Come al solito Marineo non
è inclusa, comne a ricordarci che da noi non è cresciuto mai nulla e cosi
continua ad essere. Perché il nostro assessore non si inserisce in questa
iniziativa ? Forse mancano le congregazioni “intelligenti”? Oppure Marineo ha
dimenticato che la vera unica strada per Agrigento passava da Marineo ? Il nostro livello di benessere rifiuta proposte
“turistiche” perché religiose ? E come si spiegano i viaggi a capriccio che
affrontiamo con la scusa di andare “a Roma in Via Condotti dal Papa”?
Dai Assessore oltre a
qualche mostra di quadri proviamo a fare qualcosaltro.
La Sicilia
ha il suo Cammino di Santiago: recuperata la "Magna Via Francigena"
„
„
Lungo l’asse Agrigento-Palermo passa
la "Magna via Francigena", solcata per millenni da pellegrini e
viaggiatori in età bizantina, islamica e alto medievale. Una sorta di Cammino
di Santiago nostrano lungo ben 160 chilometri che collega la Balarm araba
alla rocca di Agrigentum, attraverso antiche vie storiche e paesaggi cangianti,
incrociando la via di transumanza nel territorio di Castronovo di Sicilia. Dopo
secoli di abbandono, questa mattina nella sede della Curia Arcivescovile di
Agrigento, è stato presentato il progetto che recupera e
promuove questo suggestivo percorso che permetterà, a turisti e viandanti,
di avventurarsi alla scoperta della Sicilia interna e delle sue perle rurali. A giugno il primo cammino inaugurale
della Magna Via Francigena, anticipato da diverse “anteprime” promosse da guide
ambientali escursionistiche che porteranno in giro camminatori ed appassionati.
Per chi non se la sentisse di percorrere l'intero tracciato, il percorso è divisibile in otto tappe da
20-25 chilometri ciascuna. "Solo il procedere a passo lento
permette di scoprire la vera bellezza - ha
commentato il Cardinale Francesco Montenegro, Arcivescovo di Agrigento -
Il pellegrino infatti possiede uno sguardo diverso, 'in più', che tanti turisti
non hanno: possiede il cielo".
Il progetto. Promosso dal Comune di Castronovo di Sicilia e dal partenariato diffuso di tredici Comuni, dalla diocesi di Agrigento e con il supporto dall'associazione Amici dei Cammini Francigeni di Sicilia, gode del sostegno del ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo e dall'assessorato al Turismo, sport e spettacolo della Regione Sicilia e punta alla valorizzazione della cultura degli itinerari di pellegrinaggio e cammino con il ripristino degli antichi percorsi di origine normanna, denominati francigeni. E' aperto a tutti: turisti in cerca di emozioni, trekker che seguono un tracciato organizzato, sportivi, etnologi, collezionisti di pietre antiche, appassionati di chiese romaniche e chiunque voglia viaggiare a piedi. Un gruppo di ricercatori ha messo a sistema i lavori sulla viabilità storica dell’Isola dal periodo greco-romano a quello borbonico, concentrandosi su un momento specifico: l’arrivo dei cavalieri Normanni in Sicilia alla fine dell’XI secolo d.C. La collaborazione con i principali poli universitari nazionali ha permesso di approfondire lo studio bibliografico e cartografico del sistema stradale del periodo in questione, e di mappare il territorio, attraverso la collaborazione dei camminanti, alla ricerca di testimonianze, monumenti e resti visibili.
Il progetto. Promosso dal Comune di Castronovo di Sicilia e dal partenariato diffuso di tredici Comuni, dalla diocesi di Agrigento e con il supporto dall'associazione Amici dei Cammini Francigeni di Sicilia, gode del sostegno del ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo e dall'assessorato al Turismo, sport e spettacolo della Regione Sicilia e punta alla valorizzazione della cultura degli itinerari di pellegrinaggio e cammino con il ripristino degli antichi percorsi di origine normanna, denominati francigeni. E' aperto a tutti: turisti in cerca di emozioni, trekker che seguono un tracciato organizzato, sportivi, etnologi, collezionisti di pietre antiche, appassionati di chiese romaniche e chiunque voglia viaggiare a piedi. Un gruppo di ricercatori ha messo a sistema i lavori sulla viabilità storica dell’Isola dal periodo greco-romano a quello borbonico, concentrandosi su un momento specifico: l’arrivo dei cavalieri Normanni in Sicilia alla fine dell’XI secolo d.C. La collaborazione con i principali poli universitari nazionali ha permesso di approfondire lo studio bibliografico e cartografico del sistema stradale del periodo in questione, e di mappare il territorio, attraverso la collaborazione dei camminanti, alla ricerca di testimonianze, monumenti e resti visibili.
“Il percorso tocca tutta una serie
di piccoli centri dove fino a qualche anno fa sarebbe stato difficile pensare
di portare qualcuno a camminare – spiega
Davide Comunale, dell’associazione Cammini Francigeni di Sicilia -
È un percorso che cerca di ritrovare un po' le origini della nostra
storia normanna e il nostro rapporto tra le componenti arabe e musulmane. Chi
arrivando dall'estero o dal nord Italia si è ritrovato a camminare nel nostro
percorso si è stupito nell'incontrare dei paesaggi che erano fuori dalle loro
aspettative. I cammini francigeni – continua Comunale - sono cammini di resistenza,
la resistenza della gente che vuole far conoscere il meglio del proprio
territorio e investe energie perché ci crede”.
