Recentemente
è stata più volte ripescata la Storia dei Fasci siciliani soprattutto perché Marineo
fu teatro del massacro dei “diciotto” . Anche la data non è a caso (3 gennaio) …
Si è scomodata in altra ricorrenza anche la Rai e si sono recuperati scritti parzialmente
superati. Ma mai si è arrivati a coinvolgere pienamente la gente ! Questa nuova proposta editoriale serve anche a circoscrivere il
territorio editoriale “navarriano” e ci auguriamo che la gente accolga meglio, che
le altre volte, questa iniziativa. Speriamo che questa volta i relatori siano
meno saccenti di quanto serva altrimenti verranno penalizzati dai loro stessi
amici-compaesani usi a disertare queste iniziative. Nel programma non vediamo
citata “visita” al giardino dei giusti , come a dire che dedicarlo ai “diciotto”
fu una mezza sceneggiata. Visto
che questo lavoro è rivolto soprattutto alle scuole (sic) ci si aspetta una
forte presenza dei docenti. Il caso
Sileci ci ha insegnato che “dopo gli eventi” la gente vuol dimenticare e tratta
i morti in malo modo. Avremmo molto apprezzato una ricerca su dove finirono i “diciotto”.
Per la Sileci, grazie ad Antonino Greco siamo riusciti a riabilitarne la
memoria non si creda che lo stesso si sia ottenuto con il Giardino dei Giusti o
meglio con il Giardino delle sterpaglie e arbusti…
Appuntamento
Al Castello . Non diamo la soddisfazione ai relatori di “parlare a se stessi”.
Stiamo parlando della nostra storia…
Eccovi
il Comunicato stampa
Un
libro sulla storia dei Fasci siciliani di Carmelo Botta e Francesca Lo Nigro
con gli interventi di Michelangelo Ingrassia, Antonino Di Sclafani e
Ottavio Terranova sarà presentato domenica pomeriggio alle ore
19.00 presso il Salone delle conferenze del Castello Beccadelli
Il volume è edito da Navarra Editore per la categoria Saggistica.
L’opera permette quindi di comprendere cosa e perché è accaduto in Sicilia in quegli anni, ad esempio perché, come ha rivelato Francesco Renda, la rivoluzione del 1860 fu compiuta con il sostegno dei braccianti siciliani, diversamente da quanto era avvenuto nel resto della penisola, che avevano già partecipato alle rivoluzioni del 1820 e del 1860; o perché l’epopea dei Fasci siciliani dei lavoratori abbiano contribuito alla formazione del sindacalismo agricolo italiano che ebbe risonanza ben più forte che negli altri Paesi europei. Il libro, di grande importanza documentaria, è particolarmente adatto all’utilizzo nelle scuole. Scritto e pensato proprio per la divulgazione scolastica, il testo racconta la storia, rivoluzionaria e troppo spesso sconosciuta, dei Fasci siciliani, unendo alla rigorosa ricerca storica la profondità di indagine dei veri studiosi. Dal 1891 al 1894 contadini, operai, minatori e artigiani siciliani insorsero contro il governo . Il movimento fu stroncato nel sangue da Francesco Crispi il 3 gennaio del 1894, quando caddero ben 18 Marinesi, trucidati dal regie baionette e dalle guardie campestri.
Carmelo Botta, docente di Filosofia e Storia, e Francesca Lo Nigro, dirigente scolastica, raccontano in queste pagine la storia dei Fasci Siciliani dei lavoratori, partendo dall’Unità di Italia.I due studiosi, ricostruendo la scena politica, sociale ed economica dell’Italia post-unitaria delineano l’emergere del conflitto sociale nell’isola; analizzando i modi e i nodi della partecipazione della Sicilia alla costruzione dello Stato unitario italiano, svelano caratteri, difficoltà e responsabilità del processo d’integrazione nazionale e del suo esito.
Dopo il saluto del sindaco Pietro Barbccia, interverranno l’assessore alla Cultura Ciro Spataro, il professore Michelangelo Ingrassia, lo studioso Antonino Di Sclafani e il presidente Regionale dell’ANPI Ottavio Terranova, l’editore Ottavio Navarra ed i due autori
Il volume è edito da Navarra Editore per la categoria Saggistica.
L’opera permette quindi di comprendere cosa e perché è accaduto in Sicilia in quegli anni, ad esempio perché, come ha rivelato Francesco Renda, la rivoluzione del 1860 fu compiuta con il sostegno dei braccianti siciliani, diversamente da quanto era avvenuto nel resto della penisola, che avevano già partecipato alle rivoluzioni del 1820 e del 1860; o perché l’epopea dei Fasci siciliani dei lavoratori abbiano contribuito alla formazione del sindacalismo agricolo italiano che ebbe risonanza ben più forte che negli altri Paesi europei. Il libro, di grande importanza documentaria, è particolarmente adatto all’utilizzo nelle scuole. Scritto e pensato proprio per la divulgazione scolastica, il testo racconta la storia, rivoluzionaria e troppo spesso sconosciuta, dei Fasci siciliani, unendo alla rigorosa ricerca storica la profondità di indagine dei veri studiosi. Dal 1891 al 1894 contadini, operai, minatori e artigiani siciliani insorsero contro il governo . Il movimento fu stroncato nel sangue da Francesco Crispi il 3 gennaio del 1894, quando caddero ben 18 Marinesi, trucidati dal regie baionette e dalle guardie campestri.
Carmelo Botta, docente di Filosofia e Storia, e Francesca Lo Nigro, dirigente scolastica, raccontano in queste pagine la storia dei Fasci Siciliani dei lavoratori, partendo dall’Unità di Italia.I due studiosi, ricostruendo la scena politica, sociale ed economica dell’Italia post-unitaria delineano l’emergere del conflitto sociale nell’isola; analizzando i modi e i nodi della partecipazione della Sicilia alla costruzione dello Stato unitario italiano, svelano caratteri, difficoltà e responsabilità del processo d’integrazione nazionale e del suo esito.
Dopo il saluto del sindaco Pietro Barbccia, interverranno l’assessore alla Cultura Ciro Spataro, il professore Michelangelo Ingrassia, lo studioso Antonino Di Sclafani e il presidente Regionale dell’ANPI Ottavio Terranova, l’editore Ottavio Navarra ed i due autori
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