Di Onofrio Sanicola
E’ difficile per un umorista raccontare della serata di ieri sera. La mattanza della mafia che ha sconvolto le famiglie Borsellino e degli altri, i traumi, i danni di tutti i tipi non lasciano spazio all’humor. Non si riesce a dare una dimensione alle cose. Avevo deciso per riverenza ai morti e per rispetto alle famiglie di pubblicare il solo titolo e il resto lasciarlo in bianco. Ma la Signora Rita ha deciso di portare ovunque i segni di questa tragedia come simbolo di lotta alla mafia . Dirò solo qualcosa che non riguarda la tragedia ma la serata, come è mio costume tutte le volte che partecipo ad un evento. Lo spirito critico è un messaggio per fare meglio altrimenti andato al primo incontro dopo non sarei più andato e cosi si rischia per il futuro perché persino un cieco si è accorto di molte disfunzioni. Già altra volta ebbi a dire che non esiste nessuna possibilità per la mafia di riscuotere il pur minimo interesse in noi e ormai credo nel 90 per cento della gente. Non parliamo poi della tragedia che a me commuove al solo ricordare quelle terribili immagini. Fatta questa premessa dobbiamo dire che la Borsellino sa parlare e tenere il pubblico con capacità. Passa da momenti bellissimi di ricordi personali e gioiosi a momenti di durezza indescrivibili. Si inizia con un ora di ritardo ,mille telefonate , via vai apprensivi. La sala è quasi piena e si notano subito le facce contente degli organizzatori. E’ anche la prima uscita di una certa importanza per il nostro nuovo Assessore alla Cultura. Alla sinistra una scolaresca di ragazzi inquadrati ed imbeccati dalla loro Prof. A Destra tutto lo staf degli “iscritti” poi qualche outsider attratto più dal nome della Borsellino che dai contenuti. Nuccio Benanti, spalleggiato e protetto dal suo Sindaco, era felice e raggiante. Era circondato da tutta la sua gente. Sia Lui che il Sindaco morigeratissimi avranno detto dieci parole: otto il sindaco due il Benanti. Da qui in poi siamo stati abbandonati per ore nelle mani anzi alle parole di relatori dotti e prosaici che ci hanno imbonito imbottito insegnato guidato all’inverosimile. Come al solito nessuno osava fermarli. Erano la per evangelizzarci e ricordarci quello che in altra serata ci avevano detto. Si cercava di educare una classe che di loro hanno già una insegnante che non scherza. I veri giovani erano fuori (circa 300) all’inaugurazione del nuovo ristorante. La nostra speranza che i custodi del castello ci buttassero fuori sparì guardando l’orologio che ci diceva che erano le 22 quando di solito alle sette venivamo spinti fuori a forza. Dobbiamo dare atto all’Assessore che più volte ha cercato di fermare ,accorciare, ridurre. Impossibile. Mi aspettavo la rissa per il possesso del microfono o che il Sindaco …chiamasse i carabinieri per ……arrestare fiumi di parole già dette mille volte che ci aprono dubbi terribili. Speriamo meglio domani perché se il pubblico ha l’educazione di non andarsene a metà serata i relatori debbono essere altrettanto educati da non tenerci lì dalle ore 18 alle 22. Quando giunsi a casa e chiesi a mia moglie notizie della cena mi rispose di andare “a casa di chi ti ha cosi piacevolmente intrattenuto sino ad ora”.
Nella sala conferenze del Beccadelli andrebbero sistemate meglio le luci. Chi legge e i relatori sono costretti a contorcersi per trovare il rigo mentre la porta sbatte continuamente perchè chi si annoia va e viene. Basterebbe un altra alogena a destra e mettere una gommina nella porta. Due piccoli accorgimenti perchè il tavolo dei relatori è lugubre come certi relatori, con una lampada in più sono più credibili.
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