Sono
confuso e non so come definire la giornata di ieri. Soprattutto dal
pomeriggio in poi. Già sono confusionario di mio e quindi mi scuso in
anticipo e vi invito a mettere ordine nella descrizione. Alla Fondazione
alcuni corsi iniziano alle ore 16 e francamente anche se posso capirne i
motivi ,per me è un orario impossibile. In pratica appena finisci il
pranzo devi correre perché se il relatore è puntuale (direi
puntualissimo e non con la cafonaggine del vengo quando voglio…). Ho
assistito alla lezio precedente di cui vi ho già parlato e sono rimasto
colpito. Dovevamo assistere alla proiezione di un filmato che ci avrebbe
condotto su Leopardi e su questo non so dirvi altro perché l’aula
adibita alle proiezioni serviva per l’incontro successivo. Il gruppo
iscritto al corso della professoressa Maria Cira Muratore ha deciso che
essendo oggi la “giornata della poesia” si sarebbe parlato di poesia.
Ora in un paese che conta più o meno un
centinaio di poeti “riconosciuti” e mezzo migliaio di poeti in
“provetta” mi aspettavo una massiccia presenza di “mestieranti” a
lezione. Per mia fortuna c’era un solo poeta presente che definire
costante e coraggiosa è riduttivo: la Signora Zuccaro che ammiro per una
delle sue migliori qualità: è una testimone del suo tempo e lo fa in
poesia chiara e sempre toccante. Fotografa ma non adula e lo fa con
amore, quello stesso amore sviscerato che ha per la sua terra . La
Muratore ci ha portato in una lunghissima passeggiata sulla poesia
siciliana dalle origini ad oggi, elencando e analizzando una cinquantina
di poeti se non tutti siciliani molto vicini alla Sicilia se non altro
per i contenuti. Quando uno cita Stesicoro o Veneziano e l’uditorio non
dissente ma commenta credo che sia la risposta migliore a quello che gli
antichi chiamavano simposio o convivio. E questo è possibile solo se
“il conduttore” sa veramente di cosa parla e i partecipanti non sono
“cruciverbari”. Due orette non sono bastate e te ne accorgi che chi deve
andare a “ritirare” i bambini da scuola tenta di pescare il marito o un
sostituto perché non vuole lasciare il gruppo “proprio adesso”.
Il successo di questo corso è proprio che i grandi assenti sono i soliti saccenti a matula.
Senza
spostarmi passo nell’aula accanto perché un altro grande ci terrà altre
due orette e siccome la materia è pesante e difficile mi aspetto un
elenco interminabile di termini tecnici ed una enorme quantità di
domande per "conto terzi". Abbiamo non solo uno dei più grandi
specialisti della materia “urologia e dintorni” ma anche un affabulatore
unico che sa trasformare la parte più difficile della medicina come se
studiassimo le tabelline mentre stiamo parlando di equazioni di non so
quale grado. Il tema in pubblico è strettamente riservato ma il Dottor
Pomara Giuseppe (auguri dottore) lo tratta come se parlassimo di un
banale raffreddore, a tal punto che domande “intime” poste per conto
terzi capisci che ti riguardano personalmente. Non solo ma alla fine
ricevi anche “spiegazioni” come fare per trovare il medico giusto per
te. Certo anche che il Dottor Antonetto Provenzale (pari ca un ci curpa
!) sa condurre non solo i suoi ospiti ma li sceglie ad altissimo
livello.
Quando
pensi che la serata è conclusa ti trovi coinvolto in una festa di
compleanno insolita e accattivante. Odio le feste dove ci sono centinaia
di invitati “singoli” dove nessuno parla con nessuna e alla fine si
parla di Renzi o di certe parti del corpo della Boschi o del gol mancato
di quel milionario dai piedi d’oro e puzzolenti. E trovarti in un
discorso che spazia dal giorno che sei nato passando per le mille
“stazioni” della tua vita ti ritrovi in ogni caso in una avventura unica
e meravigliosa che è stata la tua vita. Ora non vi dirò le delizie
della cena perché mi piace pensarvi arraggiati e invidiosi . Perché chi
da le ricette o segnala un buon ristorante non ha mai capito nulla di
cucina : ci sono cose che non vanno condivise e quindi non mi sono
permesso di chiedere alla padrona di casa cosa è e come è nato quel
piatto di cui mi sono servito per ben tre volte .
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