Il percorso. Tre le
province attraversate: Agrigento, Caltanissetta e Palermo. Già tredici i Comuni
attrezzati per un percorso strutturato di accoglienza e di servizi dedicati a
chi sceglie di incamminarsi lungo la Magna Via Francigena: al Comune capofila
del progetto, Castronovo di Sicilia (Pa), si associano Agrigento, Cammarata
(Ag), Comitini (Ag), Grotte (Ag), Joppolo Giancaxio (Ag), San Giovanni Gemini
(Ag), Racalmuto (Ag), Campofranco (Cl), Sutera (Cl), Milena (Cl), Prizzi (Pa),
Santa Cristina Gela (Pa). Centinaia i punti di interesse e i siti archeologici
disseminati tra colline, alture e distese dell’entroterra, candidati ad essere
patrimonio dell’umanità. La rete della “Magna Via Francigena” permette di
scegliere tra l’accoglienza
“pellegrina", organizzata da parrocchie o associazioni sensibili ai
temi del cammino che spesso mettono a disposizione i propri spazi con una semplice
offerta libera, di pernottare nelle case dei “paesi albergo”, dove i privati
aprono le porte delle proprie abitazioni con un prezzo calmierato e con un
calore che raramente si riesce a trovare altrove, di usufruire degli ostelli
della gioventù o dei classici bed and breakfast. Lungo il percorso anche agriturismi e hotel, per chi non vuole
rinunciare ai servizi e alle comodità senza per questo sentirsi meno vicini
allo spirito del Cammino.
"Siamo riusciti a creare la
giusta sinergia tra una rete di comuni per valorizzare il territorio, -
dichiara Francesco Onorato, sindaco del
Comune di Castronovo di Sicilia - mettendo insieme realtà anche
molto distanti. Il nostro obiettivo è quello di riattivare il turismo religioso
utilizzando al massimo la rete dell’albergo diffuso: abbiamo chiesto ai
proprietari di case sfitte di metterle a disposizione per creare una nuova
forma di accoglienza, di certo la preferita dai pellegrini. Lungo
l'intero percorso si trovano luoghi di ospitalità ed accoglienza che sono stati
mappati e facilmente individuabili sul sito ufficiale della “Magna Via Francigena”,
inoltre scaricando l’app mobile si potrà consultare la guida per approfondire
le conoscenze sulla storia e la cultura dei luoghi e delle tappe del percorso.
La storia. La “Magna
Via Francigena” permetteva, in origine, il collegamento dei porti principali
con i centri di maggior grandezza: Palermo, prossima Capitale della Cultura per
il 2018, come riferimento per la Spagna catalana e aragonese e per l’Italia
continentale. Mazara del Vallo e Agrigento per l’Africa Settentrionale, Messina
per quella centrale, l’Oriente e la Terra Santa. Negli atti e nei diplomi
normanni appaiono indicati confini poderali, limiti territoriali o lasciti e
donazioni alle varie abbazie e santuari che riportano il toponimo di megale
odos, basilike odos, magna via, via regia. Un diploma normanno del 1096,
scritto in greco, recita “Ten odon, ten megalen ten Fragkikon tou Kastronobou”,
un’indicazione che ritroviamo in latino qualche decennio dopo come “magna via
francigena castronobi”: una traduzione latina ordinata dall’Imperatrice
reggente Costanza d’Altavilla, madre del futuro Imperatore Federico II di
Svevia e Sicilia. Sono i Normanni quindi a definire nei propri documenti questa
via, una via ‘francese’ chiamata ‘francigenam’ e allo stesso tempo ‘magnam’ per
importanza e grandezza.
La credenziale e il
Testimonium. Ai camminanti che presentano la “Credenziale del
viandante” timbrata viene concesso il Testimonium, quel documento che,
proprio come la "Compostela" per il Cammino di Santiago, certifica
l'avvenuto pellegrinaggio a Roma devotionis causa. Nella tradizione storica
questa pergamena era importantissima perché il pellegrino, tornato a casa dal
Cammino, poteva dimostrare alle autorità ecclesiali, che avevano rilasciato la
credenziale, che il pellegrinaggio era compiuto e il voto sciolto. “I
pellegrini che avranno compiuto almeno 100 km dei Cammini Francigeni di Sicilia
– spiega Don Giuseppe Pontillo,
Direttore dell’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi di Agrigento
- potranno accedere al Testimonium dedicato alla Madonna Odigitria,
la Madonna del buon cammino, realizzato lavorando all’immagine di un’icona
portata in Italia dagli albanesi”.
(segnalato da Giovanni Perrone)
“
Potrebbe interessarti: http://www.palermotoday.it/economia/cammino-via-francigena-sicilia-tappe.html
Seguici su Facebook: http://www.facebook.com/pages/PalermoToday/115632155195201
Seguici su Facebook: http://www.facebook.com/pages/PalermoToday/115632155195201
Nessun commento:
Posta un commento