi stessi, i ragazzi, gli altri a fare pulizia dalle molteplici incrostazioni che hanno alienato le varie ricorrenze, facendone perdere la vera motivazione. Senza ciò del Natale resteranno briciole ammuffite di panettone, scheletri di alberi natalizi, qualche sbornia o alienazione, alcuni sprazzi di folclore, oppure un miscuglio di segni ed eventi estemporanei legati alle mode o alle voglie del padrone di turno. Famiglie ed insegnanti sappiano essere vigili e propositivi perché agli alunni sia assicurata piena educazione, senza alcuna forma di sterilizzazione culturale.
Giovanni Perrone

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