Non ho finito di commentare la “rivolta
delle leonesse” nel tentativo di fare giustizia sommaria del primo malcapitato
(io) che eccoti un anticipo di una settimana di passione:una strage ! Sembrava
un bollettino di guerra. Prima la radio poi la Tv poi lo scorrere delle notizie
negli aereoporti. Insomma sono arrivato a Milano sconvolto. Padri che ammazzano
i figli a martellate. Mariti di qualsiasi età che sgozzano mogli senza nemmeno
l’alibi della gelosia. Mi offro per creare uno squadrone della morte ! Quella
donna che vuole scappare dalla Sicilia perché “colui che la amava perdutamente”
è in agguato ! Siamo disarmati. Ormai non è più una emergenza temporanea. Mi
ricordo quando ci fu il periodo dei bambini lasciati dentro i cassonetti.
Cercavamo di lanciare un messaggio. Prima di “buttarlo” avvisaci ! Veniamo a
recuperarlo noi !
L’altra sera abbiamo citato donne
famose e prestigiose. Di quelle incontrate ne ho seguite due in particolare:
Ipazia e Tullia D’aragona.
La prima ha subito oltraggio e
martirio . Una figura grandissima , meravigliosa una vera donna con le palle.
Il suo fascino e soprattutto la sua sapienza gli sono stati fatali. Sappiamo
ogni dettaglio di come sia stata scorticata. E quando scoprimmo che in tutto
questo c’entrava collateralmente San Ciro venimmo accusati che potevamo minare
la devozione locale a San Ciro. Stronzate. Mentre sullo sfondo si traslocavano
le ossa dei due Ciro e Giovanni ad Alessandria ,approfittando del momento, si
aggredi la scienziata facendone scempio indescrivibile.
Più orgogliosa mi sembra la Storia
di Tullia d’Aragona. Cortigiana bellissima arrivava a portarsi a letto gli
uomini più prestigiosi del suo tempo senza mai essere definita puttana. Guadagnò
cifre enormi che sperperò nella cultura. Mi si presentò davanti un giorno
mentre stavo traducendo il Guerrin Meschino. Scritto in prosa dal Barberino e
la D’Aragona lo mise in versi per offrirlo alle giovinette del suo tempo come
lettura istruttiva.
Ora questo macello giornaliero produce
anche effetti collaterali coinvolgendo poeti dell’ultima ora che sentono il
dramma del femminicidio come stimmate sul proprio corpo.
Ma nessuno ancora riesce a capire
cosa cavolo scatta nella mente di qualcuno che all’improvviso prende un martello
e massacra la sua famiglia, disfa il corpo della sua donna a cui era legato
morbosamente. Per me questo non è tema di sociologi . Questi sono imbecilli che
non vanno curati ma estinti e ne è prova che quelli che dopo il massacro sono
sopravvissuti al suicidio dorvebbero essere eliminati allo stesso modo o meglio
come si fa con gli animali feroci.
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