I/13 TREDICESIMA 4 SETTEMBRE 2017
Il secondo giorno del torneo si iniziò con quelli di basso rango e al
momento del pranzo schernivano sempre il Meschino per la sua condizione servile.
In piazza c’era grande atmosfera con musici e giocolieri creando grande
confusione. Entrarono 40 giostratori e Meschino
si innervosiva perché aspettava sempre che Alessandro lo armasse in segreto. Al
momento che doveva cingere la spada gli raccomandò di usarla prontamente se al rientro fosse seguito da qualcuno,
perché era grande il rischio che correvano avendo entrambi disubbidito al bando
dell’imperatore. Il Meschino si trovò di fronte Torindo e Pinamonte e quindi i
due re di Tebe Archislao e Amanson e, a chi abbatté il cavallo
chi disarcionò creando grande
scompiglio fra gli sfidanti che si misero a gridare: “dagli addosso al villano”
e fra questi Brunas di Liconia. Al gruppo si unirono anche Madar
e Napar di Albania A questo punto
Alessandro entrando nell’arena si mise
a colpire con un bastone le lance degli aggressori gridando :” Vili voi
chiamate costui villano quando voi aggredite in cento un solo cavaliere ?, Quale onore siete venuti a cercare qui in
questo grande torneo ?” . Quindi fece mandare un bando che da li in poi la
giostra avvenisse solo una lancia contro un'altra lancia.
Costanzo dell’Arcipelago chiese ad Alessandro :“Visto come lo difendi presumo
che tu lo conosca”. Alessandro negò di conoscerlo” ma debbo affermare, disse, che è il più valoroso cavaliere che io abbia mai conosciuto”. Al ché Costanzo : “Già sono
stato abbattuto due volte e non voglio rinunziare a misurarmi con lui per la
terza volta” disse andandogli incontro.
Quel giorno Meschino lo abbatté per la terza volta oltre ad altri 60 cavalieri.
E questo gli portò l’avversità degli altri che si accordarono di assalirlo nuovamente
congiuntamente. Alessandro diede avviso ai suonatori che appena si sarebbe
affacciato dal suo balcone avrebbero dovuto suonare la fine del torneo per
quella giornata. Temendo l’aggressione collettiva Alessandro corse giusto in
tempo sul balcone,nel contempo Meschino abbattè Anfiron d’Assiria e Tapalle
d’Alessandria al che fu suonata la fine del torneo e Meschino corse anche lui
al giardino depose armi e cavallo e raggiunse Alessandro e la sorella nella
sala per servire la cena.
La più recente ed esaustiva edizione critica |
Elisenna domandò al fratello se conoscesse il villano alla quale rispose
negativamente ma rivolto al Meschino disse : ti piacerebbe essere come lui. Ed
entrambi risero. Allora Elisenna andò dal padre e gli disse:” Maestà io
desidererei tanto sapere chi è questo villano”.1) L’imperatore interroga
Alessandro e lo invita ad indagare. Al che Alessandro risponde:”… e se fosse un
semplice uomo ? “, “Sia chi sia io lo voglio sapere” sentenziò l’Imperatore.”
Ti ricordo le condizioni del bando ! …che i cavalieri siano di nobile origine
pena la morte…” ripeté Alessandro. “ Allora sarà punito perché io desidero che
le leggi vengano rispettate”. Alessandro, molto preoccupato, riferì il tutto al Meschino il quale rispose
: “…io sono nelle tue mani, mi affido a te”.
1)
La domanda,
oltre alla tipica curiosità femminile, è legittima perché sarà lei a dover
sposare il vincitore del torneo
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