ANDIAMO AL CINEMA STASERA ?
THE SOCIAL NETWORK
Usa, 2010, Drammatico, 121 min. Colore. Con: Jesse Eisenberg, Eduardo Saverin, Justin Tinberlake. Regia di David Fincher.
Ecco l’attesissimo film sul sovrano dei social network: Facebook. Diretto da David Fincher (Fight club, The game, Seven, Il curioso caso di Benjamin Button) brillantemente scritto da Aaron Sorkin (rinomato sceneggiatore, già creatore della splendida serie The West Wing). Il film non mira ad essere uno spaccato sulla generazione social network bensì racconta le turbolente vicende sulla paternità dell’invenzione Facebook. Mark Zuckerberg inventa Facebook insieme al suo miglior amico e finanziatore del progetto ma due gemelli, suoi compagni di Harward, rivendicano di aver avuto per primi la miliardaria idea che Zuckerberg gli avrebbe soffiato, quando lavorava insieme a loro, alla creazione di un social network per Harward. La narrazione viene portata avanti attraverso le testimonianze di due processi intentati contro Zuckernerg: il primo mossogli dai gemelli mentre il secondo addirittura dal suo ex migliore amico. Questa scelta narrativa anima il film creando dei (piccoli) salti temporali che lo rendono più movimentato e imprevedibile. Il film ha il grande merito di raccontare il mondo tutt’altro che interessante dei cosiddetti “nerd” (i fanatici di computer un po’ sfigati), dei social network, senza scadere nel luogo comune o nel già visto (come invece è accaduto per il film “I pirati della Silincon Valley” che raccontava la storia di Bill Gates e di Steve Jobs). E’ semplicemente la storia di un’invenzione, purtroppo una delle più importanti di questo giovane secolo, e di due cervelli che si contendono la paternità. Altro grande merito sta nel non aver (palesemente) scelto una posizione tra i due contendenti, invece mostra anche l’altro lato del giovane miliardario Zuckernerg, quello di “stronzo” destinato all’assoluta e pietosa solitudine. Nel complesso un buon film , godibile, a tratti avvincente, ma non un capolavoro. Brillanti i dialoghi. La scena iniziale merita una menzione. In essa si rivela già buona parte del senso del film. Zuckerberg e la sua ragazza parlano per quasi dieci minuti di film in un pub affollato davanti ad una birra, in modo disordinato e confuso senza riuscire a finire un discorso per l’accavallarsi di uno nuovo. Secondo Sorkin/Fincher, questo tipo di spontanee confuse conversazioni sono ormai un ricordo nelle vite della generazione Facebook, fatta solo di chat, di pensieri e scambi verbali battuti a tastiera e di legami sentimentali e non, rotti tramite un computer.G.S.
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