Non è che sono in predicato per
diventare Presidente della Fondazione visto che è in scadenza il mandato dell’Arch.
Fiduccia. Non ho le fisique du rol (se si scrive cosi…) ! Però devo ammettere
alcune cose. Questa Università Popolare sta curando molte figure prestigiose
marinesi a “dimora”. E siccome l’egocentrismo marinese non ha limiti ecco una
catena di “docenti” che prende il volo autoassegnandosi il ruolo di “docenti
universitari” laureati in egocentrismi acuti al limite di “tre io” ogni quattro
parole.
Conosco solo tre docenti e mi sono
sentito obbligato ad assistere alle loro lezioni quando sono presente a
Marineo.
Del Provenzale vi ho già detto e
anche del suo ultimo ospite. Degli ultimi due (Muratore e Daidone) onestamente
ci sarebbe poco da dire conoscendoli a livello del frontone del tempio di Delfi
(conosci te stesso). A tal punto che sono ritornato nella lezione successiva
della Muratore al punto da assaporare l’amarcord dei tempi di scuola assieme
agli ormai compagni-corsisti di scuola. Ora mi sono intrufolato nel corso del
Daidone e nell’attesa dell’inizio della lezione lo stesso familiarizzava
spiegando a due ragazzini del doposcuola portati li dalla loro maestra i
Franchi, Pipino e Carlo Magno.
L’ospite era il Carducci prima come
riformatore della poesia e poi come poeta. Il Daidone cavalcando l’ode sulla
Battaglia di Legnano , è passato dalla perifrasi ai termini greci e latini
tradotti dal Carducci testimone Dante Aligheri , usando il calendario romano ,
toccando l’organizzazione della STRUTTURA militare romana non saltando le signorie e i
comuni dando un saluto ai normanni poi al Barbarossa il tutto contenuto dentro
una poesia che è durata quasi due ore senza pause né intervalli.
Il Daidone merita la sua fama di “magister”
ed io mi sono inventato alunno “serale” .
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