Si deve molte volte al caso quando riaffiorano dal passato tracce o
resti che esaminati collocati infine conservati esaltano la gente del posto.
Ricordo che da bambini noi giocavamo fra le macerie al parco vecchio e nello
stesso luogo si conservavano affreschi pregevolissimi senza che noi se ne
avesse il minimo sentore. Ora la pioggia insistente ha fatto crollare parte del
caseggiato , appendice del castello in quelle che probabilmente furono le “prime cento case” di Marineo.
Osservate da via Gallinaio si notano ingressi con arco in pietra coeve al
castello , qualche antica porta in legno , con sopra lucernai, al tempo
necessari e portatori di luce. Da una di queste si accede a quelle stanze di
cui ci stiamo occupando. Il fatto (frana) ha portato alla luce almeno una
stanza con delle sinopie applicate nella parte superiore degli ambienti che seguono l’andatura del tetto parte in
orizzontale e parte in obliquo, Sinopie a suo tempo colorate rappresentanti
motivi floreali di fattura rinascimentale. A prima vista sembrerebbero prove
d’artista perchè le si trovano in tutto l’ambiente e soprattutto molte nelle pareti
in basso a mo di cornici come dovessero contenere immagini o quadri .
Forse
l’autore dovendo affrescare altrove usò l’ambiente come laboratorio. Inganna
molto la sinopia che rappresenta lo stemma
di una antica e nota famiglia
borghese marinese posto nel cornicione in alto , non al centro ma verso
sinistra. In tutte le pareti sono presenti centinaia di buchi grandi per travi
per sostenere tetti e soppalchi mentre i piccoli vanno riesaminati sul luogo. Il materiale di
deposito ha coperto il tutto per anni
sino al fatto di questi giorni. Le armi consistono in tre “o” su sfondo secondo lo stemma oggi circolante azzurro esaltato
da un elmo con festoni più settecentesco (a prima vista) che rinascimentale. La
famiglia a cui si riferisce lo stemma non ha memoria del possesso di questi
locali , e del resto questi ambienti definiti di solito “pagghialori” non erano
mai affrescati. Salvo ovviamente il fatto che essere adiacente al castello
potrebbe dichiarare essere abitato da persone familiari ai castellani. Una sala
oggi fatiscente che porta uno stemma di famiglia (tuttora residente a Marineo)
pone tanti curiosi interrogativi che vanno esaminati per sciogliere i giusti
dubbi di chi ama il passato della propria terra. Viste le case da “sotto il
castello” non si nota nessuna protezione
a salvaguardia del recente ritrovamento , prima protetto da mura e tetto ora nemmeno un telo ( 20
euro) è stato posto a protezione. E se
poi si sente dire che si parlava di pompa con acqua per bagnarli per meglio risaltare in fotografia
…
E’ certo che chi , certo più competente e meno frettoloso di noi , avrà saputo dedurre origine, periodo , stile
, qualità , valore immediatamente, avrebbe dovuto almeno proteggere quelle
armi , caso unico e raro a noi noto di
un simile ritrovamento. Avrebbe potuto relazionare la comunità tramite il sito del Comune , anche del sito
dei compari, per non parlare dei locali adiacenti questo luogo in possesso del
Comune solo a tale scopo (culturali) e non sede di comizi camuffati da eventi
culturali . Anche se le analisi dovrebbero dimostrare che non si tratta di
opere d’arte è sempre un documento del passato (architettura, edilizia antica,
materiali , posizione, uso ecc.ecc.) che
avrebbe potuto interessare le centinai di laureati e laureandi in queste
materie che , grazie a questo silenzio, ancora non sanno del ritrovamento.
Ritrovamento che deve riguardare i soliti , che pagati della comunità
lautamente sono ancora convinti che essendo preposti alla cultura la cosa non è
più una cosa pubblica ma personale.
Ci venga risparmiato il sarcasmo se noi assolutamente profani abbiamo
rubato spazio a chi fa sempre del silenzio su cose che riguardano la
collettività.
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