Lei sa bene che non sono mai stato
un assiduo frequentatore della Fondazione. Questo luogo già monastero poi luogo
di sofferenza con prigione ,oggi ottima casa di Cultura mi ha fatto sempre
soggezione entrarvi. Soprattutto per il suo recente passato. E come quando vedi
un film di estrema sofferenza (La Caienna con Paillon, che conobbi a Milano
alla presentazione del suo libro, San Quintino , Ucciardone San Vittore
ecc.ecc.) e poi ne vedi le immagini affollate di turisti , per non parlare dei
Piombi di Venezia con quelle scritte sui muri da pelle d’oca. Non è certo solo
questo che mi trattiene dall‘essere un frequentatore del luogo. Ora qualcosa è
cambiato. Vuoi la presenza di alcune eccellenze marinesi vuoi il totale deserto
culturale che offre la nostra comunità vuoi il certosino lavoro dello staff ,
insomma da prigione è diventato faro. E quindi pur essendo anch’io sordo e
cieco ho seguito questo fascio di luce che avete iniziato ad irradiare.
E quindi mi sembra giusto
indirizzare a te (o a Lei sarebbe più rispettoso) queste riflessioni dopo la
giornata (anzi il notturno di ieri sera !). Ho visto il Presidente esaltarsi e godersi il
successo di un evento “fatto e costruito in casa”, ho visto un attento Pino
Taormina coprire vari ruoli affinchè tutto scorresse, ma ho visto il risultato
di chi lavora “non vista” per riempire tutte le “tessere” che portano ad una
serata perfetta. E’ vero che si poteva contare su un pubblico “selezionatissimo”
che gradiva anche visivamente lo scorrere dei pezzi eseguiti. Ho apprezzato il “silenzio”
accompagnato da gesti composti senza passerelle , chiacchierii e sbattute di
porta.
Ora potrei passare alle sensazioni
che l’esecuzione dei brani ci hanno dato, ma sconfinerei nel personalmente
sentimentale cosa che non sempre è gradita dai “riservatissimi” marinesi che sanno
nascondere i propri sentimenti quasi
fossero omertosi.
Ma il motivo principale di questa
mia è per ringraziare (tutto lo staff) per averci proposto una figura artistica
non comune. Mi sarebbe piaciuto ascoltare il commento di qualche musicista
locale (banda, orchestra, direttori, musicanti, ecc.) ovviamente più preparato
. Ma ahimè fra il folto pubblico c’era presente un solo musicista non coinvolto
perché tutti gli altri erano a seguire un corso… di suicidio musicale e culturale.
Per mia fortuna dovrei dire , perché alla fine tutte le sensazioni che ho
ricevuto erano frutto della capacità che Alessandra Pipitone sa trasmettere non solo ai suoi numerosi
alunni presenti ma anche ad un pubblico più vasto. E’ stato bello vedere
genitori mano per mano presentarsi in sala, come è stato bellissimo rivivere le
sensazioni già vissute tempo fa quando andavo ai concerti e dove assistevamo alla
“musica spiegata” .
Insomma 8 brani per un notturno “inventato”
dalla Pipitone per una serata al cardiopalma dove sembrava che i marinesi
avrebbero disertato (more soloito), ma che alla fine invece c’erano quelli
giusti e adatti che hanno onorato la pianista riempiendo i locali con eleganza,
gusto e fascino .
Onestamente debbo ammettere che
mancavano i soliti “a matula” e grazie a loro tutti ci siamo goduti la serata pensandoli a casa a godersi un becero isolamento !
Ps. Non posso non citare
la presenza del papà dell’artista il quale riservatissimo si è goduta la esibizione
della figlia constatando e dimostrando che può essere soddisfatto dei risultati
della figlia.
Ho avuto anche la possibilità
di salutare persone con cui spesso sono stato in polemica e questo mi ha dato
la possib ilità di passare un “buon notturno” .
Nel dietro le quinte va segnalato (constatato di persona) il ruolo fondamentale delle mogli e dei mariti dello staff che "tifano, suggeriscono e consigliano " concretamente.
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