Ora per diventare eroi, nel nostro
tempo, non serve lanciare la stampella oltre le linee o saltare dentro un
tunnel bloccando l’avanzata dei nemici e nemmeno morire di mafia alla padre Puglisi.
Sono esempi rari e … passati. Su alcuni si specula, gli altri piano piano
vengono dimenticati .
Parlo di gente nostrana , non è
gente da copertina , non sono cover girl e non avranno nessuna medaglietta da
appendersi. In questo caso sto parlando di un ragazzo maturo quanto basta che
zitto zitto si è trovato un ruolo nella nostra comunità. Un ruolo che non porta
soldi, non ti porta alla ribalta ma lo
ricopre con passione. Sono i custodi o meglio i guardiani o se vogliamo sono le
“badanti” di ciò che è preziosissimo per la nostra comunità. Non è in
discussione cosa sia prezioso per noi, non è un caso che i più disquisiscono
perché “eletti” dalla propria ipocrisia. Basta pensare al “guardiano-custode”
di Palmira “sgozzato” come un cane da cani per aver protetto un bene unico. Per
fortuna i nostri eroi indigeni non corrono il rischio di essere sgozzati, ma
bensì ignorati proprio da quegli ignoranti che cercano osservazioni cretine su
chi si presta a questo servizio. E basta ricordare il “custode” della villa
alla variante o quello della villa di San Ciro il primo di sinistra e il
secondo di destra cosi definiti da certi coglioni professionisti.
La figura oggetto di questo tema è
Maurizio che si è inventato un servizio
raro prezioso e gratificante e cioè deride tutti coloro che non amano l’arte o
la ignorano o la snobbano. Lui ne è il “custode anargiro” come gli altri che
riescono a non farsi scalfire dal branco degli ipocriti dai critici a matula . Maurizio “protegge” con
la sua presenza a tempo quello che si celebra nella sala del castello ora
adibita prevalentemente a galleria d’arte.
E cosi se passi alla variante ti si
apre il cuore a vedere come è tenuta quella villa sorella di quella di San Ciro
cosi è per Maurizio unico “ convivente” dell’arte marinese e del territorio.
Io lo ritengo un fortunato e mi
ricorda quando sin da giovane visitavo le antiche biblioteche nei monasteri e chiedevo il permesso di
pernottarvi dentro con il mio sacco a pelo immaginandomi di assimilare tutto il
sapere del mondo.
Grazie Maurizio.
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