“Ma quello non è il figlio del falegname
?...” si domandarono i suoi compaesani sbalorditi del cambiamento e della
sapienza di Gesù, che tra l’altro aveva già detto prima “nessuno è profeta in
patria”. Ora sono d’accordo che il paragone non dice tutto ma vivaddio è
proprio cosi. Ma è proprio questo che fa di Ciro Puccio una persona che
apprezzo. E’ la prova vivente che l’uomo non ha limiti. L’uomo che non si
arrende e che vuole dimostrare che non esiste nessuno che può classificarti ,
ma bensì dimostrare che l’uomo sa rigenerarsi. E rigenerarsi nella nostra
comunità è pressocchè impossibile perché noi siamo portati più a distruggere
che a costruire. Dicevo che se vuoi vivere a Marineo ti devi livellare. In
qualsiasi paese vai noti subito i cittadini meritevoli quelli che hanno fatto
la storia del paese. Nel nostro ti è proibito e se solo guardiamo ai nostri
concittadini meritevoli del passato sono stati tutti oscurati perché se vuoi
vivere qui devi essere mediocre.
Ciro Puccio si è reinventato dando
una lezione a tutti coloro che andando in pensione erano convinti di aver già
dato. Poi te li ritrovi esauriti, vuoti perché guardandosi indietro vedono che
la loro vita è passata senza lasciar traccia.
E quello che li spaventa maggiormente è che hanno ancora un lungo tratto di vita da percorrere … a matula. Questa figura che sbalordisce per il suo coraggio di mettersi ancora in gioco dà fastidio . Crea imbarazzo a chi è arido, sterile, fatuo. Ed eccolo affrontare prima i suoi compaesani sfidandoli a domicilio e poi usando attrezzi a lui nuovi per “esprimersi”. Ed allora godiamoci i suoi detrattori “ma quello non è il figlio del …” , godiamoci i commenti dei suoi nemici carnali che ricorrono a calunnie irripetibili, godiamoci lo stupore dei suoi amici sorpresi di “cotanto ingegno” e perché no godiamoci il nostro stesso stupore nello scoprire che la lezione che oggi ci da va al di là della sua bravura pittorica.
E quello che li spaventa maggiormente è che hanno ancora un lungo tratto di vita da percorrere … a matula. Questa figura che sbalordisce per il suo coraggio di mettersi ancora in gioco dà fastidio . Crea imbarazzo a chi è arido, sterile, fatuo. Ed eccolo affrontare prima i suoi compaesani sfidandoli a domicilio e poi usando attrezzi a lui nuovi per “esprimersi”. Ed allora godiamoci i suoi detrattori “ma quello non è il figlio del …” , godiamoci i commenti dei suoi nemici carnali che ricorrono a calunnie irripetibili, godiamoci lo stupore dei suoi amici sorpresi di “cotanto ingegno” e perché no godiamoci il nostro stesso stupore nello scoprire che la lezione che oggi ci da va al di là della sua bravura pittorica.
Apprezziamo la sua metamorfosi da
irruente combattente ad artista in attesa di giudizio. Ora contiamo che questa
giuria , la più spietata che si conosca, cioè i suoi compaesani, sappiano
valutare tutte le componenti e dare il giusto giudizio a questo marinese che ha
tutti i pregi e i difetti dei suoi compaesani.
Il viaggio è lungo anzi lunghissimo
ma lui ha tutto il tempo che vuole perché non è un pensionato ma un irruente
combattente in un nuovo terreno .
Buon viaggio amico mio in bocca ai
lupi…
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