giovedì 25 novembre 2010

oh, dolce terra amara...

CARA SICILIA TI LASCIO
Amo la mia regione ma è un rapporto di amore-odio. Il diritto è diventato favore,il denaro potere, la cultura un vizio da disprezzare. Cosi me ne sono andato al  nord.

Voglio fare una premessa. Io amo follemente la Sicilia. Ma come in tutti i rapporti che si rispettino, esiste un piano emotivo e un piano relazionale. La mia Sicilia è un amore illusorio ,che tradisce di  continuo  , che mente sapendo di mentire. Eppure è amore. Il piano emotivo , l’amore  appunto, mi inchioda a una passione irrinunciabile, a una sofferenza a volte persino masochista. Lo so e nonostante questo l’accetto. Il piano relazionale è la rinuncia alla maggior parte delle cose in cui credo, alla fierezza di un popolo, al mio modo di gestire i rapporti con gli altri. Ecc o appunto che la frattura diventa litigio perenne, insofferenza. La discordia fra questi due livelli si manifesta nell’intollerante vivere quotidiano, destinato quasi sempre a una cocente delusione. Un luogo dove il diritto diventa favore, il lavoro relazione sociale, il denaro potere occulto. La cultura è un vizio da disprezzare, da deridere. Una colpa da nascondere. Negli ultimi due anni di lavoro in Sicilia ho verificato con mano la totale distanza del potere politico da quello intellettuale, privo il primo di conoscenza e il secondo di abbondanza. Pertanto me ne vado. Anzi me ne sono già andato. La Sicilia è un luogo infinito da raccontare ma non dove raccontare.. Una miscela unica di particolari, di singole unità culturali. Non vado lontano col cuore, ma rinuncio volentieri alla volgare routine quotidiana, alla strafottente gestione della bellezza che ci appartiene e di cui non vediamo l’ora di sbarazzarci. Questa terra è simile a tutte le altre che da dopo lo stretto di Messina salgono verso le alpi. Non si distingue da null’altro che non sia il sintomo di una decadenza culturale inarrestabile. Ecco perché io vado via. Per raccontare questa terra, questo popolo a modo mio. Senza dovere chiedere favori, senza stare, come il contadino di una volta, con il cappello in mano dinanzi al signore di turno.
Andrea Leone.
Fotografo , 38 anni, ora a Milano.
La Stampa di Torino 24 novembre 2010


Per chi non lo conoscesse, vi presento Carmelo Vono, ragazzo molto intelligente, laureato in Ingegneria dell'Automazione, incompreso, e come se non bastasse disoccupato. Carmelo da qualche anno ha preso la penna in mano e ha iniziato un percorso poetico .La poesia,di Carmelo Vono, geniale nella sua semplicità, dovrebbe far riflettere sul fatto che  al  giovane non basta avere buona volontà, se questa non è supportata da una politica che la riconosca e la rispetti. Non esiste ad oggi un piano di sviluppo giovanile serio  in Sicilia e in Italia., o se esiste è solo un fiore all'occhiello da esibire in campagna elettorale.

1 commento:

  1. Grazie Signor Sanicola, per l'attenzione.
    Il caso del caro amico Carmelo Vono, rappresenta un malessere diffuso dell'approccio giovanile al mondo del lavoro, causato da politiche disattente.
    Cosa rimane da fare? Lottare con la poesia contro i mulini a vento.

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