lA FAESITE |
Un articolo sul
corriere della sera mi porta indietro di cinquantanni. Ho chiesto a mio figlio
di “scaricarmi” il film Vaiont di Renzo Marttinelli. Non lo avevo mai visto. L’ultimo
ricordo che ho del Vaiont è la corriera che a fine settimana da Padova ci
portava a San Martino di Castrozza a Siusi a Passo Rolle. Fermata obbligata era
Bassano del grappa da Nardini sul Ponte a bere secondo l’orario la Tagliatella
o la gialla. Sulla corriera i ragazzi si buttavano a valanga sulle ragazze
gridando in modo blasfemo il vaiont il vaiont. Facevo i turni con un mio amico
per la giacca a vento, gli scarponi e tutto il resto per andare a Siusi. I miei
ricordi sono confusi e dovrei recuperarli scovando in archivio o recuperando la
pagina del Gazzettino del 10 ottobre del 1963. Solo a Longarone oltre 2000
morti. Avevo qualche cliente a Longarone e andavo con la Corriera da Padova a
visitarlo. La Faesite, Zuccherificio di Pontelongo e qualche altro. Quando la
zona fu permessa al pubblico mi si presentò una scena lunare . Dove c’era il
paese ora c’era un enorme campo di terriccio vuoto con migliaia di pezzi di
cose indecifrabili. Vedevi gente in piedi, in gionocchio , per terra fermi dove
avevano individuato la casa , la stanza, un bar, un luogo caro e noto. In
silenzio con grande dignità guardavano nel vuoto. Non riuscii ad individuare
dove erano le fabbriche dei miei clienti perché per chilometri c’era solo
terriccio a perdita d’occhio. Né un albero né un cartello né un muro. Quell’onda
immensa aveva raso tutto.
Per anni noi
ragazzi gridavamo ..il vaiont …il vaiont e ci sono voluti anni e anni per
smetterla. Si è dovuta aspettare una nuova generazione che dimenticasse.
Il veneto è un
luogo strano. Il loro razzismo è inspiegabile. Figli di una repubblica cosmopolita
come Venezia non fraternizzano. Ancora oggi sono cosi. Nemmeno la religione
cattolica li ha guariti. Quando suonavo il campanello di una
ditta e rispondevo al chi xe ? bastava che dicessi sanicola sono … (alla
Montalbano)e il mio accento faceva scattare anticorpi, protezioni, allarmi.
Eravamo i sans paier di oggi. Anni durissimi . Eravamo emarginati, ghettizzati.
In ufficio tutti i giorni mi ripetevano la barzelletta : è in partenza
accelerato per Bologna, Firenze Roma Adis Abeba, Massa Matruc, Napoli Palermo
Tunisi. Mi ha salvato la fidanzatina. Coraggiosissima che andava dicendo che
era in cinta e così venni accettato e quando si accorsero che Lei non era in
cinta mi insultarono per non averla messa in cinta rendendoci ridicoli. Continuavamo ad andare a Bassano lo stesso ma
non volli più andare a Longarone perché quella foto del gazzettino ci aveva
insegnato che là l’altro ieri al posto del terriccio ci vivevano oltre duemila
persone.
Longarone... |
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