sabato 2 settembre 2017

…..A proposito di “Quacina”



         …..A proposito di “Quacina”


Quando ho visto sul blog “Il Guglielmo” la pubblicazione della lirica “Quacina” di Vincenzo Orestano, l’emozione mi ha fatto comprendere come il tempo dell’uomo sia scandito in modo determinante dalla memoria.
         Correva l’anno 1975 e mi ricordo, sotto gli alberi di gelsi delle scuole elementari, la commozione dei presenti nel sentire, dalla viva voce del poeta Orestano, i versi laceranti sul figlio caduto nel fosso della calce viva.
         La stessa presentatrice Emma Montini, si solito così versatile nel condurre le manifestazioni della RAI, rimase quasi di sasso di fronte a quella poesia dai toni drammatici dove “u patri va circannu, unn’è ca ponn’essiri li carni di sò figghiu.”
         Emma cercò poi di fare una domanda al poeta sul perché di quella lirica, ma Vincenzo Orestano, con gli occhi lucidi, rimase in silenzio, poiché ogni poesia ha il suo segreto, ed è proprio ciò che salva la vera poesia.
         Il suo silenzio fornì a tutti i presenti  il segno della sua umanità e d’altronde cosa avrebbe potuto dire di più un padre?
         Allora la giuria era composta dal prof. Giorgio Santangelo, docente di letteratura italiana all’Università di Palermo, dal poeta Ignazio Buttitta                             dal prof. Massimo Ganci, docente di storia del Risorgimento all’Università di Palermo, dai rappresentanti di RAI Sicilia, Biagio Scrimizzi ed Elmer Iacovino,             dal prof. Piero Di Giovanni e si riuniva a Marineo nei locali del Circolo Culturale Cattolico in Via Lo Pinto,62.
         Ed era uno spettacolo nello spettacolo notare il dialogo animato in giuria tra Ignazio Buttitta e Giorgio Santangelo ma quella poesia “Quacina” si impose subito all’attenzione della giuria per l’originalità espressiva e la forza dirompente del realismo linguistico.
         Erano gli anni d’oro del Circolo Culturale, con un  presidente animatore,  qual era il prof. Ciro Benanti e dei soci attivissimi che promuovevano una serie di attività, dai dibattiti sui temi più scottanti della società, al teatro, alle gite, ai corsi                         di dattilografia ed ai giornalini periodici che uscivano di solito nei periodi di Pasqua  o di Natale.

Ciro Spataro

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