lunedì 1 novembre 2010

VORREI ESSERE OPERATO AL CIVICO

Uno dei  “mestieri”  dove la distanza fra le due entità è grandissima è quello del medico. Già il linguaggio, “molte volte” usato artificialmente per creare distacco e diversità mettendo a disagio il povero paziente, che incredulamente pensa che il medico sia un quasi santo o un extraterrestre. Messi da parte codeste impressioni il distacco rimane solo fra loro perchè  solo in rari casi il medico di base usa un linguaggio difficile. Mentre rimane incomprensibile e inaccessibile un dialogo fra un chirurgo, un primario e un medico di base. Ho avuto la ventura giorni or sono di assistere ad un incontro riservato ai medici di base e  un ente ospedaliero. Assaporavo questo autunno verdissimo fra Marineo e Baucina  percorrendone la strada in auto in compagnia di due medici di Marineo che si recavano a Baucina invitati dal “Civico” di Palermo ospiti del Dottor Giuseppe Leone nella sala  Consiliare del Comune di Baucina. Il vero Ospite era la Dottoressa Claudia Denaro , specialista in chirurgia generale e d’urgenza, inviata dal responsabile del U.O. di Chirurgia d’urgenza Prof.V.Fazio per incontrare i medici di Base del territorio. Vi risparmio un infinità di nomi e sigle che oltre ad essere incomprensibili fanno parte di quel tipo di linguaggio  cui sopra accennavo. Longilinea impeccabile nel suo tailleur semigrigio, fisico da modella ma passo deciso , stabile su tacchi altissimi, spaziava in tre mattonelle come fosse un campo da golf. In mezz’ora ha spiegato quello che altri vogliono un convegno di tre giorni. Si capiva che l’unico “estraneo” ero io , ma autorizzato dalla presenza dei due medici marinesi che in pratica si dividono la cura dell’ottanta per cento dei marinesi, e che sono sempre presenti nei momenti di “aggiornamento”. Non chiesi dove fossero finiti gli altri medici di base per non sentirmi dire non lo sapevano, avevano altri impegni ecc. Si inizia con un attimo di ritardo perché il tecnico video ,graziosamente, aveva dedotto : converranno da più paesi, impossibile che tutti siano in orario in quanto ogni comune siciliano ha un suo fuso-orario proprio. Un medico si presta a leggere il manuale del proiettore-video e mentre si inizia si lavora per avere le immagini. Sembrava una scena irreale: il video non corrispondeva al parlato rasentando un pò di ilarità che non guastava. Alla fine le due cose si incontrano con il malcontento di tutti perché era gradevole vedere sullo schermo un appendice mentre la relatrice parlava di fegato. La Denaro ci spiegò la “logistica” del Civico. Finalmente ho appreso cosa succede dal momento che un “paziente” cade nelle loro mani. Esiste un callcenter dove si accettano le prenotazioni, quindi si viene dirottati nel reparto specifico , assegnati alla tipologia di intervento ecc. Poi le analisi dei vari casi , la tipologia del caso e delle relative urgenze, priorità e assistenza post operatoria. Infine le domande dei medici di base con un infinito elenco di casistiche  a cui veniva data sempre una risposta che non lasciava dubbi: noi siamo lì , una volta in nostre mani ci pensiamo noi ! Il civico riproponeva il suo fiore all’occhiello : il reparto di Chirurgia D’urgenza. Riallacciava i rapporti con i medici di base. “Non più terra di nessuno” ma un percorso dove il medico di base è parte e referente. Mentre la Signora in semigrigio parlava io andai con la mente alle migliaia di informazioni sbagliate che avevo accumulato come paziente. Non è vero che il medico di base in pratica “infilato” il paziente in ospedale perdeva tutti i poteri e in molti casi ancor prima. Poveretto anche lui doveva questuare informazioni “dalla chirurgia” come i parenti del degente. Cioè se ti va bene che conosci qualcuno bene altrimenti ……rivolgiti a quel famosissimo medico- chirurgo  Ciro , martire e santo di Alessandria ! Oggi al civico esiste un percorso :  ecco a Voi organigramma e percorso, precisa la Dottoressa. Domande e risposte si susseguono . Ti veniva voglia di farti venire un appendicite per poter vivere la meravigliosa realtà del Civico di Palermo. Sparirono dalla mia mente la malasanità , i poveri cristi  malati-turisti spostati da un ospedale all’altro, da un reparto all’altro , pazienti portatori-sani di strumenti chirurgici, garze, pinze e qualsivoglia cosa dimentica in ogni loro cavità operata. Ora mi sento tranquillo . I volti dei due medici marinesi sorridenti e sicuri mi tranquillizzarono e sembrava volessero dirmi: dai non ti rimane che scegliere quale tipo di intervento preferisci noi siamo pronti e sicuri !
Mi riportò alla realtà Giuseppe Leone che distribuì equamente cannoli e pasticcini con bibite adeguate .
Onofrio Sanicola

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