Leggetevi l'articolo mentre ascoltate la canzone
Ad Austerlitz (Slavkov) nei pressi di Brno in Repubblica Ceca ricordano in questi giorni la Battaglia dei Tre Imperatori che si è svolta il 2.12.1805. Napoleone, lo zar russo Alessandro I e Francesco II ,che comandava l’armata austriaca, si sono scontrati su un grande campo e il primo, Napoleone, ha ottenuto una vittoria schiacciante con la sua brillante strategia battendo un esercito di centomila uomini in meno di quattro ore . E’ stato il periodo d’oro per il grande Napoleone perché dopo la battaglia ha dominato per quasi dieci anni la scena europea.
A Parigi possiamo trovare ancora le tracce
di questo evento in alcune scene di
questa battaglia, sul bassorilievo
dell’Arc de Triomphe e nomi come Gare d’Austerlitz o Pont d’Austerlitz.
Ma cosa ci dice questo evento a noi oggi?
Perché ricostruire minuziosamente i particolari della battaglia e andarla a vedere
come un attrazione da non perdere? E’ vero che sono passati 210 anni e quindi
si usa ricordare il passato nelle date ‘tonde’. Ma lì si fa ogni anno. Approviamo
invece che per concludere i
festeggiamenti si celebra una messa di suffragio per quelli che sono caduti
durante questa battaglia.
Ci viene in mente la bella canzone di
Roberto Vecchioni: Il cielo di Austerlitz dove l’autore si immagina un soldato russo
ferito per terra che guarda il cielo sopra di lui e vede “come è lontano Dio,
come è lontano il cielo” e ricorda il
fasto della corte dello zar e la vanità di tutto ciò che non mette al centro
“uomini che sono avventura straordinaria”.
Anche la canzone di Giuni Russo: Il sole di Austerlitz è da ascoltare attentamente. Chi canta lascia
il campo a i suoni di guerra e ascolta le persone che fuggono dalla guerra. Una
corrispondenza con i tempi nostri?
Recentemente abbiamo menzionato Roberto
Vecchioni in questo blog per la sua critica alla Sicilia. Non piace sentire le
parole dure da uno che viene da fuori e dice ed elenca le cose che non vanno.
Le conoscono anche i siciliani stessi. Io debbo fare la critica alla mia gente
in Repubblica Ceca, a quelli che sprecano il denaro e il tempo per commemorare
le battaglia di ieri e stanno perdendo la battaglia di oggi. Oggi i campi di
battaglia sono lontani dall’Europa ma da anni arrivano i profughi dai Paesi in
guerra che chiedono il nostro aiuto. Il
centro d’Europa vede solo i pericoli, costruisce i muri, rifiuta ‘le quote’ e
rimanda chi arriva sul suo territorio nei Paesi da dove sono venuti. Non
mancano degli episodi di scarsa umanità. Certo non tutta la gente la pensa così
e la Charitàs si è già organizzata ma i politici e una buona parte della
opinione pubblica non sono disposti a mettersi in gioco, ad affrontare le
battaglie di oggi.
Permettetemi ancora una critica. Un'altra
città famosa della Repubblica Ceca – Plzeň – nota per la sua birra, è stata
scelta come la capitale europea della cultura dell’anno 2015. Non ho seguito
tutti gli eventi ma l’attrazione culminante
sono riuscita a vedere su You Tube. Dalla
vicina città bavarese Furth im Wald hanno trasportato un enorme drago, uno dei
robot più imponenti al mondo, dotato delle ultime scoperte elettroniche, capace
di produrre gli effetti speciali come il fumo e il fuoco che escono dalle sue
narici. La cittadina bavarese, denominata anche la Città del Drago, ricorda
forse san Giorgio e organizza da 500 anni le feste che con le rappresentazioni
storiche dimostrano come il drago fu battuto quando nel Medioevo minacciava la
città. Un altro ricordo del passato che
distoglie dai problemi di oggi? Non sarebbe meglio che i cittadini tedeschi e
boemi si unissero contro i draghi di oggi?
Milano,
06.12.2015
Růžena Růžičková
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