Quest’anno sono passati 40 anni da
un’iniziativa nata nella Cecoslovacchia nel 1977 che ha preso nome “Charta 77”.
E’ stato un movimento che è durato molti anni e che potrebbe esserci
d’insegnamenti anche oggi.
Dopo l’intervento delle armate del Patto di
Varsavia nel 1968, che ha soffocato la Primavera di Praga, l’Unione Sovietica
ha subìto alcune blande sanzioni dall’Occidente. Ne ha sofferto soprattutto
perché voleva rinnovare le sue fabbriche socialiste con le macchine
capitaliste. Durante la Conferenza di Helsinki nel 1975 l’Unione Sovietica e i Paesi occidentali
sono arrivati ad un accordo: fine delle sanzioni, contro la difesa dei diritti
umani. Insieme all’URSS l’accordo fu firmato anche dai Paesi satelliti, quindi
dalla Cecoslovacchia. Alcuni intellettuali di quest’ultimo Paese hanno studiato
bene la Costituzione ceca e hanno cominciato a segnalare i casi dove avveniva
la trasgressione dei diritti umani ed il sopruso. All’inizio dell’anno 1977
compilarono un testo che facevano girare fra i loro amici di varie provenienze.
Fra i primi firmatari troviamo il famoso filosofo Jan Patočka, il futuro
presidente della Repubblica Ceca Václav Havel e alcuni nomi noti degli ex
comunisti onesti che vedevano gli errori dei loro compagni come Jiří Hájek e molti cattolici. Questa collaborazione di
tutti coloro “che si sono destati” e hanno avuto il coraggio di dire la verità
ad alta voce è stata molto preziosa e ci sarebbe d’insegnamento anche per noi
oggi.
Hanno agito partendo dal principio della
ricerca della giustizia non dalla certezza di riuscire ad ottenere qualcosa.
Poco dopo è nato un comitato dei condannati ingiustamente “VONS” che denunciava
i singoli casi e aiutava le famiglie del
mal capitato. Il momento scatenante fu l’imprigionamento dei membri del gruppo
musicale Plastik che era ben visibile come una privazione dei diritti umani.
Seguirono altri casi ancora più gravi e soprattutto gli stessi firmatari
cominciarono a subire le persecuzioni, continui interrogatori e la prigione. Il
governo e il Partito comunista non hanno capito l’intento dell’iniziativa di
aprire un dialogo, non hanno proibito il documento che girava solo fra la gente
ma poi denigravano e interrogavano pesantemente ‘i colpevoli’. Il testo di 4
pagine non è mai stato pubblicato ma la propaganda attaccava i firmatari come
falliti, ‘disturbatori della costruzione del comunismo’ e sovversivi. Si è
formato una comunità senza struttura né statuto che si incoraggiava a vicenda,
l’esempio del coraggio di uno sosteneva gli altri, svegliava i passivi, che
erano coscienti di non ottenere ciò che chiedevano, ad esempio la liberazione
dei prigionieri politici, ma sentivano che non si poteva più tacere. Il
protagonista di questa comunità fu il professor Jan Patočka, un filosofo
conosciuto anche in Italia che guidava i suoi alunni, spesso nei corsi
clandestini, dicendo che la vita che vale la pena di vivere è la ‘vita nella
verità’ e che come curiamo il corpo dobbiamo curare anche l’anima e che non
dobbiamo adeguarci né al comunismo né al consumismo. Un’altra sua idea fu la
‘solidarietà dei scossi’ cioè di coloro che si rendono conto del male che ci
circonda e reagiscono. Egli fu anche la prima vittima della Charta 77: dopo un
lungo interrogatorio si è ammalato di bronchite ed è morto in marzo del 1978.
Un folto gruppo dei firmatari della Charta
77 era composto dai cristiani: sacerdoti e semplici laici ma attivi. Vorrei
citare Padre Josef Zvěřina che è già stato condannato negli anni ´50 alla lunga
e dura prigione perché accusato di essere la spia di Vaticano solo per il fatto
che ha studiato a Roma e ora non ha avuto paura di esporsi di nuovo. Nella
Charta 77 si denunciavano le ingiustizie anche nei confronti della Chiesa: una
fra tutte fu il permesso statale per esercitare il sacerdozio. Molti ne sono
stati privati e sono diventati i preti operai loro malgrado.
Bisogna citare ancora un gruppo ‘anticharta
77’ organizzato dal partito comunista come uno show: nel teatro Nazionale di Praga sono stati convocati
gli attori più celebri che per la paura di non poter più lavorare,
pubblicamente firmavano la dichiarazione contro. I più coraggiosi chiedevano di
leggere il testo della Charta 77 per saper contro che cosa firmano ma la
risposta fu solo la perdita del posto in tutti i teatri della Cecoslovacchia.
La persecuzione dopo un atto coraggioso era spietata e molti emigravano proprio
per il fatto che dopo non riuscivano a trovare nessun tipo di lavoro.
Dopo la Rivoluzione di velluto nel 1989 i
‘chartisti’ non hanno cambiato l’atteggiamento. Il più famoso, Václav Havel
usava lo slogan: “l’amore e la verità vinceranno”. Dal gruppo della Charta 77
sono poi usciti i futuri partiti politici.
Nella Chiesa cattolica la Charta 77 ha portato ad un rinnovamento spirituale
grazie a 10 anni: ognuno dedicato ad un santo ceco a cui i fedeli si
rivolgevano per un motivo preciso e chiedevano l’intercessione per tutta la
nazione moralmente devastata. Attraverso la stampa clandestina di ‘samizdat’ le
idee della Charta si diffondevano e incoraggiavano la gente comune.
I 40 anni dalla Charta 77 sono a Praga
ricordati non solo con una grande mostra ma anche con molti dibattiti
televisivi. Anche oggi c’è bisogno di scuotersi, di aver coraggio di denunciare
ad esempio le truffe contro gli anziani, vedere dove non sono rispettati i
diritti umani, far notare la menzogna e l’ingiustizia e difendere i valori
morali. Come diceva Padre Josef Zvěřina: “La paura e la menzogna fanno la base
dei totalitarismi” ma di tutte le forme di ingiustizie. Siamo capaci di
affrontarle?
Milano,
15.03.2017
Růžena Růžičková
Ps. Padre Josef Zvěřina faceva parte di quel gruppo di seminaristi
che avevano studiato a Roma e quindi ritenuti spie del Vaticano noi ne abbiamo
conosciuto e frequentato tre in particolar modo. Padre Josef Zvěřina arguto e
colto amava venire in Italia dove mori negli anni sessanta , Antonino Mandl che
già altre volte abbiamo citato, e Padre Giorgio Reinsberg risparmiato dal
sistema perché il suo fratello era morto in un campo di concentramento nazista.
L’unico che si risparmiò il carcere per il predetto motivo mentre gli altri
passarono li “migliori anni” nelle galere uscendone distrutti sotto tutti gli
aspetti.
Su internet
digitando charta 77 ne saprete molto di più.
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