mercoledì 10 novembre 2010

CAMBIAMO PAESE . RESTIAMO A MARINEO

  
La cultura è spazio pubblico.

In queste settimane abbiamo iniziato a incontrare alcune realtà e alcune singole persone che lavorano per la cultura , abbiamo parlato con docenti e studenti, critici e professionisti dei diversi ambiti culturali e artistici di cui questo Paese è ricco, ma finora non cosciente. E' un percorso di ascolto che continuerà anche durante  la campagna elettorale, ma che soprattutto continuerà dopo le elezioni: un Comune, un Assessorato alla cultura, hanno il compito di ascoltare per poi poter contribuire allo sviluppo economico e strutturale delle diverse realtà. Immagino una politica culturale coraggiosa, che ribalti l'inconcludente e triste gestione a cui ci ha abituati il Comune  in questi anni,  che sappia coinvolgere i cittadini tutti, che sappia attrarre investimenti privati e che rilanci il ruolo di Marineo come faro culturale , e non solo come meta turistica .  Dobbiamo ripartire da quello che c'è. Dalle persone, dalle associazioni, dai movimenti che qui in questi anni hanno lavorato per il paese, hanno resistito e costruito argini contro la dilagante cultura dell'interesse personale, contro l'annichilimento del bene pubblico e la progressiva superficializzazione dei rapporti umani. Vi chiediamo di segnalarci esperienze virtuose e imprese meritevoli, di mandarci le vostre idee e i vostri progetti scrivendoci  per iniziare insieme ad immaginare un nuovo programma culturale per Marineo. Cambiamo paese. Restiamo a Marineo

1 commento:

  1. Questo messaggio, chiaramente adattato, di Stefano Boeri inviatomi da Pierfrancesco Majorino capogruppo del PD del Comune di Milano rispecchia un po’ la nostra realtà .Condivido completamente le sue valutazioni e le sue proposte, scrive. Ritengo che esse possano essere un ottimo punto di partenza per cambiare pagina. Finalmente qualcuno, fuori dalla cerchia dei "soliti appassionati", che vede la "Cultura" come una condizione di rilancio strategico della città e non la concepisce come l'ultimo capitoletto del programmone elettorale.
    Presentare 100 libri entro aprile ci sembra un modo facilone di fare cultura. Come rispondere ad un consigliere “ se la notizia non mi è data in esclusiva non la pubblico” è aberrante”. Alla prossima!

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