A VENTANNI DA
MANI PULITE … AVEVO VENTANNI DI MENO …
Alcune edizioni di Pausania consultabili in redazione |
Vent’anni fa
Di Pietro faceva paura a tutti tranne a chi non aveva niente da nascondere.
Aveva già interrogato e arrestato tre quarti dei miei clienti e già noi ci
trovavamo disperati. Eravamo combattuti fra il suo “mani pulite” e la strage di
aziende e attività che si portava dietro. Io ero sicuro che una mattina ci
saremmo svegliati con il solito “colpo di stato all’italiana” ma ci consolava
il fatto che tecnicamente ci sembrava impossibile in un paese lungo circa 2000
chilometri. Veder sfilare davanti la Tv facce di politici arcinoti con la bava
alla bocca era un sogno bellissimo ma ci ricordava tanto piazzale loreto…
Insomma non ci piaceva. Ma era anche l’unico metodo per “dialogare” con una certa
classe politica. Eravamo convinti che si trattava di una “lezione” ma che poi
le cose sarebbero tornate (nel giro di ventanni diremmo oggi, a sentire certe
dichiarazioni) come prima.
Essere
interrogati dal Di Pietro o dalla macchina da lui creata-gestita ti metteva in una
situazione senza uscita: o concussore o corruttore. Personalmente ci volle qualcuno
che mi spiegasse perché il mio avvocato mi suggerì di presentarmi da solo per
via di una strategia già collaudata …ma come, io sto con un piede nell’inferno
e lei mi dice arrangiati ? Non eravamo nemmeno una ventina in attesa e ci volle
poco a capire che eravamo una parte di quei trecento. La metà sicuramente si
immaginava già in galera e sospetto che nella valigetta 24 ore portassero un
pigiama e uno spazzolino da denti. Un giovane finanziere ci spiega “che essendo
impossibile che il giudice possa interrogare tutti ha delegato in base all’articolo
(più di uno) degli ufficiali , saremmo messi in una stanza dove il giudice
avrebbe presenziato agli interrogatori garantendo
ecc.ecc.” . A me toccò proprio quel giovane finanziere che dopo avermi letto
diritti e imputazioni concluse: “ lei deve dirmi quali furono i suoi rapporti
con le seguenti persone, e giù i nomi,funzionari dello stato, durante la
ispezione che la Guardia di Finanza le fece nel 19..”. L’imputazione mi era
nota perché dalla famosa telefonata in poi mi giunse una notifica che chiariva
il fatto. Ricerca in archivio , scova le carte di circa 10 anni prima, trova appunti
e cose varie per almeno sapere di cosa
parliamo. “Scusi ma cosa devo rispondere ?… chiesi ingenuamente”. “Come stanno
le cose…” mi rispose. Si ma se rispondevo “mi è stato chiesto un compenso per…”
era concussione; se dicevo “ho offerto…” era corruzione. Quando suggerii …”né una
cosa né un'altra…” il finanziere si mise a ridere guardando il Di Pietro seduto
al centro della sala … Come a dire …già visto questo film…”.
La signorina
che mi aveva a suo tempo passato la telefonata nell’analizzare le carte aveva
trovato un documento che aveva conservato per tutti questi anni e che aveva
spillato dietro il rapporto degli ispettori. Io giravo e rigiravo quel
documento mentre il finanziere mi sollecitava una risposta. Mi chiese cosa
fosse quel documento convinto che citasse cifre, nomi di finanzieri , indirizzi
di abboccamenti segreti e cosi via. Ormai conoscevo quella risata “siciliana”.
Il “siracusano” si alzò andò al tavolo del Di
Pietro mostrò il “vecchio rapporto della finanza “ dove venivamo segnalati
(ancora da accertare) per effrazioni non superiori a Lire 750.000 (su cui andammo
a pagare circa 200.000 lire di sanzioni e capitali senza obiettare) . Si volle
tenere “il documento” e mi gratificò di
una fotocopia. Al che prima di congedarmi esaudì una mia richiesta. Tornò il
sorriso siracusano mentre ritornava dal Di Pietro che firmò quella mia
richiesta “salva vita” mente si esercitava a sorridere alla “siracusana”.
Ero giovane o
meglio avevo ventanni di meno , ero meno credibile e spiegare agli amici che
ero stato interrogato dal Di Pietro a Milano nel pieno della tragedia di “mani
pulite” non era credibile ,non essendo stato arrestato,salvo che mostrassi un
documento che attestasse il fatto. E così per ventanni ho tenuto appeso nel mio
ufficio quel documento. E “quell’altro documento, quello risolutore del
concussione-corruzione” ? Era una ricevuta fiscale
ufficiale registrata anni prima che dimostrava la non avvenuta
corruzione-concussione con scritto dietro “n.3 cassate e 12 cannoli acquistate
e consegnate ai finanzieri alla fine dell’ispezione per lire 18.000". Cassate e cannoli di cui
una parte “abbiamo dovuto “ consumare tutti insieme in ufficio .
ps. la lettera è consultabile in redazione
ps. la lettera è consultabile in redazione
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